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È partita la campagna elettorale di Silvio versione Joe Condor: “Monti è disperato e Bossi mi fa piangere”

Creato il 16 dicembre 2011 da Massimoconsorti @massimoconsorti

È partita la campagna elettorale di Silvio versione Joe Condor: “Monti è disperato e Bossi mi fa piangere”

Silvio e Sandro

Un po’ l’aria da avvoltoio Silvio ce l’ha. Ha iniziato a comportarsi proprio come avevamo previsto quando Monti ne aveva preso il posto. Vota la fiducia al governo dei professori ma puntualizza che “trattasi di emergenza”, poi afferma solennemente: “Quando torneremo noi le cose cambieranno”. Già, “quando torneremo noi”. Sono due i punti sui quali Berlusconi fa sentire la sua voce. Il primo riguarda le pensioni, il secondo la “minipatrimoniale” sui capitali scudati. I messi a riposo rappresentano, insieme ai ricchi e agli evasori, il nocciolo duro del suo elettorato, praticamente se li è cresciuti come fossero figli. Gli ha propinato ore e ore di soap, di lacrime in diretta televisiva, di processi fasulli, di trasmissioni grondanti testosterone e viagra, di tette, culi e passera (che non è il ministro) “si vede-non si vede”. Li ha circuiti con storie inventate di sana pianta e quell’aria un po’ così, quasi fosse sempre Natale, che ha fatto innamorare la casalinga di Abbiategrasso e ringalluzzire l’ex macchinista delle FF.SS. di Busto Arsizio. “Non si possono toccare le pensioni – ha detto Silvio imitando Elsa Fornero – né rimettere l’Ici sulle prime case. Con quali soldi i pensionati potranno fare acquisti su Mediashopping?” Diciamolo, a Silvio dei pensionati non frega una mazza ma di salvaguardare il loro potere d’acquisto si. Da cinico blu qual è, Berlusconi ha sempre pensato ai cazzi suoi e molto meno a quelli degli altri, anche perché, se così non fosse, non si sarebbe mai permesso di spergiurare sulla testa dei figli costringendo Piersilvio a tenere ancora la mano destra in quel posto lì. Il secondo punto, quello della strenua difesa dei capitali scudati, parte invece da un assunto latino “pacta sunt servanda”. Insomma, secondo il Berlusconi pensiero, quello di far pagare l’1 per cento a chi riportava denaro sporco in Italia era suppergiù un patto fra gentiluomini e come tale doveva e deve essere rispettato. Certo che l’idea di governance di Silvio è quantomeno bizzarra. I patti con gli evasori vanno osservati mentre la Carta Costituzionale può essere disattesa, vilipesa, stravolta, considerata Carta sì ma straccia, utile ad accendere il fuoco nel camino una notte d’inverno. Non sappiamo quale concetto di “onore” Silvio abbia in mente, quel ch’è certo è che la sua visione appare, possiamo dirlo, molto particolare se la parola data conta più delle regole fisse di vita di una nazione e se, spesso, è una parola contra legem. Insomma, Silvio ha riassunto la postura di quando sta all’opposizione, la sua preferita. Si appollaia sul ramo in attesa che il corpo che giace alle sue zampe esali l’ultimo respiro. Poi gli plana addosso e inizia a scarnificarlo. Non si accontenta, lui, di sedersi sulla sponda del fiume e di veder passare il cadavere del suo nemico, Silvio deve “assaggiarne” la fine per placare i suoi istinti predatori, una sorta di vampiro che delirando esprime la sua massima “nulla più può esistere da quando qui ci sono io”. (indovinello cinefilo). E cita perfino i diari tarocchi di Mussolini pubblicati da Dell’Utri, Silvio vostro, perché in attesa di tornare a votare, ha deciso di non farsi mancare nessun appoggio possibile. Da quando ha visto quante migliaia di coglioni considerano un eroe Gianluca Casseri, il Callaghan di Firenze, Silvio ha pensato fosse il caso di iniziare a dialogare anche con la destra estrema e di fare un tour elettorale in tutte le case Pound d’Italia, non si sa mai. Mussolini, secondo la lettura di Silvio (che somiglia tanto a quella della Bibbia fatta dai Testimoni di Geova), non aveva poteri e si lamentava di “non poter fare neppure una raccomandazione” senza passare dai suoi gerarchi. In molti (molte) potrebbero smentirlo ma si sa, con Silvio occorre da sempre fare la tara alle parole senza senso che dice, ci si accorge così che il netto praticamente non esiste, sono tutte cazzate. Comunque, nei suoi infiniti deliri, Berlusconi ne ha avute anche per Umbertino Bossi e per il duo Merkel-Sarkò. “Bossi ha detto che se mi incontrasse scoppierebbe a ridere? E io a piangere”, ha esclamato Silvio con il ghigno luciferino, per il quale è noto in tutto il mondo alieno, parafrasando l’uscita del suo ex-prossimo futuro alleato. E infine ha dato ragione all’isolato Cameron che si è opposto alla ridefinizione dell’eurozona. “Credo che Cameron avesse ragione – ha dichiarato Silvio sorseggiando un te -. Avrei posto il veto circa questa volontà di una politica recessiva in Europa”. Siccome non legge i giornali ma guarda solo Emilio Fede, Silvio non sa che l’Italia sarà in recessione già dal prossimo anno. Ma a lui che gliene frega? L’importante è non disattendere il patto con gli evasori fiscali totali e scudati, il resto è paranoia comunista. Infine la perla delle perle: “Le frequenze televisive? Non mi interessano e Mediaset non parteciperà mai all’asta per l’assegnazione”. Infatti lui le vuole aggratis.  

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