Con la fantastica doppietta nel Gp di Germania, il Mondiale della Ferrari è completamente riaperto, sia per quanto riguarda il titolo piloti che quello costruttori. Al termine della stagione, infatti, mancano 8 gare, quindi, con 200 punti a disposizione, Fernando Alonso può legittimamente ambire a colmare il gap di 34 lunghezze che lo separa dal leader iridato Lewis Hamilton. La vettura di Maranello ha compiuto uno sviluppo prodigioso, iniziato con gli aggiornamenti aerodinamici portati nel Gp di Valencia e conclusosi oggi in terra teutonica, dove la Rossa è apparsa di gran lunga la monoposto più veloce e performante del lotto. Dopo aver risolto anche i problemi in qualifica, dunque, la Ferrari è diventata la macchina da battere. La concorrenza, però, può contare su un margine di vantaggio non indifferente nella graduatoria complessiva, dunque da qui sino alla fine servirà la perfezione per ribaltare un campionato sino ad oggi tormentato. La F10, infatti, si era dimostrata sin dal debutto (vincente) in Bahrain un bolide rapido ed affidabile; tuttavia la successiva crescita delle prestazioni, nel tentativo di imitare il sistema f-duct della McLaren, non aveva fornito i risultati sperati. ''Serve più fantasia nello sviluppo'', aveva tuonato qualche mese fa Stefano Domenicali. Detto fatto. Con il ritorno al 'fai da te' e l'adozione di soluzioni più estreme ed avveniristiche, la Ferrari è tornata la più forte. Nonostante i ripetuti errori compiuti da Alonso nel corso delle prime gare e dopo le ingiustizie patite negli ultimi due Gp, il Mondiale non solo resta alla portata, ma pare iniziare proprio adesso. Con una McLaren ormai in palese difficoltà ed una Red Bull stazionaria nelle prestazioni, infatti, esistono i presupposti per vivere un finale di 2010 a tinte 'rosse'. Servirà, come avvenuto oggi, anche l'apporto di Felipe Massa, anche se i rapporti con il collega iberico non sono di certo idilliaci. La F1 ci ha abituato a grandi rimonte, ultima in ordine di tempo quella di Kimi Raikkonen nel 2007 (-17 a 2 gare dal termine e poi campione del mondo). La Ferrari, dunque, ci crede: ora più che mai.
Federico Militello