Dottore, vivo I'angoscia di vedere la morte dei figli.
Ha pensato a come starebbe invece se assistesse alla nascita dei suoi genitori? È la stessa cosa.
Questo lo dice lei.
Vuole dirlo lei?
Perché me lo chiede?
Siccome oggi è la Giornata dei Risvegli le voglio parlare di come chi è in coma non stia perdendo tempo ma prendendolo: teoria del TP, Tempo Perso. Prendo tempo e intanto coordino il pensare. Capto dei perché che subito non vedrei. Analizzo I'intanto uso spazio cronologico, ma lo trasformo in metafisico, attraverso lo stupore di chi non capisce un nuovo atteggiamento e lo teme.
Questo lo dice lei.
Lo vuole dire lei?
No, provavo solo la sua bravura.
Cos'è mai la bravura?...
A proposito: di bravura si può morire?
È il caso del neonato che riuscì a non invecchiare mai, a non crescere nemmeno di un anno appunto: bravo era bravo ma smettendo di vivere resta bravo o diventa un ex symbol?
Si può essere già bravi appena nati e continuare ad esserlo da morti?
E siamo tornati alla sua angoscia iniziale su morte e figli. Lei è credente?
Credo.
In che senso?
Non mi crede?
Le credo, le credo, e mi dà I'occasione per farle notare la differenza tra credenti e creduti; e mi serve per chiedere: davanti a Dio i figli sono tutti uguali, e di fianco?
Non ci ho pensato.
È una provocazione per capire se c'è un punto oscuro nel guardare la vita, se c'è una zona d’ombra che non permette di osservare tutto ciò che ci sfiora, come un figlio o un genitore che interrompono una vita e ne cominciano un'altra.
Come negli specchietti retrovisori delle auto? Che se non giri anche la testa non vedi bene chi sta arrivando: penso si chiami... punto morto.
Si chieda perché.
Perché, se sopraggiunge qualcuno in quella zona e non lo vedi, lo uccidi...
Curioso. Mi serve comunque(come prima per il credere) a farle notare la differenza tra non vedente e non veduto: il non vedente è lei e il non veduto è il motociclista.
È peggio il credente o il creduto, il non vedente o il non veduto?
Ne parleremo la prossima volta analizzando il caso in cui il non vedente sia lei, madre che guida la vita e il motociclista, suo figlio, che lei investe della responsabilità, delle proprie angosce per la sua morte eventuale.
Forse la prossima la salto.
Alessandro Bergonzoni