«E-privacy, giunta ormai alla sedicesima edizione, è la conferma dell’esistenza nel nostro Paese di competenze e di attenzione alle delicate e importantissime sfide di un futuro sempre più digitale. Ci auguriamo che queste competenze vengano impiegate in tutte le sedi in modo che possano trasformarsi in vantaggi per società civile», le parole dell’ingegnere Marco Calamari del Progetto Winston Smith.
Sottolinea il rovescio della medaglia del diffondersi dell’Internet delle cose nella vita dei singoli il presidente dell’associazione Circolo dei Giuristi Telematici, Giovanni Battista Gallus: «L’essere circondati da una nuvola di sensori che interagiscono tra loro e con la rete nel nostro quotidiano apre interessanti prospettive ma pone allo stesso tempo seri problemi, rischiando di portare il tecnocontrollo a un livello estremamente invasivo. Ne parliamo in questa due giorni per avvertire di un pericolo: l’individuo che diventa totalmente “trasparente” perde qualunque residuo di sfera privata».
È una grande occasione per la Sardegna ospitare una manifestazione che si è sempre occupata di temi scottanti quali la tutela della privacy in rete: dalla profilazione di massa ai big data, dal tecnocontrollo ai problemi di sicurezza del cloud computing, dai droni alle app, dal decreto trasparenza (D.lgs 33/2013) alla data retention, dall’e-government all’accesso alle informazioni. E in particolare per Cagliari, città votata a cultura e innovazione, questa prima volta di E-privacy assume il fondamentale ruolo di stimolo al dibattito su temi di primo piano non solo per i cittadini, ma anche per le imprese che devono realizzare e implementare servizi innovativi e per l’amministrazione pubblica nell’ottica di smart city e smart community.