E quando qualcosa sfugge?

Da Acomealice @Acomealice

Di Chiara Bertinetti

È un esercizio molto semplice per imparare a fotografare: prendete una cipolla, sbucciatela, appoggiatela su un supporto dove possa godere di una buona illuminazione …. e ora prego, scattate 100 foto diverse!
Ho letto la lettera di Sabrina, la mamma di Eric. È vero. A volte, ma che dico a volte, sempre, nel nostro rapportarci al mondo e alle persone cerchiamo di far sì che queste diventino non simili, scusate il gioco di parole ma assimilabili a noi.
È una questione di sicurezza e tranquillità. Ci dà un certo senso di serenità sapere che tutto è interpretabile, dunque spiegabile, e quindi “gestibile”.
Nella mia esperienza come terapista di riabilitazione equestre, ho avuto modo di seguire diversi bambini affetti da Sindrome di Asperger. Devo dire che veniva festeggiato come un successo da parte di tutta l’equipe, l’apprendimento da parte del bambino di alcune nozioni tecniche di base per la conduzione del cavallo. Ma era vissuto come la scoperta di un tesoro il momento in cui il bambino ti mostrava il suo modo di relazionarsi al cavallo.
Si cerca in tutti i modi, ad ogni costo, di farlo rientrare nei “ranghi”. Salvo poi apprezzare gli spiriti eccentrici, estrosi, in parole povere “diversi”. A patto che siano sufficientemente lontani dal nostro mondo, da non minacciarlo.
Pensiamo davvero per un attimo al nostro piccolo mondo. Pensiamo alla scuola, materna, elementare o media che sia.  Ci sono insegnanti che, in nome dell’ordine  , appiattiscono un’intera classe su regole di comportamento e standard di apprendimento che fanno, di quella classe, un esempio eccellente di disciplina e rendimento scolastico. E ci sono insegnanti che cercano, con grande sforzo e maggior rischio, di far emerge e sbocciare l’individualità di ciascun allievo, creando inevitabilmente …  diversità. Preziosissime diversità. Chi di noi non  si è commosso guardando “L’attimo fuggente”? Eppure chi di noi, razionalmente, accetterebbe di vivere sulla propria pelle il rischio che il proprio figlio diventi così consapevole del suo essere, non diverso, ma semplicemente se stesso, da mettere in gioco la propria vita ?
Siamo tutti dei diversi, perché tutti abbiamo un noi stessi da scoprire.

Solo che qualcuno crede che la cipolla si possa fotografare in un solo modo: di fronte. Qualcuno si azzarda ad arrampicarsi su una sedia e a immortalarla dall’alto. Un discreto fotografo tirerà fuori quaranta inquadrature diverse.  Ma capita che arrivi un bambino, penso ad Eric, la tagli in due … e ci riveli un mondo di linee e goccioline che non potevamo e non sapevamo vedere.