Forse è arrivato il momento di mettere da parte le ironie, occorre parlare chiaramente, senza fronzoli: sarò inesperto, non avrò un titolo di studio adeguato, sarò anche visionario, ma a me pare che la Chiesa di San Matteo stia cadendo.
In effetti a passarsela male è tutto il colle, l’inverno è stato particolarmente rigido e piovoso, gli smottamenti sono stati parecchi (link ad un mio vecchio articolo) e il rischio di ulteriori è più che reale. Ma – come si diceva in un bel film di qualche anno fa – è la natura e non ci possiamo fare niente. Dove invece l’uomo può – continuando a parafrasare dal film – e in buona sostanza non agisce, è proprio nei riguardi dell’antica matrice cittadina. Avevo già in passato segnalato il pericolo del soprappeso conseguente ad un tetto di cemento armato, insostenibile intellettualmente quanto fisicamente. E ribadisco i miei dubbi – da assoluto inesperto in materia – mettendo in risalto l’effetto compasso che si evidenzia ormai da anni sulle colonne che separano le navate.
Ancora una volta ripresento una foto dove è possibile accorgersi ad occhio nudo di quanto sia “non a piombo” il muro laterale destro della fabbrica stessa (quello che si affaccia sulla città). Da notare anche la lesione sull’apertura/finestra laterale della facciata.
Ma la grossa novità di questa primavera sono i palesi “distaccamenti” in atto. Ben visibili – sullo stesso punto – dall’esterno, come dall’interno.
Probabilmente ad aggravare le condizioni già precarie è stato ancora una volta l’umido inverno. D’altronde le infiltrazioni e la muffa sul cemento parlano da sole.
Ora resta da chiedersi solamente quali siano le intenzioni in merito della cittadinanza e dei prossimi eletti dalla stessa. Simbolo non è solo quello sul facsimile elettorale. E se San Matteo è forse il simbolo più importante di Scicli, vale la pena ricordare l’etimologia del termine, dal verbo Symballo, ovvero “mettere insieme”. San Matteo è il “patto” (“il mettersi insieme d’accordo”) su cui si regge la nostra società cittadina, che se ne rendano conto tutti.
Gaetano Celestre