E se fosse stato condannato?

Creato il 04 novembre 2012 da Davideciaccia @FailCaffe

La storia è ormai nota a tutti: Nichi Vendola, accusato di aver esercitato indebite pressioni al fine di riaprire un concorso e quindi favorire il dott. Paolo Sardelli nella nomina a primario di chirurgia toracica al S.Paolo di Bari, è stato assolto con formula piena, perché il fatto non sussiste.

Ovviamente, tiriamo tutti un sospiro di sollievo, come sempre quando qualcuno viene assolto, e, a maggior ragione, quando questo qualcuno ha incarichi di governo, e questo riesce a restituire anche un po’ di decoro alla politica.

La domanda che mi sono posto in questi giorni è però la seguente: e se fosse stato condannato?

Sicuramente, giuridicamente parlando, Vendola si sarebbe macchiato di un reato grave, e sono certo che avrebbe tenuto fede alla sua promessa di ritirarsi dalla vita pubblica, da persona seria e per bene qual è.

Ma dal punto di vista etico?

Si potrebbe definire un “reato contro la pubblica amministrazione” l’aver raccomandato, per un posto di grande responsabilità, una persona capace ed adatta, a prescindere dalle solite logiche di lottizzazione e militanza politica, cui siamo abituati?

Si potrebbe definire un “reato contro la pubblica amministrazione”, quindi contro i cittadini italiani tutti, raccomandare un medico che in tre anni prende un reparto che non dispone di più di 4 bagni per 25 persone, senza zanzariere e materassi, e lo rende uno dei tre migliori centri di chirurgia toracica in Italia?

Sarebbero stati Vendola, Sardelli, e Lea Cosentino colpevoli?

Per me, no, e dovremmo avere il coraggio di considerare la raccomandazione un mezzo, come un altro, di far prevalere il merito e le capacità. Anzi, se la percezione sociale cambiasse, ed un politico venisse giudicato anche per la credibilità ed i risultati raggiunti dalle persone cui ha affidato incarichi di responsabilità, sono certo saremmo un paese migliore.

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