E SE FOSSE TUTTA UNA COMMEDIA?
Il primo è Berlusconi che viaggia con due scarpe per piede. Ci sta benissimo. Con una appoggia il governo Monti, e manda a dire a tutto il paese che lui si è ritirato facendo una grandissimo “gesto di responsabilità”, con l’altra organizza la caduta del governo Monti, per vendicarsi di essere stato cacciato via con ignominia.
L’altro è Bossi che, oltre a definire Berlusconi una mezza cartuccia, minaccia di far cadere Formigoni.
E’ una canzone che piace molto a Berlusconi, perché così si toglierebbe di mezzo un pericoloso concorrente
Non si può dimenticare che Formigoni è un ciellino potente e di classe e può mettersi veramente di traverso alle mire berlusconiane, che sono ancora ben vive.
Un esempio eclatante. Il dominio di Formigoni, con annesso il controllo della lombarda Opus Dei, è in rotta di collisione con le ingerenze berlusconiane in Vaticano.
Chi ha potuto seguire la trasmissione “Gli intoccabili” del 25 gennaio scorso su la7, se n’è reso conto.
Una potente “cricca di fornitori” e banchieri si era inserita negli affari vaticani ed ingrossava i propri portafogli, con operazioni in perdita per il governatorato. Sostanzialmente si mettevano in tasca quell’8 per mille che gli italiani pagano alla Chiesa. Come dire che i soldi tornavano a casa.
Per sanare questa cosa fu messo, a capo del governatorato vaticano, mons Carlo Viganò, che riuscì a sanare il problema, ma pestò molti piedi.
Immediatamente Sallusti, il direttore del calzino turchese e contemporaneamente direttore del giornale di famiglia, attaccò, con articoli anonimi sul quotidiano, il prelato Viganò, con esplicite espressioni, parole di sospetto. che indicavano l’opportunità di un allontanamento del prelato da quell’incarico. Motivi: sospette tensioni interne!
Cosa che è stata fatta dal cardinale Bertone, che ha spedito Viganò, a 7.000 chilometri di distanza a fare il nunzio apostolico a Washington senza neppure promuoverlo a cardinale.
Ratzinger che vuole risanare il suo governatorato, pare che non sia stato al corrente delle sottrazioni di denaro da parte della cricca dei fornitori e allontana chi ha risanato i conti, servendosi del cardinal Bertone, Berlusconi che vuole mantenere gli intrecci e gli interessi privati in Vaticano, pare non fosse al corrente di quanto scriveva il suo quotidiano e si serve di Bossi per scalzare il possibile concorrente Formigoni.
Tutto torna. Un intreccio blasfemo tra economia e politica e religione, dove non si distingue più quali delle tre sia la “Fede”.