E se la corea del nord stesse arricchendo l’uranio per l’iran?

Creato il 06 dicembre 2013 da Nopasdaran @No_Pasdaran

La Repubblica Islamica, non ci si faccia illusioni, non ha alcuna intenzione di abbandonare il suo programma nucleare e, men che meno, il suo proposito di arrivare a possedere la bomba. Quello firmato a Ginevra dal regime, quindi, non è niente altro che un accordo di convenienza, intenso a riportare l’economia iraniana fuori da una crisi senza precedenti. E’ chiaro, però, che nei prossimi sei mesi l’Iran non sarà libero di portare avanti il programma nucleare in piena libertà e di installare ancora centrifughe per l’arricchimento dell’uranio a proprio piacimento. A questo punto, per gli Ayatollah si pone il dilemma di come riuscire ad non perdere tempo prezioso senza essere scoperti dalla Comunità Internazionale e senza rischiare di buttare al mare gli effetti della charm diplomacy di Rohani. Come risolvere il problema?

A quanto sembra, una riposta potrebbe arrivare direttamente da Pyongyang. E’ di questi giorni un nuovo report dell’istituto americano ISIS, in cui vengono denunciate nuove attività nell’impianto nucleare di Yongbyon. Secondo quanto rilevato dalle immagini satellitari, infatti, risulterebbe che la Corea del Nord sta portando avanti attività di conversione della yellocake (l’uranio appena estratto dalle miniere) in diossido di uranio, una fase intermedia per la successiva conversione in metallo e in carburante per il reattore di 5 MWe in possesso dei nordcoreani. Le immagini satellitari, inoltre, hanno rilevato anche la presenza di un nuovo impianto che, secondo quanto denunciato dall’ISIS, servirebbe per l’installazione di nuove centrifughe per l’arricchimento dell’uranio.

La collaborazione tra la Corea del Nord e l’Iran, come è noto, non rappresenta una novità. E’ di questo mese, tra l’altro, la notizia dell’arrivo di scienziati iraniani a Pyongyang, allo scopo di studiare lo sviluppo di un nuovo missile balistico. Non sarebbe una sorpresa, quindi, se si scoprisse che il regime comunista, già in possesso della bomba nucleare, si fosse messo a disposizione degli Ayatollah - dietro opportuno pagamento – per aiutare il regime iraniano a continuare ad arricchire l’uranio di nascosto. Vogliamo ricordare che le centrifughe usate dalla Corea del Nord per arricchiere l’Uf6. sono praticamente le stesse usate dall’Iran e provengono entrambe dalla rete clandestina del pakistano A.Q. Khan. Per molti affermazioni del genere rappresentano unicamente delle congetture ma, in fin dei conti, nessuno può negare la razionalità di un simile piano.

Se queste indiscrezioni risultassero veritiere, infatti, l’Iran potrebbe tranquillamente vivere sei mesi di rendita, ottenere il ritorno degli insvestitori esteri per poi accusare l’Occidente di aver fatto fallire l’accordo definitivo sul nucleare e ripresentarsi in scena con un quantitativo di uranio capace di classificare l’Iran come un “paese di soglia”, ovvero come uno Stato capace di costruire la bomba nucleare in poche settimane. 


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