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E se non ce la faccio? Ovvero sul l’importanza di circondarsi di noi stesse

Creato il 21 marzo 2016 da Valentinap @mammeaspillo

“E se non ce la faccio?” è una domanda tipica da futura mamma e mamma in generale. La risposta è che puoi tranquillamente non farcela, basta tenere presente questo segreto!

Siamo all’ottavo mese. Ottavo. Tra meno di due mesi avrò tra le braccia il mio quarto figlio, nonché primo maschio.

“Sei una veterana”, direte voi e in effetti il mio pensiero iniziale dopo il “oh m…a” successivo alla visione delle due linee rosa del test di gravidanza è stato questo.

Ma vi dirò, l’effetto “sicurezza da veterana” è già finito, sostituito da quel “e se non ce la faccio?” che le future mamme e le mamme in generale conoscono benissimo.

E se non ce la faccio? Ovvero sul l’importanza di circondarsi di noi stesse

Così, quando il “e se non ce la faccio” è venuto a trovarmi, ho cercato di prendermi del tempo per rispondere (di notte ovviamente, quando le bambine e il marito dormono, anche perché parlare di queste sensazioni con gli uomini è piuttosto inutile, nonostante la mia stima per il genere maschile).
Che succede se nasce il mio quarto figlio e io non ce la faccio? Ma soprattutto che significa “non ce la faccio”?

Potrebbe succede che io non ce la faccia ad alzarmi subito dopo il cesareo come è stato nelle tre volte precedenti. Questo causerebbe un danno enorme a mio figlio? No.

Potrei non avere latte questa volta o semplicemente decidere con con quattro figli questa volta non me la sento e non ce la faccio ad allattare (le sto vagliando tutte eh…). Questo causerebbe un danno enorme a mio figlio? No.

Potrei non farcela a conciliare immediatamente la nascita di Gregorio con le esigenze delle altre bambine. Questo causerebbe un danno enorme a mio figlio o alle altre figlie? No.

Potrei non farcela a sorridere a marito, parenti, amici a causa della stanchezza e delle notti insonni. Questo causerebbe un danno enorme a mio figlio o ai miei rapporti personali? No.

Potrei non farcela ad amare istantaneamente questo bambino come amo le altre perchè ancora non mi rendo nemmeno conto che sto per diventare mamma di nuovo. Questo causerebbe un danno enorme a mio figlio? No.

Potrei faticare a conciliare il mio lavoro con un nuovo neonato piangente per casa. Questo causerebbe un danno enorme a mio figlio o al mio lavoro? No.

Potrei faticare a tornare in forma fisicamente perché già il primo cesareo è faticoso, ma il quarto, parliamone… Questo causerebbe un danno enorme a mio figlio, alla mia persona, al mio lavoro? No.

Potrei faticare a riprendermi mentalmente da quella sensazione di “pancia vuota” che si prova sempre da neomamma, potrei persino soffrire di depressione post partum e dover ricorrere ai farmaci. Questo causerebbe un danno enorme a mio figlio o a me stessa? No.

Potrei non avere voglia o energia per fare sesso con mio marito nell’immediato. Questo causerebbe un danno enorme al mio matrimonio? No.

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Insomma, potrei non farcela a fare tante cose. Anzi, SICURAMENTE non ce la farò a fare delle cose. Non riuscirò ad essere perfetta nè come madre, nè come moglie, nè come ex moglie, nè come amica, nè come nuora, nè come nulla.
Ma francamente a me interessa altro.

Si parla tanto dell’importanza del circondarsi di persone che ti vogliano bene e ti aiutino nel post-parto e in generale sempre, quando si hanno tanti figli. Sono d’accordo solo in parte. La prima persona di cui ho bisogno di circondarmi è ME STESSA.

CIRCONDARCI DI NOI STESSE. Sembra una contraddizione ma non lo è. Perché se ci circondiamo di noi stesse, della nostra esigenza di vivere la vita in un certo modo, del nostro peculiare modo di fare le mamme, della nostra voglia o meno di ricorrere ad aiuti esterni, dei nostri tempi, delle nostre paure e delle piccole gioie, solo così, se rimaniamo centrate su quello che siamo e vogliamo, il “e se non ce la faccio” non ha senso.

Non possiamo “non farcela” ad essere noi stesse. Probabilmente non lo saremo in certi giorni o momenti, devastate dalla tempesta ormonale, ma in generale ce la faremo sempre. Ecco perché se siete mamme o state per diventarlo vi consiglio di non combattere ansie e paure affidandovi ad altri, ma di centrarvi su ciò che siete e sentite. Analizzate a fondo, sdrammatizzate, piangete, ridete di voi stesse, disperatevi per notti intere se necessarie ma rimanete centrate su ciò che sentite lasciando perdere i consigli non richiesti o gli aiuti non gratuiti.

E piano piano vi troverete o ri-troverete, con un figlio, due, quanti ne volete. Perchè se non dimenticate di essere in contatto col vostro cuore e il vostro io, se lasciate perdere l’ansia da organizzazione, l’esigenza di perfezione e vi perdonate un pò, la paura di non farcela pian piano lascerà posto ad un delizioso sentimento di auto-accetazione che fa bene allo spirito e al corpo.


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