Tunisia, Egitto, Bahrein, Oman, Libia … Abbiamo progressivamente visto rivoluzioni in questi paesi a partire dal mese di gennaio. Il mondo sta anche guardando alla Cina come prossimo scenario di queste sorprendenti rivolte. Ma, quali sono i punti in comune dei vari paesi arabi con la Cina? In effetti, è piuttosto difficile stabilire un parallelismo tra gli stati arabi e la Repubblica Popolare.
Naturalmente tutti sono dittature. Ma questo non significa che siano necessariamente comparabili. I governi di Egitto e Tunisia sono stati sostenuti dai paesi occidentali. Quando gli Stati Uniti e l’Unione europea hanno ritirato il loro sostegno, la tirannia è crollato. La Cina è un regime forte e può affrontare una rivolta da sola, anche in mezzo a una forte pressione internazionale, come abbiamo visto con la rivolta del Tibet nel 2008. Ci sono stati un paio di proteste in Cina dopo le rivolte arabe, ma furono facilmente represse dalla polizia che come in qualsiasi Stato, è il protagonista chiave della repressione. Se si guarda di nuovo verso la Tunisia e l’Egitto, ricorderemo che gli eserciti si sono uniti al popolo per rivendicare la libertà. Non sparano sui manifestanti, e hanno “convinto” i dittatori a cedere il potere. In Cina ci sono forti legami tra il partito e l’esercito, dobbiamo ricordare cosa è successo in piazza Tiananmen nel 1989. L’Esercito di Liberazione Popolare e il Partito sembrano aver raggiunto una sintonia di interessi. In Tunisia, l’esercito è stato tenuto separato dai circoli di potere, in Egitto, i militari non erano responsabili della repressione (era la temuta polizia segreta).
Accanto alle questioni politiche, la società cinese è molto diversa da quella egiziana, tunisina, libica, etc. Un numero relativamente grande di cittadini cinesi hanno standard di vita paragonabile a quello vantato nelle società europee o americane (in particolare nelle città cinese poste più ad oriente). La censura comunista sembra rimanere più efficace delle dittature autoritarie arabe. Nel caso del web dovremmo ricordare Lo Scudo d’oro il Great Firewall controllato dal governo cinese, che ha svolto un ottimo lavoro per controllare l’accesso ai motori di ricerca come Google, e siti di social media come Twitter. Il governo di Pechino è più prudente rispetto a Mubarak, ha annunciato misure per compensare la mancanza di libertà. Ciò detto, la velocità con cui i funzionari cinesi hanno applicato un giro di vite (con blocchi tecnologici, e fisici) anche sulla più piccola scintilla di agitazione, indica il loro nervosismo. Sono alla ricerca di stabilità, non riforme.
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