Di Simone Stenti Ora ci ritroviamo pure con un bel bagaglio di rimpianti: il gol di Lodi al 95’ di settimana scorsa brucia sempre di più. Come brucia il 2-2 col Cesena, la sconfitta in casa col Bologna (detto tra parentesi: una squadra vergognosa e senza dignità), quella a Lecce, la partita non giocata a Firenze. Ma bastava vincere col Catania e la zona Champions sarebbe stata lì, a portata di mano.
Mi ha molto colpito, a partita strafinita, un lungo e sentito abbraccio tra Del Piero e Buffon. Era la gioia di una coppia che ha visto e vinto di tutto e che sente di poter condividere l’orgoglio di una vittoria a Roma, che non ci schioda dal settimo posto, ma che dimostra che la squadra in campo è più unita e convinta di quanto stia dimostrando la stessa Società. La quale, in quest’ultimo periodo, non sembra interessarsi a come potrebbe finire il campionato.
Una ridda di voci si sussegue circa il post-Delneri e nessuno si prende la briga di far quadrato per garantire un finale di torneo dignitoso all’allenatore di oggi. Con acume, Gianni Ippoliti sta sfangando da settimane alla Domenica Sportiva la sua rassegna stampa demenziale presentando la prima pagina di Tuttosport tappezzata da 60 foto dei candidati alla nostra panchina. Quando si scherza, qualcosa di vero ci scappa sempre.
Che poi ci manca pure che, per miracolo, ci scappi il quarto posto e la frittata sarebbe fatta davvero: con Delneri quarto, come verrebbe accolto Mazzarri, a cui si stanno srotolando i tappeti rossi? Ma questa più che una provocazione, ahimè, è una chimera: la Champions continua a essere lontanissima (certo che se Roma-Milan e Udinese-Lazio finissero in pareggio…).