"E' sempre l'ora dei Pavesini" - Il biscotto-icona, che ha unito l'Italia

Creato il 24 settembre 2013 da Emercatali


il Pavesino
da Novara (Piemonte-Lago Maggiore)
il biscotto-icona che ha unito l'Italia

Ricorrono sessant'anni dalla nascita, a livello industriale, del biscotto-icona che ha unito il suo nome al boom economico italiano, accompagnandolo all'idea stessa di modernizzazione che il nostro Paese andava compiendo a ritmi oggi impensabili, allargando la fasce di benessere a vasti strati della popolazione del nostro Paese. L'azienda piemontese che produceva il geniale biscotto, coi suoi primi stabilimenti a Novara, presso il lago Maggiore, ci annunciava, attraverso gli spot pubblicitari dell'epoca: "E' sempre l'ora dei Pavesini", mettendo l'immagine dei biscottini novaresi al posto delle ore dell'orologio. Era infatti nato, con atto notarile a Milano nell'anno 1953, un vero impero economico, con stabilimenti in tutta Italia, nel quale si produceva lo "snak" che Carosello aveva cominciato a diffondere con la televisione, il quale altro non era che la versione industriale del famoso ed antico biscotto della Città di Novara, prodotto da Mario Pavesi già fin dal 1937 in un piccolo forno di pochi metri quadrati.
 
Dal 1950 in poi l'Azienda novarese incominciò l'opera di diffusione del proprio marchio su tutto il territorio nazionale, procedendo, di pari passo con la realizzazione della nuova rete autostradale italiana, alla costruzione dei suoi famosi Autogrill a ponte. Essi riportavano sulle proprie coperture, in mezzo alle carreggiate, la sagoma inconfondibile del "biscottino" roportante al centro il logo di Pavesi. Pubblicità più efficace non era possibile, in quanto, a differenza degli spots di Carosello, che per quanto fossero martellanti non potevano possedere le caratteristiche di durata nel tempo degli Autogrill, ma soprattutto non potevano fornire una risposta tanto reale all'automobilista quanto quella di un autentico ristoro, così efficacemente reso esplicito, quale quello d'un ponte che lasciasse veder scorrere sotto di lui un traffico tanto veloce quanto ricco di speranze: la società italiana stava avviandosi alla modernità di un benessere da tutti perseguibile, e si avviava a diminuire le ataviche distanze che avevano storicamente diviso il Nord dal Sud. La velocità che caratterizzava questa vicinanza era sotto gli occhi di tutti, specialmente di quelli che avano perfino il tempo di formarsi a gustare una colazione sul ponte di Pavesi, lungo la via delle meritate vacanze.
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Il primo Autogrill di Pavesi nasce sulla Milano-Torino nel 1950. Già Taccuini Internazionali ha trattato il tema qui richiamato, della modernizzazione del Paese tramite la sua rete autostradale e la presenza costante e diffusa degli autogrill Pavesi, innovativamente capaci, con la loro struttura a ponte, di captare la propria clientela da entrambe le direzioni di marcia, portandola sino al centro del nastro asfaltato. Di lassopra poteva essere addirittura consumato un pasto, così coniugando molte delle aspirazioni degli automobilisti di allora: una comoda pausa dallo stress d'un lungo viaggio, ma anche sentirsi parte di una comunità, ovvero cittadini d'un Paese nel quale la nuova "way of life" accomuna e rende simili, ed anche sentirsi parte attiva d'un raggiunto benessere per tutti, avvertire la sensazione di potersi concedere "lussi" una volta impossibili, non solo quindi il possedere una macchina, ma anche poter accedere ai gratificanti servizi che ad essa sono connessi, sentirsi parte di una comunità che fa cose che piacciono e che sembra marciare verso ulteriori lidi, sempre migliori
 (http://taccuinodicasabella.blogspot.it/2012/01/architetture-autostradali-icone-mute.html). 
Questo il sentimento che univa gli italiani di allora, ancora memori degli eventi bellici da poco trascorsi, e le infinite calamità ad essi legati.

Oggi Pavesi fa parte del Gruppo Barilla, che venti anni fa ne ha acquistato il 100% del pacchetto azionario. Il fondatore, Mario Pavesi (1909-1990) è ancora oggi ricordato da un bassorilievo posto all'ingresso dello stabilimento, con una sua massima: "Arrivare prima degli altri": è un motto quasi da artista, nel senso che la primogenitura è ciò che più conta in tal genere di cose. E come nell'arte anche nelle idee d'una industria dinamica conta l'essere giunti per primi a dire certe cose, a sostenere ed a realizzare certi valori, perchè poi tutti potranno usufruirne i benefici. Egli arrivò per primo a produrre industrialmente il centenario biscotto novarese, rendendolo uno "snak", primeggioò negli autogrill, fu il primo ad inventare i crackers, poi fu la volta dei biscotti farciti (i Ringo), nati nel 1967. Una storia di successi che hanno prodotto i 150 milioni di euro investiti nello stabilimento di Novara, nel quale lavorano ancora oggi 400 dipendenti. Lì si è stati primi anche con l'invenzione della cottura a vapore, che ha eliminato il 30% di grassi.

Anno 1950, Topolino, Fiat 600 e 1100, Giuliette Alfa Romeo, Alfa 1900, le auto di automobilisti tra loro diversio ma uniti momentaneamente dall'essersi fermati in un parcheggio di Pavesi, per quella pausa di riposo da tutti ugualmente agognata ed agìta, italiani ricchi e poveri (i ricchi un po' più sobri, e i poveri un po' meno poveri di prima, in un momento di relax dopo il lungo viaggio intrapreso. C'era chi partiva dal Nord lavorativo per raggiungere il Sud della casa di famiglia, e viceversa. Questa era l'Italia che sapeva bene dove andare e che, soprattutto, vi sapeva andare. Una Italia decisa na tutto pur di promuoversi e giungere all'agognata meta (nella metafora e fuor di metafora). L'Italia delle speranze perseguite senza tentennamenti o remore. L'Italia che forse ancora non conosceva quei comportamenti anomali che, prima o poi,  ne avrebbero inficiato il percorso economicamente virtuoso.
Enrico MercataliLesa (Novara), 23 settembre 2013

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