"Non posso fare 'cosa'?" gli ho chiesto.
"Non puoi diventare una campionessa".
Avevamo otto anni.
Come spesso facevo, non ho risposto. Ma da quel giorno mi sono ritrovata con un allenatore.
Forse, per colpa di Ahmed avevo perso un compagno di giochi, anche se non volevo ammetterlo. Però avevo trovato me stessa.
Dopo quel giorno mi sono trasformata in ciò che avevo sempre desiderato essere: un'atleta.
E tutto questo grazie ad Alì, senza che lui nemmeno se ne rendesse conto.
L'ho stretto forte in un abbraccio e siamo usciti fuori, a correre nel vento di quel pomeriggio di festa infinita.
(Giuseppe Catozzella, Non dirmi che hai paura, Feltrinelli)