E' stato il figlio
di Daniele Ciprì
(Ita-Fra 2012)
Un giorno, complice un incidente stradale che vede coinvolto un giovane che aveva sottratto l'auto al padre, racconta quanto accaduto alla famiglia Ciraulo molti anni prima.
Siamo nella Palermo degli anni Settanta, Nicola Ciraulo (Toni Servillo) tira a campare insieme ai propri congiunti come può, insieme all'anziano padre e al figlio Tancredi recupera ferro dagli scheletri delle vecchie navi ormeggiate nei cantieri navali. La fortuna dei Ciraulo- ed è questo il primo dei paradossi del film - arriva tramite le pistole di due killer, che nel tentativo di ammazzare Masino (Piero Misuraca), nipote dei Ciraulo, uccidono, per sbaglio, la figlia minore Serenella (Alessia Zammitti). Il padre di Masino, cognato e amico di Nicola, fa balenare l'ipotesi di un risarcimento da parte dello Stato per le vittime di mafia. La sola promessa del danaro sconvolge la vita dei Ciraulo, li porta a indebitarsi con gli strozzini, in attesa che si compia l’estenuante iter burocratico. Alla fine, quando i soldi arrivano davvero, sono diventati pochi per alimentare il sogno di stabilità economica, bastano però per coronarne una parvenza di benessere, l’acquisto di una costosissima Mercedes.
Ma la vera forza del film è nella capacità del regista di raccontare con estrema lucidità un'umanità pregna di immoralità, inconsapevole complice della propria miseria.
Per gran parte del film, Daniele Ciprì usa toni farseschi alla Cinico Tv (si va dalla coreografia sulla nave alla forfora dell'avvocato) con personaggi come quelli del Prefetto, dello strozzino e dell'avvocato che altri non sono che "l'evoluzione" degli indimenticabili fratelli Abbate, Pietro Giordano, Rocco Cane e il ciclista Francesco Tirone.
Recitazione volutamente sopra le righe (da qui la scelta di un protagonista non siciliano) proprio per sottolineare quanto, in teoria, i personaggi appartengano ad una Palermo di quarant'anni fa, quasi una rievocazione del passato, ma che in realtà sono estremamente legati al presente come a rimarcare che forse saranno cambiate le facce, le parole, i gesti, ma il modo di vivere è dettato ancora dal consumismo.
Straordinario cast con un grande Toni Servillo (c'è ancora bisogno di ripeterlo?) e l'ottimo Alfredo Castro l'indimenticabile Raùl Peralta in Tony Manero (2008) di Pablo Larrain Analisi di una Sicilia arcaica, matriarcale, affamata, alla affannosa ricerca di un benessere fatto di oggetti inutili.
E' stato il figlio è dramma grottesco e dolente e sopratutto buon cinema di casa nostra. In concorso a Venezia 2012.