E sul Corriere della Sera va di scena lo scandalo dei tre sovrintendenti cacciati da Siracusa

Creato il 08 novembre 2014 da Giornalesiracusa

News Siracusa: Arriva al Corriere della Sera e alla penna di Gian Antonio Stella la vicenda tutta siracusana delle rimozioni alla Soprintendenza ai Beni Archeologici e Culturali.

Rewind: dopo l’uscita di scena di Maria Rita Sgarlata dallo scacchiere politico dei Beni architettonici viene rimossa la sovrintendente Beatrice Basile, nominata dalla stessa Sgarlata. Adesso vengono “allontanati” – o meglio “fatti ruotare” – anche Rosa Lanteri,  Alessandra Trigilia e Aldo Spataro responsabili alla Sovrintendenza aretusea dei beni archeologici, paesaggistici e architettonici. Tutto perchè il gruppo era stato fortemente d’ostacolo agli imprenditori edili nel tentativo di cementificare Siracusa e soprattutto nella costruzione dei porti turistici.  

Il bacino del Porto grande è tutelato da un decreto del 1988 che vincola l’area che va dal Maniace a Punta del Mola, le foci dell’Anapo e del Ciane, il castello Eurialo, le saline, le Mura Dionigiane: quello che Stella ci ricorda essere, riportando il dettato della legge “spettacolo di mare , oltre ad essere ricordato da Tucidide, Diodoro e Cicerone,  teatro di avvenimenti di fondamentale importanza» il bacino va considerato «un insieme unico al mondo»”.

Il Corsera, a questo punto, ci ricorda i due progetti faraonici dei porti oltre alle cementificazioni di Epipoli e all’inceneritore di Augusta e fa un excursus degli ultimi anni contrapponendo la gestione della Muti a quella della Basile.

I tre soprintendenti sono stati infine defenestrati, chiamando in causa la regola della rotazione dei dipendenti pubblici che Stella – ma chè non lo sapevamo, noi? – ricorda non essere applicata quasi in alcuna Soprintendenza siciliana e sono anche stati oggetti della richiesta di risarcimento di 423.000 euro da parte dei costruttori stoppati al Porto e a Epipoli e in questo lasciati soli dallo Stato e dalla Regione.

A Stella un plauso per aver fatto uscire dalla palude la vicenda a noi l’amarezza per quell’incipit: “Festa grande, brindisi e «urrah!» tra i cementieri di Siracusa”…


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