Ti respiro ancora. Dentro i miei occhi. Nei sensi assopiti. Mentre il cielo dice la sua e promette novità.
Alla fine piove. Scendono gocce di rugiada, che accarezzano la pelle. Per un attimo si mischiano alle lacrime. Ma è solo un attimo. Un frangente.
Profumo di erba, pini, fiori dai nomi sconosciuti, mirtilli, sottobosco, funghi appena spuntati. E di ricordi. Quelli che si colorano nel cuore di chi ti ha accompagnato, mano nella mano, sin dall’adolescenza e poi molto più in là.
Profumi e ricordi. E amore. Lo vedi, Elia, che piccolo grande miracolo che hai fatto, a farci venire tutti qui? Per te. Con te. Insieme.
Ancora pioggia. Adesso è intensa. Spontanea. Sembra un tributo celeste, a tema, nulla di casuale.
Nuvole basse. Scenario da favola. O da film. Splendido. Incredibile.
Non c’è tristezza, in nessun frangente, nel constatare che tutto è come perfetto. Sereno. Aggraziato.
Speciale.
Certo. Se ci penso non poteva essere diversamente.
Speciale.
Come te. Come tutto quello che hai fatto. Nei giorni della tua vita, nei minuti della tua sofferenza, nei frangenti che tutti conosciamo. Mai nulla di banale. Di scontato. Di stupido. Che invidia che ho, per quella tua saggezza che ti era entrata nelle ossa. E non esagero. So di non farlo. Ascolto solo il cuore.
Grazie.
Per tutto.
Ad aspettaci. Se vorrai.
Intanto, respira con noi. Ancora per un po’.
MaLo