Da grande amico di Berlusconi, Mubarak ha imparato subito a come reagire alle proteste del popolo: infischiandosene. Resistere finché si può, questa è la parole d'ordine per entrambi, resistere perché se si va via si perde tutto, se si va via è l'inizio della fine. E così in una conferenza stampa dove tutti davano per certe le dimissioni del Presidente egiziano, ecco il coup-de-teatre: "non mi dimetto".
Parole che noi italiani conosciamo molto bene e che pensavamo fossero una esclusiva nostrana. Nulla di più falso. Dopo aver inventato ed esportato nel mondo organizzazioni come le banche (1406) ed ideologie come il fascismo (1919) ora il nostro Paese può vantare anche un altro primato: l'invenzione e l'esportazione del berlusconismo. Anche Mubarak, come il suo amico italiano, fa parlare la ciurma che gli sta attorno, in questo caso il vice-presidente Suleiman, al quale fa dire: "Andate a casa, tornate a lavorare, non ascoltate le tv satellitari". Analogie imbarazzanti, come si vede.Resta da vedere come reagirà il popolo egiziano davanti a questa presa in giro: se ne farà una ragione per tirare a campare sperando nel nuovo o vorrà tracciare il solco di un futuro migliore? Se sceglieranno questa seconda ipotesi, è pacifico che non l'avranno imparata da noi.