Leggo Gli innamoramenti di Marías (ne ho letto un centinaio di pagine, ma per carità non fate l’errore di riferire il titolo di questo post all’opera del buon Marías perché sareste drammaticamente fuori strada). Sulla quarta di copertina c’è scritto questo: «Un romanzo che incanta e ipnotizza il lettore». Non si sa chi abbia pronunciato un simile giudizio, si sa solo che è apparso sulle pagine del Süddeutsche Zeitung, che è un quotidiano tedesco. Un autore della statura di Javier Marías immagino che riceva recensioni dei suoi libri dai giornali di tutto il mondo, valutazioni più o meno positive, più o meno appassionate. Einaudi tuttavia, che pubblica il romanzo in Italia, ha scelto di stampare la frase del Süddeutsche Zeitung. Una frase vuota e banale, che di per sé non vuol dire niente. Non conosco le strategie di marketing delle grandi case editrici italiane, riesco però a pensare che una frase del genere, se proprio si vuole puntare su qualcosa che convinca un lettore medio a scegliere quel romanzo, possa essere affibbiata al novantanove per cento delle opere di letteratura che vengono pubblicate ogni anno. Non che queste siano tutte effettivamente “incantevoli” e “ipnotizzanti”, ma l’editore è di parte, per cui avvisa il lettore che il giornale ics ha definito così il tale romanzo. Per cui io, che sono il lettore, posso fidarmi del giudizio del giornale ics e correre alla cassa col pregiato testo, impaziente di farmi ipnotizzare dall’arte di Marías o di chi per lui. Il libro di Marías, come tutti i Supercoralli di Einaudi, viene venduto incellofanato, ragion per cui risulta impossibile sfogliarne le pagine prima dell’acquisto, una soluzione di packaging che ho sempre trovato particolarmente odiosa. Non potendo quindi sbirciare nel testo per farmi un’idea se è appena il caso di comprare o meno il libro, sarò costretto ad affidarmi al giudizio partigiano della quarta di copertina (a meno che io non mi sia già fatto un’idea prima di arrivare in libreria). In realtà non ricordo di essermi mai fatto influenzare da un parere espresso in maniera così superficiale. L’unica cosa, credo, che mi indurrebbe senza rimedio a comprare un libro di cui non so niente è una quarta di copertina in cui fosse scritto: “È un romanzo di merda, non compratelo”.
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