Credo di potermi vantare di alcune delle più interessanti interpretazioni che siano mai state fatte dell'uomo d'acciaio.
Ero davanti all'edicola in prima fila, in quel di Pozzuoli tanti anni fa, quando la Play Press annunciò la nuova testata, con protagonista Superman, testata che addirittura cominciava con la morte di questi per mano di Doomsday.
E sono stato tra quelli che hanno apprezzato il Regno Dei Superman, prima del suo ritorno, anche se credo che molti come me avrebbero fatto a meno dello Steeledisegnato da Bogdanove.
Un Iron-man di colore che tra i tanti nuovi superman in giro per metropolis, era di sicuro quello più indigesto e noioso.
Dopo, cresciutello, e molti anni dopo, ad una fiera del fumetto di Roma non mi lasciai sfuggire il cartonato in finta pelle, firmato Mark Waid ed Alex Ross, Kingdome Come, che non mi colpì solo per via dell'arte iperrealista del signor Ross, ma comunque quel Superman, invecchiato e rassegnato, stilisticamente, doveva molto al Kal-L di Terra-2, d'altronde si sa che Ross è sempre stato un nostalgico del fumetto che fu.
Tempo dopo alla stessa fiera, qualche anno più tardi, mi accaparrai il sublime, All Star Superman, di Morrison e Quitley, altra colonna portante dell'eterno successo dell'uomo d'acciaio.
Ma al di là di questi "essential", sono tra quelli che si sono goduti il rilancio dopo Crisis ad opera di John byrne, Man of Steel, ed ho avuto la fortuna, grazie alla Play Press, di poter leggere le storie scritte da Alan Moore, senza dover impegnare un rene, o un polmone.
Indubbiamente anche Supes, ha avuto i suoi momenti bui, credo che possiamo etichettare in questo modo il periodo Loeb-McGuinness, cartoonista eccellente per la mole ipertiroidea di Hulk, quale che sia il suo colore, ma che ridusse nelle sue tavole, il nostro povero Kal-El, ad un inespressivo bamboccione da cartoni animati.
Superman è nato nel 1938, e da allora ne ha avuti di reboot, sicuramente il più significativo fu quello di Byrne, ma a quei tempi, tutto quello che faceva Byrne era significativo, era Byrne ad essere significativo, e tranquilli se pensate che questa introduzione vi sta portando all'ennesima recensione sul nuovo ciclo di Superman (New52) di Morrison , che tra l'altro ho lasciato sugli scaffali, sappiate che vi state sbagliando, sono qui per proporvi la lettura, visto che è materiale reperibilissimo, di un ciclo di storie di Superman firmato da Geoff "Highball" Johns ed il britannico Gary Frank.
3, il numero perfetto,tre volumi, tre miniserie che riscrivono, il mito, e lo ringiovaniscono con la freschezza della prosa di Johns.
Secret Origins
Come nel film, la Metropolis di Johns, è in piena crisi economica, è una città cinica ed arrivista, come nel film, la prima apparizione di Superman in pubblico porta al salvataggio di Lois Lane e di un elicottero.E se lo scrittore per certi aspetti resta fedele al passato collaudato, per altri come la caratterizzazione di Luthor, opta per la corrente progressista.
Il Lex Luthor di Johns è in tutto e per tutto il macchinoso perfido cervellone che è diventato negli ultimi anni, l'evoluzione del villain più famoso della storia dei comics che è passato dalla armatura verde smeraldo della Silver Age, al completo da sartoria dell' uomo d'affari senza scrupoli.
Questa dedica, che presumo sia di Ross, è scritta in calce ad una fantastica tavola di Superman, ed appare nell' edizione di Kingdome Comesui Grandi Classici del fumetto di Repubblica Serie Oro, (si c'ho anche quella, la classica copia da lettura, da buon nerd che sono). E Reeve, il primo (ed ineguagliato) Superman di celluloide, è il modello usato da Frank per il suo Superman su carta.
D'altronde lo stesso Frank tanti anni fa a Lucca nel presentare il suo nuovo lavoro per la DC diceva: «Per quelli della mia età, è difficile prescindere da quel volto pensando a questo supereroe. In Usa esistono perfino i casting per trovare il volto più adatto ai supereroi a seconda dei tempi, ma a mio parere, è difficile immaginarlo con un volto diverso da quello di Reeve». Ed aveva perfettamente ragione, perchè per un'intera generazione di lettori, quelli che hanno superato da un pezzo i -enti, e stanno cavalcando a passo di carica i -enta, per poi ritrovarsi definitivamente negli -anta, Superman è C.Reeve.
Sempre Frank dichiara: «Non riesco a legare il personaggio solo alla prestanza fisica, ma lo metto in relazione ad un grande carattere. In questo Reeves è ancora più calzante come 'modello': il suo Superman, infatti, era contenuto e moderato nei movimenti, e modesto non comportamenti che non erano mai eclatanti».
Altra dichiarazione rinscontrabile nelle sue tavole, le anatomie di Frank, che abbiamo avuto modo di conoscere anche grazie al suo lavoro sullo Squadrone Supremo di J. M. Straczinsky (MAX)
Lo stile di Gary Frank non prevede delle anatomie ipertrofiche, i suoi personaggi non sono i classici energumeni che appaiono in quasi tutti i comic-book, la struttura corporea dei suoi personaggi è riconducibile alle statue del classicismo o del neo-classicismo, i personaggi di Frank, anatomicamente parlando, sono perfetti, e tuttavia restano umani,plausibili, grazie al suo certosino lavoro sulle espressioni. Ecco perché questa particolare edizione di Superman è meritevole di attenzioni. I nostalgici non potranno che godere del perfetto lavoro dell’illustatore britannico su Superman, sull’indimenticabile C.Reeve che rinasce in queste pagine.
La primissima volta che mi imbattei in Brainiac, erano i tempi della Play Press, su Play Saga, onorato brossurato, sul quale potemmo leggere la prima edizione di Crisis on Infinite Earth.
A quei tempi Brainiac era solo un A.I. superiore, capace di ridurre la vita stessa a calcoli probabilistici, ed in quel particolare volume, alleatosi con Luthor, voleva aprrofittare del caos creato dall’Anti-Monitor, per conquistare una delle 4 terre superstiti (o forse mi sbaglio erano 3).
Con il suo Sindacato del Crimine totalissimo, un mega-gruppo che riuniva di criminali delle terre superstiti, si lanciò all’attacco delle terre residue, con una violenza che portò anche alla morte di svariati characters, un plot narrativo, delizioso come del resto l’intera saga, tanto per divagare un po’, che se vogliamo potremmo supporre abbia poi ispirato in futuro Mark Millar per l’incipit del suo Old Man Logan.
Il Brainiac di Johns non ha molto di diverso da quello della Silver Age.
L’aspetto è quello del Coluano Vril Dox, cronologicamente è l’antenato del Brainiac V , che diventerà il leader della Legione dei Supereroi, e tecnicamente, reboot permettendo, dovrebbe essere il padre di Vril Dox II, iI fondatore del corpo di polizia galattica L.E.G.I.O.N .
Per l’audace scrittore che ha rilanciato l’universo DC, Brainiac, è un alieno intelligentissimo, (come tutti i Coluani) che vaga per lo spazio in simbiosi con la sua astronave, alla ricerca di nuove forme di vita da schiavizzare.
Il Brainiac dell’autore del rilancio assoluto di Lanterna Verde, è uno spietato collezionista di mondi e culture. In pratica arriva sui mondi, cala una cupola su una città che rimpicciolirà e porterà sulla sua nave, e al tempo stesso distrugge il pianeta, così da essere l’unico depositario della cultura di quel mondo.
Insomma senza darvi troppi input, anche questa miniserie di Jhons è deliziosa, ed anche questa si arricchisce di citazioni cinematografiche e non.
L’astronave di Brainiac è un chiaro omaggio agli alieni del secondo capitolo della Lega degli Straordinari Gentlemen di Moore e O’Neill, il design della tecnologia interna è palesemente ispirato ai film di MATRIX.
Ed è difficile non pensare al romanzo di S. King, the Dome, quando si vede la cupola che cala inesorabile sulle città.
«All'inizio vedevo questo supereroe come anacronistico: Ho anche pensato fosse il caso di svecchiarlo, ma, lavorandoci, ho compreso che non ne ha davvero bisogno, poiché si tratta di un personaggio che si sente bene così com'è. Cercare di renderlo più 'trendy', però, dà vita solo a risultati imbarazzanti, un po' come quei genitori che vogliono ringiovanirsi per forza per essere al passo con i figli. Il risultato che ottengono è imbarazzante».
Altro dogma del disegnatore che ho decontestualizzato dall’intervista, ma che trova riscontro nell’opera. Il Superman di Johns non sarà l’essere super-intelligente di Grant Morrison (All star Superman), lo scrittore americano preferisce sviluppare l’aspetto umano del personaggio:
“Non voglio essere diverso. Voglio essere Clark Kent, voglio essere tuo figlio.”
“Ma Clark, tu sei mio figlio.” Clark si sente umano, tremendamente umano, e l’umanità umane è deliziosamente raccontata quando è nelle vesti del timido giornalista, o quando si rapporta ai suoi genitori adottivi, infatti si presta particolare attenzione alla caratterizzazione deipersonaggi di Mà e Pà Kent, ripresa poi in Origin. (nb. nella cronologia editoriale del personaggio Origin è successivo alle altre due.)
Tuttavia il risvolto drammatico del finale deve molto alla miniserie di Morrison.
Anche Brainiac, come Origin e Legione dei Supereroi, è un’ interessantissima interpretazione del mondo di Superman, e tra l’altro fa da trampolino di lancio per la saga di Nuovo Krypton, altra godibile saga di Johns, di cui magari vi parlerò in separata sede.
Ritorno al Futuro.
Se Secret Origins, fondamentalmente è una bella revisione delle origini del superoe e Brainiac è una violenta e coinvolgente rivisitazione degli scontri con Brainiac, Legione dei Supereroi è la classica trama di Johns.
Ed è quella che preferisco. La legione di Johns ha una reverenza verso Superman decisamente coninvolgente, la trama è semplice ma godibile, e regala svariati momenti di godibilità.
In un futuro razzista, che vuole fuori dal Pianeta tutti gli alieni,dove la storia è stata riscritta a vantaggio di una oscura Justice League, e la Legione è considerata fuori legge, Superman è contattato da Brainiac V, per correre in aiuto dei discepoli del futuro della sua ideologia.
Superman si ritrova catapultato in una Smallville decl…no.
Non mi va di dirvi nulla, non mi va di rovinarvi la sorpresa, però va detto, che a mio modesto parare La Legione dei Supereroi è la migliore delle tre miniserie del duo Johns – Frank.
Consigli per gli acquisti.
Cominciamo dalla fine: La Legione dei Supereroi, è disponibile in tre edizioni.
Sulla serie regolare di Superman della Planeta de Agostini nn.16-17-18, sull’antologica apparsa in edicola della RW-Lion/Mondatori #24, e su un cartonato sempre della Planeta chiamato Il Superman di Geoff Johns vol.2
Secret Origins invece, è disponibile in due edizioni: sul cartonato chiamato DC Origini #1 -Superman,ed i primi 2 volumi dell’antologida da edicola.
Occhio alla spesa – A meno che non siate amanti del genere, eviterei come la peste i cartonati.
DC Origins #1 costa ben 25€, prezzo di copertina senza contare la speculazione con cui sono stati gonfiati i prezzi dei volumi Planeta dopo l’arrivo della RW.
Ripiegherei sull’antologica Mondadori, per due motivi, si risparmiano 5 euro (sempre che non riusciate a trovare qualcuno che li vende scontati, in più il secondo volume oltre al finale di Secret Origins, contiene anche la miniserie di Loeb e Sale Kryptonite.
Per gli stessi motivi vi consiglio di comprare anche l’antologica Mondadori per le altre due miniserie, reperibilissimi anche con uno sconto, potreste avere le due miniserie a 20 euro, con in più l’incipit di Nuovo Krypton alla fine del 25° volume.
A meno che non rimediate scontati gli spillati nn° 16-17-18-26-27-28. anche in questo casosarebbe saggio scappare dai cartonati 16,95€ per la Legione e 12,95€ per Brainiac.
Me sa che vi ho detto tutto, ma soprattutto ribadisco, leggete sta roba che merita (specie la Legione dei Supereroi)