Un anno strano questo, si accinge a finire, ma io ho difficoltà a mettere in fila gli avvenimenti di mese in mese. Un anno solitario, con poche parole e di eventi rari.
Eppure, c'è stata l'abilitazione, c'è stata la paura per la mia salute, poi c'è stata la paura per la salute di mia madre, poi c'è stata la scuola, da qualche giorno c'è lo studio da avviare.
C'è stato quel litigio con la Pau, poi c'è stato il fare pace e poi c'è stata la serata a Sorrento con le parole che ne son venute
Eppure sembra tutto così rarefatto.
Questi fatti sembrano tutti messi in piccole capsule (viagra?
Sembra passato un secolo e non appena 12 mesi e nemmeno quelli.
E' un tempo paziente, per certi aspetti anche un po' rassegnati. Di rassegnazioni piccole e grandi. Per grandi intendo di quelle esistenziali del tipo:
non avrò mai una pensione (questa è stata la più triste rassegnazione
Oppure:
non mi sposerò e non avrò dei figli e fondamentalmente il mio orientamento sessuale per alcuni tra gli altri resterà un problema.
O ancora:
non avrò una cattedra universitaria.
Per piccole intendo cose del tipo:
il tuo lavoro per ora sarà precario
Seguita da:
e quando hai un capo, stai sicuro che sarà affetto da un disturbo ossessivo che fa procedere il lavoro costantemente a rilento
e da:
l'amore non fa proprio per te in questo momento
che ha anche una implicazione che si fa sempre più chiara negli ultimi 12 mesi:
al momento, il tuo lavoro viene prima di qualsiasi altra cosa.
Mi tranquillizzo dicendomi che questo sfasamento temporale è tutta colpa del senso di transizione, è un periodo di transizione e il mattino ha l'oro in bocca.
Il mattino ha l'oro in bocca.
Il mattino ha l'oro in bocca.
Il mattino ha l'oro in bocca.