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E vissero per sempre felici e contenti - Il matrimonio di Scintilla

Creato il 13 settembre 2011 da Ladybug
E alla fine, venerdì scorso, Scintilla si è sposata.Quella che segue è la cronaca, minuto per minuto (o quasi) di ciò che è successo nel giorno delle sue nozze. 
Ore 9.00: Mi sveglio. Per l’occasione ho deciso di starmene a casa dal lavoro, ma la giornata non inizia nel migliore dei modi. Non tanto per il tempo, che per fortuna è buono e ancora caldo, ma per il fatto che, da due giorni, mi sono beccata un virus. Non di quelli che provocano febbre alta e nemmeno di quelli che prendono la gola. Nossignore. Quale virus avrei mai potuto contrarre in occasione del matrimonio della mia migliore amica, nonché nella prima (e forse unica) occasione in cui sarò la testimone di nozze di qualcuno? Ve lo dico io: un bel virus gastrointestinale. E ciò significa che ho passato gli ultimi due giorni seduta sul cesso, o sdraiata a letto con un catino accanto in caso di vomito improvviso, o nei momenti peggiori, seduta sul cesso con la testa nel catino nello stesso momento. Mi rendo conto che l’immagine è poco poetica, ma tant’è.Il lato indubbiamente positivo è che ho perso istantaneamente 2 kg e ora il mio vestito mi entra perfettamente (a proposito, alla fine ho optato per un tubino di raso color champagne). Il lato negativo è che ho davanti a me almeno 15 ore di foto, cerimonia, foto, cocktail, foto, cena, foto e festa post cena in cui dovrò riuscire a stare in piedi, sfoggiare il mio miglior sorriso, evitare di correre in bagno proprio durante lo scambio delle promesse, il tutto mangiando solo pane e acqua o similari, perché qualunque altra forma di cibo potrebbe scatenare una reazione indesiderata e inopportuna. Ce la farò?
Ore 12.00 : Io e Pulcetta siamo lavate, profumate, incremate e pettinate. Io, dopo alcune prove deludenti, ho deciso di evitare il parrucchiere, tanto quando esco di lì mi faccio sempre schifo. Pulcetta, invece, sta prendendo il tutto molto seriamente e per l’occasione ha insistito per farsi fonare il frangione e per darsi una spruzzata di profumo. Ci mettiamo a tavola per mangiare qualcosa. Mi sento ispirata e mentre cucino metto “La vie en rose” versione di Grace Jones*. E mi piace talmente tanto che decido, se mai mi dovessi risposare, che la voglio mentre attraverso la navata. Altro che l’Ave Maria di Schubert.
Ore 14.00: La cacarella, per fortuna, è sotto controllo. Lascio Pulcetta alle cure del Barone e della Baronessa: ci ritroveremo più tardi in Chiesa. Parto, in jeans e maglietta, alla volta dell’agriturismo in campagna dove dormiremo questa notte e punto di ritrovo di noi testimoni. Non so la strada e non sono dotata di navigatore, ma parto fiduciosa e per non sbagliarmi mi metto in borsa un rotolo di carta igienica. Male che vada mi accuccio in un campo.
Ore 15.00: mi sono ufficialmente persa. Queste strade di campagna sono tutte uguali, non ci sono indicazioni e continuo a girare in tondo. So che sono vicina alla meta, ma evidentemente sbaglio qualcosa. E adesso? Attraverso un paesino che probabilmente non è nemmeno segnato sull’Atlante Stradale e mi fermo a chiedere lumi al bar della Piazza. Due plurisettantenni giocano a scopa a un tavolino all’ombra del pergolato e mi guardano incuriositi. Il barista è gentile e mi fa anche un disegnino del percorso da seguire. Preferisco non domandarmi se è cordiale di suo oppure se ha stabilito che sono una stordita senza speranza. Risalgo in macchina e metto in moto.
Ore 15.30: le indicazioni erano perfette e ho finalmente raggiunto la meta tanto agognata.Mentre chiedo la chiave della mia camera al banco della reception (se così possiamo chiamare un tavolo con dietro una tipa che chiede i documenti) sento un boato provenire dalla sala ristorante: la suddetta tipa mi spiega che lo sposo e i suoi amici stanno terminando il pranzo (alle 15.30). E, aggiungo io, tra un brindisi e l’altro sono già ubriachi persi. Cominciamo bene.
Ore 16.15: Gli accordi erano che Scintilla avrebbe incontrato me e le altre testimoni in camera sua per salutarci prima di andare in Chiesa, ma una telefonata di sua sorella ci informa che è ufficialmente sclerata, che se vede qualcuno scoppia a piangere e che quindi è meglio lasciar perdere. Io e le altre partiamo quindi alla volta della Chiesa. La mia cacarella continua ad essere sotto controllo, ma mi pare invece che, tra lo sposo ubriaco e la sposa sclerata, la situazione matrimonio stia sfuggendo di mano agli interessati.
Ore 17.30: con i canonici 10 minuti di ritardo, Scintilla entra in Chiesa piangendo accompagnata da suo padre e dopo circa 45 minuti, tra lacrime e risate, lei e Uby vengono ufficialmente dichiarati marito e moglie!
Ore 19.00: siamo in pieno aperitivo. Pulcetta è elegante con il suo vestitino rosa antico e le scarpe bianche con il cinturino, ma ha pensato di dare un tocco molto personale al suo look, impreziosendo il suo polso destro con circa 52 shocky bands di svariati colori. Scorrazza allegra per i prati e gioca con gli altri bambini nella zona allestita per loro e presidiata da due animatrici travestite da pagliacci. Io vedo passare sotto al mio naso vassoi strapieni di tartine e verdurine fritte, ma resisto stoicamente e sorseggio un bicchiere d’acqua con aria annoiata, come se fosse normale a un matrimonio stare completamente a digiuno.Di tutto lo show di cui si era parlato (giocolieri, mangiafuoco ed equilibristi) non c’è nemmeno l’ombra. Forse alla fine Scintilla è rinsavita, o forse qualcuno è riuscito a farle cambiare idea. Poco importa. E’ tutto molto bello, tranquillo, per nulla esagerato. Siamo in cima ad una collina nell’Oltrepò e il tramonto che si gode è bellissimo. E tutti sembrano davvero contenti e partecipi della felicità degli sposi.
Ore 20.30: Siedo al tavolo degli sposi, insieme agli altri testimoni e i loro rispettivi compagni, mariti, mogli o fidanzati che siano. Tutti tranne me ovviamente. Ma mi accorgo che il posto accanto al mio rimane libero. Chiedo a Scintilla: come mai qui non c’è nessuno? E mi sento rispondere che il posto verrà occupato dall’amico Gi, in ritardo per motivi di lavoro. E mi viene da pensare che quel diavolo della mia amica, in tutto questo circo a tre piste che ha dovuto gestire, è riuscita a trovare il tempo di continuare a ordire le sue trame amorose a mio discapito. E sorrido.
Ore 23.00: la serata prosegue, ma per Pulcetta è ora di tornare a casa insieme al Barone e alla Baronessa. Io resto ancora, aspetto il taglio della torta e poi la discoteca.E parlo per tutta la sera con Gi. Forse sarà il fatto che questa volta non siamo ad un appuntamento al buio per fare contenti i nostri amici, ma mi sembra molto più rilassato e a suo agio dell’ultima volta che ci siamo incontrati.E alla fine, alle 5 del mattino, me ne torno all’agriturismo. E sarà lui ad accompagnarmi.
*E questo è il video della canzone di cui sopra, per chi non la conoscesse. Sì, in questi giorni mi sento romantica, embè?

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