eBook: il Mobbing e le relazioni di gruppo in azienda

Da Psychomer
by Redazione on febbraio 27, 2013

Il termine mobbing venne utilizzato per la prima volta nel 1963 dall’etologo Lorentz che lo adottò per descrivere un comportamento piuttosto diffuso fra gli animali che vivono in comunità e hanno tendenze gregarie. Il termine descriveva quell’insieme di comportamenti che portavano il gruppo ad accerchiare, a vessare e infine ad escludere un determinato individuo. Solo dal 1973 il termine è entrato a far parte della sfera umana, entrando nell’ambito lavorativo per descrivere tutti quei comportamenti che portano colleghi e capi a vessare, offendere, oltraggiare ed ostacolare un lavoratore per impedirgli di fare il proprio lavoro, portarlo all’esasperazione e spingerlo a dare le dimissioni o accettare un trasferimento che in condizioni normali non sarebbe tenuto in nessun modo ad accettare.

Il mobbing è stato studiato a lungo dal quel lontano 1973 ad oggi, ma ancora è difficile dare una definizione chiara e concisa del fenomeno nella sua totalità. Sono tante e sottili le azioni con cui un mobber può perseguitare il mobbizzato, e spesso vengono mascherate come provvedimenti necessari o avvertimenti disciplinari così la vittima è portata a credere che sia colpa sua e subisce questi comportamenti senza ribellarsi.

Alcuni esempi di mobbing possono essere il demansionamento, lo spostamento continuo da una sezione all’altra dell’azienda, un carico di lavoro eccessivo e la privazione dei mezzi per portarlo a termine, la mancanza di comunicazione e appoggio da parte dei colleghi, l’assenza di fiducia nel proprio lavoro che viene costantemente affidato a qualcun altro, l’esclusione da eventi aziendali e l’isolamento durante i momenti di aggregazione.

Sono tutte azioni che prese singolarmente non possono essere considerate come atti persecutori nei confronti di una persona e così molto spesso il mobbizzato non si rende conto di esserne vittima fino a quando è la sua stessa salute mentale e fisica a risentirne. Stati depressivi e ansiosi, insonnia, inappetenza, stanchezza, cattiva digestione, dolori muscolari, gastriti e emicranie sono solo alcuni dei disturbi frequenti che colpiscono chi viene mobbizzato sul posto di lavoro.

Ma a volte le conseguenze possono avere risvolti anche più tragici, man mano che il livello di mobbing da semplici azioni che escludono e isolano, si trasformano in vere e proprie aggressioni personali e nei casi più estremi in attacchi fisici. La paura, la tensione, l’esclusione dall’ambito lavorativo che in qualche modo identifica il nostro status sociale possono causare gravi danni psicologici in alcuni individui e ci sono casi in cui la vittima, isolata, vessata e aggredita, non regge più la tensione emotiva, crollando, e nel peggiore dei casi arriva a commettere suicidio.

Gli sportelli della CGIL, dell’ASL e del MIMA e del PRIMA (associazioni contro il fenomeno del mobbing) raccolgono ogni anno migliaia di segnalazioni e denunce di casi mobbing, ma solo una piccola parte di queste vengono portate in tribunale e solo una parte ancora più piccola vince la causa contro il mobber di turno. Questo perché la legge è ancora poco chiara, ma fortunatamente alcune sentenze della Cassazione in materia stanno stabilendo le basi forti per creare una legislatura che tuteli e risarcisca come è giusto le vittime di mobbing.

Nell’attesa che questo avvenga è bene che il fenomeno venga portato alla luce in nome di quel 6% di lavoratori italiani mobbizzati e che venga analizzato a fondo per poterlo contrastare, denunciare e superare. Proprio per questo motivo è stata scritta la guida Mobbing: Relazioni di gruppo in azienda. In queste poche pagine si cerca di analizzare questo fenomeno come mancanza di comunicazione nella dinamica di gruppo, come conflitto fra superiori e sottoposti e l’isolamento che ne deriva, nel tentativo di dare una spiegazione e magari una soluzione non solo per chi subisce il mobbing, ma soprattutto a chi lo perpetra, ricordando che un buon leader non è chi sa farsi rispettare per mezzo della paura, ma chi è in grado di costruire un gruppo di lavoro efficace ed affiatato.

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