Regia: Nanni Moretti Anno: 1978 Titolo originale: Ecce Bombo Voto: 6/10 Pagina di IMDB (7.2) Pagina di I Check Movies Acquista su Amazon
"Cosa vorresti fare da grande?"... E rispondendo a questa domanda non ci sarebbe certamente stato il guardare un film di Nanni Moretti. Poi, da grande, perchè ora lo sono, mi è stato consigliato Ecce Bombo ed ho messo da parte i miei pregiudizi. Bene, poichè si aprono nuovi orizzonti. Siamo nel 1978, un decennio dopo le stagioni sessantottine ed un gruppo di ragazzi, passa le proprie giornate a giocare ad essere adulti. Ma non solo: è il ritratto di una generazione palesemente vuota che cerca il modo migliore, o quello più anticonformista possibile, per farsi notare e per dimostrare agli altri quanto si è originali. Moretti lo fa essenzialmente con numerose e brevi scene surreali, non sempre legate tra loro, che racchiudono un aspetto satirico e da commedia. La parti recitate, quasi a teatrino, sono colme di dialoghi interessanti che intelligentemente fanno uscire il senso di desolazione e tristezza che è esercitato dai vari personaggi. Una sorta di autolesionismo indotto per far sì che il mondo esterno possa vederli come singolari, particolari, unici, ma facenti parte anche di un movimento politico che non è riuscito appieno nei suoi intenti. I ragazzi che si trovano al bar o in una stanza, riescono in poche battute a sterilizzare e svuotare concetti di gran lunga più profondi, mettendo a nudo soltanto l'importanza di poter creare un qualcosa di diverso e magari di rivoluzionario. La voglia di apparire. Di apparire come intellettuali a tutti i costi. La noia e le banalità sono talmente strazianti che anche oggi è possibile guardare con occhio critico non solo quella generazione, ma un po' tutte, la nostra compresa. Situazioni imbarazzanti ed insolite come quella di ritrovarsi ad Ostia per ammirare il sole che sorge (salvo poi scoprire che l'alba sarà dalla parte opposta) non si fermano alla mera ironia del caso, ma vanno oltre, riuscendo a dipingere aspetti positivi là dove non ci sono ("sarà stato un segno del destino") o ad autocommiserarsi per insistenti e stupidi errori comportamentali. Il susseguirsi di gag che non sono gag e di dialoghi, che nel loro essere mediocri all'interno della storia narrata, ma profondi ed esasperati se visti con occhio critico da parte nostra, fanno sì che si possa mettere da parte la pochezza stilistica di un lavoro cinematografico acerbo e giovane. Commedia quindi, a tratti leggermente comica, ma come quella di Monicelli in Amici Miei che ha forti tratti di drammaticità. Consideriamo inoltre i venticinque anni di Moretti che si presenta già con la sua seconda opera e guarda alla propria generazione senza distacco, ma con molto senso critico. E soprattutto nella parte finale, con la ricerca di Olga, sembra che il gruppo sia in qualche modo riuscito a costruire un'impresa, coinvolgendo anche altre persone. Eppure il fallimento è lo specchio di un patetico tentativo che fa risaltare le debolezze e la mancanza di concretezza: solo Michele (Moretti per l'appunto) incontrerà la ragazza, ed i due si guarderanno senza proferire alcuna parola o pensiero. Un'ennesima sconfitta d'intenti. Adesso mi viene un dubbio: sarei stato notato maggiormente se avessi scritto questa recensione, o se non l'avessi scritta affatto? [semi cit.]