Eccezionale magia! Il Governo trasforma un “bonus” … in uno spreco.

Da Pukos

Quando lo scorso anno era stato annunciato in pompa magna dal governo Letta, i telegiornali e la stampa di regime lo avevano decantato, ma per tutti coloro che hanno un minimo di cervello non c’erano mai stati dubbi: il bonus giovani si sarebbe rivelato un flop.

Ricordiamo per un attimo ciò di cui stiamo parlando perché è probabile che molti non ricordino nemmeno più questa iniziativa “per incentivare l’occupazione giovanile” messa in campo dal precedente Governo.

In pratica erano stati stanziati 794 milioni di euro che venivano messi a disposizione delle aziende che avrebbero aumentato la loro forza lavoro assumendo giovani, dai 18 ai 29 anni, con un contratto di lavoro a tempo indeterminato.

Il “bonus” consisteva nel contributo, da parte dello Stato, di un terzo della retribuzione lorda del giovane, con un massimo di 650 euro, per i primi 18 mesi di assunzione.

L’obiettivo, dato per certo dal nostro Governo, era di creare in questa maniera nuovi posti di lavoro stabile per almeno 100.000 giovani, nell’arco di due anni. Oggi, possiamo già affermarlo anche se è passato solo un anno, questa prospettiva si sta rivelando una pia illusione.

I giovani assunti con il bonus, al momento, sono soltanto 22.124 e con ogni probabilità sono persone che sarebbero state assunte “indipendentemente dall’incentivazione” messa in atto dal nostro esecutivo.

Effettivamente il punto focale sta proprio qui, l’azienda aveva diritto al “bonus” solo se l’assunzione del giovane avveniva “a tempo indeterminato” ed esclusivamente se, in questo modo, andava ad incrementare il proprio organico rispetto all’anno precedente. Il contributo statale, inoltre, veniva erogato anche nel caso di trasformazione di un contratto a termine già in essere, tuttavia, in questo caso, veniva ridotto a 12 mesi.

Ebbene, come si poteva pensare che si sarebbero incentivate in questo maniera le assunzioni di giovani?

Le aziende licenziano e non assumono, al massimo rimpiazzano il personale andato in quiescenza, abbiamo così già ridotto ad un numero paragonabile a quello delle mosche bianche le possibili “beneficiarie” del bonus.

Quando assumono, le società, lo fanno con contratti a termine, visto che i contratti a tempo indeterminato, in Italia, equivalgono a delle blindature che un’azienda, di questi tempi, non può permettersi.

Oggi il mondo viaggia ad una velocità tale che qualsiasi “vincolo” viene visto con terrore dagli imprenditori che si trovano ad operare giornalmente sui mercati internazionali.

Come può un contributo, “per un massimo di 18 mesi” e pari ad “un terzo della retribuzione lorda”  diventare determinante, per una azienda, nella decisione di assumere o meno un giovane con un contratto di lavoro a tempo indeterminato?

Ed in effetti la maggior parte di queste poche assunzioni fatte finora con gli incentivi statali riguarda la trasformazione di contratti a termine in contratti a tempo indeterminato, trasformazioni che sarebbero comunque avvenute anche in assenza del “bonus”.

Ed ecco che i contributi statali, quindi soldi pubblici, vanno ad aziende che non ne avevano la necessità, il nostro Governo è quindi riuscito nell’ennesima “magia”, quella di trasformare il “bonus” … in uno spreco.

Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro


Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :