Ecco chi tenta l’assalto a Veneto Banca. Da Lussemburgo a Malta a Roma, fino a Montebelluna

Creato il 16 settembre 2015 da Ufficiostampafedercontribuenti @Federcontribuen

Da una parte la fusione, dall'altra la quotazione. Gruppi finanziari, holding e un nome che fa da collante. Lo stesso nome finito in una interrogazione, (4-03804), presentata da Lombarti Roberta il 7 marzo 2014, (seduta n. 185) rimasta senza risposta da parte dei ministri Padoan e Poletti.

Il sistema bancario Veneto, mai come in queste ore, è ad un crocevia. ha appena due mesi di tempo per scongiurare la quotazione a Piazza Affari con un contestuale aumento di capitale, una catastrofe finanziaria per i soci storici dell'istituto che rischierebbero di vedersi dimezzato il valore dei loro investimenti. Nel frattempo si prevede la trasformazione dell'istituto, da Banca Popolare in Spa con il cambiamento dello Statuto. All'orizzonte ci sarebbe anche la fusione con altre banche. Nel frattempo oscure ombre si addensano su quello che fino a pochi anni fa da molti era considerato lo scrigno della finanza veneta : fondi internazionali vogliono lanciare un' su Veneto Banca. Ed il pioniere di questo tentativo d'assalto , 46 anni, banchiere che si è fatto le ossa a Londra per poi trasferirsi in Lussemburgo con il fondo d'investimento . Ed è proprio lui a finire nell'interrogazione a risposta scritta ( ancora in corso dal 7/03/2014): " ... , denunciava investimenti rischiosi. aveva investito in altri due fondi anomali: Futura Fund Sicav - comparto Newton (in cui la cassa avrebbe investito 329 milioni di euro, perdendone circa 55), gestito da Asset Management SA, società guidata da nella relazione di bilancio 2012 di Enasarco, le operazioni descritte finiscono nel capitolo "investimenti alternativi", ma dietro a questa voce si nascondono perdite potenziali da oltre sogna di dare l'assalto a attraverso una consociata: la . Un'operazione speculativa alquanto azzardata, visto che le leve finanziarie in suo possesso non godono di ottima salute. Ma tant'è, l'uomo non è affatto nuovo ad equilibrismi finanziari: il suo fondo è infatti reduce da un caso finanziario che coinvolge un altro istituto veneto, la , un caos su cui indagano la e gli ispettori di , la Banca centrale europea di Francoforte. Attorno alla galassia troviamo nomi illustri della politica nazionale presente e passata: l'ex ministro del Tesoro, il vicentino , ma non solo. La pista dei soldi porta anche ad , l'imprenditore che nel 2013 si è buttato in politica e punta a sostituire sulla poltrona di sindaco di Roma. Un paio di anni fa Marchini si è messo in affari con Futura Investment Managment Ltd . Un'alleanza a tre, a ben guardare, perché dietro le quinte, a finanziare tutto, c'era la all'epoca guidata dal direttore generale (poi a.d.) . Tutto è filato liscio fino a quando la grave crisi dell'istituto di credito veneto non ha messo in moto le verifiche degli ispettori inviati dalla Bce. Il collegamento tra i tre prende il nome di , una piccola holding romana quotata in Borsa, crocevia degli affari tra Banca Popolare di Vicenza . Ma non solo: tra i soci figurano anche dell'Ex Vice Presidente Pier Luigi Boschi, padre del Ministro Elena , il finanziere rosso e coinvolto nello scandalo , attuale presidente di Manifatture Sigaro Toscano. Ricordiamo che Aurelio Regina, da vice presidente di Confindustria, voleva cancellare il limite delle 12 miglia per le trivellazioni in mare vicino alle aree protette marine. Il 27% della società è nelle mani dei finanzieri Fabio Palombo ed Ernesto Mocci Presidente e AD della Merchant Bank, che hanno il 12,6% ciascuno, il 16.6 è nelle mani della Lujan spa. i fondi di Matta, Marchini, Banca Popolare di Vicenza

Di questi tempi però Methorios se la passa piuttosto male: il bilancio 2014 si è chiuso con 24 milioni di perdite su 20 milioni di ricavi. Con il mandato di mettere ordine nei conti, alla presidenza della società capitolina si è da poco insediato Paolo Cacciari, un commercialista torinese con una parentela importante: ha sposato la figlia dell'ex presidente della Camera, Luciano Violante, da sempre in ottimi rapporti con Marchini. Nel frattempo anche Methorios è finita sotto la lente degli ispettori da mesi al lavoro sui conti della Popolare di Vicenza, che ha chiuso il il 2014 con 760 milioni di perdite per effetto della pesante pulizia contabile imposta dalla Vigilanza. Nel 2014 fu stipulato un accordo tra la Methorius e la Banca Popolare di Vicenza per studiare un prodotto da proporre alle PMI. Da quel momento a pagare furono i correntisti che vennero contattati in maniera poco urbana dall'Istituto per acquisire nuove azioni della banca dietro la minaccia di revocare fidi o concessione di mutui. La banca, per convincere i clienti della bontà dell'operazione usò proprio i fondi maltesi della Futura Investment Managment LTD. Methorios si era proposta per salvare la Banca Popolare dell'Etruria proprio caldeggiando l'ingresso della Banca Popolare di Vicenza, ma l'Istituto toscano balzò agli onori delle cronache per il suo commissariamento. Sarà questo il destino anche di Veneto Banca?

"Per noi - afferma Marco Paccagnella, presidente di Federcontribuenti -, non è stato affatto difficile ricostruire tale movimentazione sospetta, mi chiedo come i due ministri, Padoan e Poletti, non si siano sentiti in dovere di rispondere alla parlamentare e di avviare le indagini del caso. Parliamo di fondi malati, investimenti azzardati, un crocevia che meritava approfondimenti. Un ente Previdenziale, banche spolpate, pura e semplice speculazione senza alcun controllo. Inutile avere tanti organi di vigilanza quando questi sembrano restare a guardare il proprio orticello: conosciamo tra l'altro i singoli legami parentali dei nominati e quindi comprendiamo l'imbarazzo politico. Chiediamo ufficialmente di avviare una adeguata indagine prima di autorizzare l'assalto alla Veneto Banca".