ecco com'è andata

Creato il 28 aprile 2014 da Verdeacqua @verde_acqua

Era il 14 gennaio. Pioveva. E io avevo scritto questo la sera prima.
Dovevamo andare al funerale di un uomo che non ho mai conosciuto. Ma conosco bene suo figlio.
Se n' era andato improvvisamente e io volevo tenere la mano ad un' mia amica che conosce bene quel dolore. Ero lì, in una delle più maestose chiese della mia città, in piedi perchè la gente era davvero tanta, da una parte il mio lui, dall'altra lei.
Avevo voglia di pensare a qualcosa di bello. Al mare, al sole, alla musica.
Ecco, il giorno che toccherà a me voglio musica, musica, musica.
E poi ho avuto un flash. Un pensiero improvviso. E ho fatto un conto veloce.
E l'ho rifatto.
Avevo un ritardo.
Credo di aver sorriso e credo di aver stretto la mano di lui più forte.
Poi siamo usciti nella pioggia, ho abbracciato il dolore di chi non riusciva ad avere pensieri positivi e un pò sono tornata con i miei soliti piedi per terra.
Non era possibile.
Non ero pronta.
La ferita era ancora aperta, e bruciava ogni giorno.
Erano passati solo tre mesi dalla nostra perdita.
Erano passati tre anni da quando avevo cominciato a desiderare.
Non poteva essere.
Ero ancora arrabbiata, ancora piangevo e ancora stavo cercando di farmene una ragione.
Sono tornata al lavoro, sono andata a prendere il mio lui piccolo, che poi piccolo piccolo non lo è più tanto, e mi sono detta che dovevo togliermi il dubbio.
Ed è apparsa quella seconda lineetta.
E sono stata gioia, stupore e terrore. Tutto insieme.
Poi c'è stato di nuovo il sangue. E io che mi sono sentita morire di nuovo.
Una vampata di calore incredibile e una stanchezza infinita. Così era troppo.
E invece Lei c'era ancora.
Un distacco coriale mi hanno detto in pronto soccorso.
Quello stesso pronto soccorso.
Ferma, a letto, progesterone e poi si vedrà.
Un mese a riposo assoluto. E ringrazio che esistano i libri, o la pazzia sarebbe diventata la mia parte preponderante.
Poi quell'ecografia.
Si vedeva, si muoveva, si sentiva il suo cuore, e anche il mio ha ripreso piano piano a pompare.
C'era. E tutto era tornato perfettamente a posto.
Doveva andare tutto bene mi dicevo.
Eppure il tempo sembrava non passare mai. E il primo trimestre è stato lento. Trascorso in silenzio.
Perchè di una cosa ero certa. Se doveva finire male non volevo doverlo più raccontare al resto del mondo. Sarebbe stata una cosa solo nostra questa volta. Non volevo più sguardi di pena nè parole gentili. Non volevo più nemmeno gli abbracci sinceri. Sarebbe stato un dolore che sarebbe diventato un tutt'uno con quello che c'era già.
E poi il tempo passa. Sempre.
E il primo trimestre è finito. E' arrivata la primavera. Sono finite le nausee, l'ho vista ancora e ancora e ho cominciato a vedere sul mio corpo i segni di questa magia.
La paura rimane. Il vecchio dolore anche. Non andrà mai via. Non è un nuovo cuore che lo fa sparire. Semplicemente lo rende meno crudo, più accettabile.
E spero che settembre arrivi in fretta.
Per ora mi alleno. Al pensiero positivo.
E mi godo i suoi movimenti dentro di me.