Certo la base è quella, poi è tutto merito della loro creatività. Ecco alcune di queste case, chissà se anche qui in Italia qualcuno non prenda spunto… Ma come si trasforma un container in una casa, e come si può uscire dall’idea che il nostro immaginario ha delle case container come delle case per i terremotati? Basta guardare questi e altri esempi di progetti molto interessanti, che ci fanno pensare a come spesso il preconcetto frena lo sviluppo di soluzioni abitative come queste, moderne, flessibili, riciclabili e ampliabili ma, soprattutto, a basso costo. Riconvertire un container in micro-appartamento costa il 25% in meno che una costruzione in cemento. Con la sua misura standard (2,438 x 12,192) il container è universalmente disponibile, versatile, facilmente trasportabile, e può essere aggregato in base ai diversi contesti e richieste: centri culturali, bar-caffetterie, luoghi commerciali, residenze, scuole, uffici, ecc… non è più solo un contenitore fine all’utilizzo commerciale, ma diventa un modulo costruttivo. Certo, le finiture e l’arredo potranno non essere di altissimo livello o di design estremo come una casa “classica”. Ma per chi deve sbarcare il lunario con un salario minimo forse l’arredo di ultimo grido non è poi così importante. Qualcuno inoltre potrebbe dire che vivere in un container è un po’ come vivere in una scatola di sardine, ma non è così. Pensate alla possibilità di costruirvi una casa modulare (come quando da bambini giocavate con i mattoncini lego). Potete unire due, tre o quattro containers, eliminare le pareti, creare aree spaziose; il tutto a costi ridottissimi! Magari pagando a metro cubo e non più a metro quadro! Bello no? Tutto bellissimo? Certamente, ma NON Italia! Purtroppo nel nostro Paese un container trasformato in abitazione è abusivo, come ha stabilito il Consiglio di Stato, sezione I, con il parere n. 3727/2012. Purtroppo non ci resta che continuare a pagare il mutuo e continuare a sognare...
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