Ecco il sistema per salvare ville e parchi minori di Roma. Modello Lisbona: chioschi di qualità con la responsabilità di tenere in ordine. Nulla di più facile, eppure...
Creato il 21 luglio 2015 da Romafaschifo
Un chiosco dall'architettura gradevole. Le seggiole all'aperto (in metallo, non in plastica). Gli ombrelloni. Dei prodotti di qualità (quella, comunque, sempre migliorabile) e poi tutto curato e tutto pulito. Perché? Ma semplice: per interesse! Evvivaddio. Perché più l'ambiente è curato e pulito e più l'esercente ha appeal, più guadagna, più incassa, più fattura (e dunque più paga tasse e più assume nuovo personale, che può essere un vantaggio per tutti anche per te che leggi e vivi dall'altra parte della città). E poi, così, c'è qualcuno che i parco lo presidia, segnala se ci sono anomalie, lo migliora ("stiamo cercando di attivare anche l'irrigazione" ci raccontano) e lo apre al mattino chiudendolo la sera.Questo nelle foto in alto è il nuovo chiosco di Largo Ravizza. Sostituisce la situazione precedente, un tantino superata e un po' "alla romana" che potete vedere qui sopra. La gestione è rimasta in mano alla medesima famiglia ma passando di madre in figlio: andateci e chiedetevi "perché non fare una cosa del genere in altri 10, 100, 500 parchetti romani lassciati all'abbandono?".In una città capitale di un paese considerato "più in crisi" del nostro (mah!) fanno lo stesso da anni e ormai i chioschi sono diventati un landmark urbano e un'attrazione turistica. Uno più grazioso e ben fatto dell'altro (eccone un paio qua sopra). Noi avevamo notato la cosa un anno fa in questo nostro reportage e, dopo un anno, anche il celebre mensile londinese Monocle - nell'articolo che vedete qui sotto - ha notato la cosa nel numero che, ogni anno, elenca le 25 migliori città mondiali per qualità della vita. Secondo Monocle sedersi ad un chiosco lisboeta e gustare un bicchiere di vino bianco a poco costo è qualità della vita. Ovviamente Lisbona fa parte - in una posizione ottima - della TOP25 mondiale della quality of life stilata dalla rivista, di Roma non v'è traccia. Il bando che assegnava una serie di chioschi (sempre troppo pochi rispetto alle esigenze) in alcuni piccoli parchi è stato quasi un anno fa annullato dall'amministrazione. Era viziato? Rischiava di essere vinto da società poco trasparenti? Bene annullarlo, ma perché non farne subito un altro? Si ha paura di rendere dignitose le aree verdi? Si ha paura di seguire l'esempio positivo delle altre città europee? Si teme di aumentare il gettito fiscale o di combattere la disoccupazione? Si ha il terrore di risparmiare sulla manutenzione dei parchi? Come al solito, nessuna risposta. Resta l'appello all'assessorato all'ambiente, ma anche a quello alle attività produttive. Speriamo... Nel frattempo i nostri parchi restano i più degradati e pericolosi d'occidente.
Potrebbero interessarti anche :