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Ecco perché a Roma i cittadini non devono partecipare alle scelte di sviluppo urbanistico. Il caso della ex Zecca di Piazza Verdi

Creato il 04 ottobre 2015 da Romafaschifo
Ecco perché a Roma i cittadini non devono partecipare alle scelte di
sviluppo urbanistico. Il caso della ex Zecca di Piazza VerdiOgni santa volta che abbiamo avuto a che fare con processi di "partecipazione" dei cittadini allo sviluppo della città ci siamo resi conto che per questi processi Roma non è assolutamente pronta e ogni tentativo di questo tipo rischia di essere cavallo di Troia per realizzazioni errate, dannose, inaccettabili, lontanissime da ogni standard internazionale.

A Roma se gli amministratori non arrivano all'altezza di gestire l'ultimo dei condomini di Settecamini, i cittadini sono se possibile forse ancora ad un livello più basso: il tentativo, in ogni processo di partecipazione, è costantemente quello di abbassare l'asticella della qualità. Quello che si chiede è, nell'ordine: posti maghina all'aperto e gratuiti a occupare il suolo pubblico (che dunque non può avere preferenziali, ciclabili, verde, pedonalità perché tutto lo spazio deve essere tassativamente destinato alle autovetture posteggiate) e al massimo aree cani. Questo è il massimo di qualità urbana richiesta da chi vive a Roma. Tutto il resto è bollato come "inutile" o, a seconda, "faraonico". Ciò che è normalità in tutto il mondo, diventa anomalia, eccesso.

Ecco perché a Roma i cittadini non devono partecipare alle scelte di
sviluppo urbanistico. Il caso della ex Zecca di Piazza Verdi

Ecco perché in questa città bisogna accuratamente evitare di far partecipare comitati e cittadini alle scelte e alle decisioni: salvo eccezioni (difficili da individuare) contribuiranno a peggiorare il progetto e a realizzare pessimi risultati. 

Nuovo indizio di questo postulato nella stupenda e abbandonata Piazza Verdi. Un volgare parking a cielo aperto in una zona di extra lusso con case che costano miliardi e con abitanti che evidentemente hanno tutta la voglia di spendere 100mila euro per l'auto, ma non qualche centinaia di euro al mese per il relativo box. E così tutto deve restare com'è: una sorta di sfasciacarrozze abusivo sotto al cielo.

Ecco perché a Roma i cittadini non devono partecipare alle scelte di
sviluppo urbanistico. Il caso della ex Zecca di Piazza Verdi

"Purtroppo" per gli abitanti, che protestano veementemente, a Piazza Verdi c'è un edificio tra i più straordinari della città. Fu la Zecca e poi la sede dell'Istituto Poligrafico. Ora una immobiliare facente capo alla Cassa Depositi e Prestiti (manco uno speculatore privato, peraltro), sta sviluppando, trasformando, lavorando affinché in questo enorme palazzo trovi sede un hotel di lusso, alcuni appartamenti, negozi e servizi. La piazza verrà riqualificata (speriamo anche con un parking interrato) e liberata dalle auto e l'atterraggio qui di una mega catena alberghiera (si parla della "suite più bella d'Europa") che potrebbe essere il Four Season colmando una enorme lacuna su Roma farebbe schizzare in alto il prezzo delle abitazioni valorizzando enormemente l'investimento fatto da chi abita qui.

Questo dovrebbe bastare per i residenti per baciare la terra dove gli investitori e gli immobiliaristi che stanno sviluppando qui passa. E invece no. E invece si protesta anche qui. I residenti si lamentano perché si stanno facendo cose "per i ricchi", come se loro, abitando nella zona più esclusiva dei Parioli, non siano ricchi sfondati. Ma le lamentele sotto sotto vanno solo in una direzione: si vuole pedonalizzare Piazza Verdi. Si vuole togliere l'orrendo parcheggio che rende la piazza un folkloristico residuato degli anni Settanta e questo i residenti non lo possono accettare.
Ecco perché a Roma i cittadini non devono partecipare alle scelte di
sviluppo urbanistico. Il caso della ex Zecca di Piazza Verdi
Si riqualifica tutta l'area, si fa salire il prezzo delle loro abitazioni, si innalza la qualità della vita, si creano centinaia di posti di lavoro, magari proprio quelli dei loro figli, si aumenta sicuramente la sicurezza, l'illuminazione, l'arredo urbano, si aumentano i servizi perché qui ci saranno taxi, trasporti, nuovi negozi. Ma tutto questo non basta, perché tolgono i postimaghina. E si lamentano perché il Municipio II (facendo per una volta una cosa giusta, ed è raro) non li ha fatti partecipare raccontandogli del progetto a cose fatte. E menomale!

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