Insomma avete presente quello strano fenomeno che si verifica quando vi avvicinate a Roma in macchina proveniendo da nord o da sud e fate zapping sulla vostra autoradio? Ad un certo punto sembra che la metà delle stazioni radiofoniche siano dedicate al calcio invece che alle notizie o alle canzoni. Un unicum a livello nazionale (e ovviamente internazionale) che viene sovente preso a soggetto da caratteristi e cabarettisti.
Ma non consideratelo solo folklore e rifletteteci un istante. Questo approccio malato con cui è vissuta la passione calcistica (in Italia, ma in particolare in questa città) è ciò che induce e permette alle persone di staccare completamente il cervello, di permettersi questo lusso, di disinteressarsi del loro essere al mondo, del loro essere parte di una società, di trascurare il proprio ruolo civico. Lo sfogatoio diventa quello, non l'impegno civile. L'impegno cerebrale è quello, non inventarsi idee e dare un contributo al benessere di tutti (e soprattutto delle generazioni successive). Inoltre, queste trasmissioni, rivolgendosi come sanno fare perfettamente alla amplissima fascia bassa di cittadinanza, sollecitando la pancia e non la testa delle persone, trasferiscono al ventre molle della città tutta una serie di messaggi fortemente negativi, cialtroni, pecorecci, antisociali, involuti. Messaggi che rassicurano la vasta platea di cittadinanza impraprata: non la fanno sentire a disagio, la convincono che l'impreparazione, la coattaggine non è roba marginale e ghettizabile, bensì mainstream a cui tutti si debbono adeguare. Messaggi involuti dicevamo, involuti perché in una città normale, in una città evoluta, trasmissioni del genere non potrebbero esistere o, pur esistendo, sarebbero molto ma molto marginali. Sarebbero appunto folklore, non normalità trasversale.
Ebbene una di queste trasmissioni, a quanto pare la più seguita, è curata da un tale Marione il cui curriculum vitae sta qui su Wikipedia e tanto dovrebbe bastare, ma soprassediamo e facciam finta di non aver letto. Questa trasmissione ieri si è scatenata contro voialtri di Roma fa Schifo. Il punto di partenza è stato il nostro articolo di qualche giorno fa con il quale spiegavamo la pochezza del Panda-Gate di Marino e spiegavamo che invece il sindaco era messo sotto scacco per alcune cose scomode che aveva fatto o che aveva impostato.
E allora giù prese per i fondelli da parte di chi, quando si parla della città, arriva al massimo alla lettura sociale di "er probblema so eee bughe" o tutt'al più "ma quali pedonalizzazioni, e mo ndoametto a maghina a Via del Babuino?" e poi comunque "i probblemi so arrrtri". Insomma, istanze romanare.
Ad ogni modo è una buona notiza: essere arrivati a sollecitare l'attenzione, nel bene e nel male, fino a persone, realtà, milieu e universi lontanissimi da noi. Significa che il nostro lavoro è letto davvero da tutta la città per davvero, che giunge anche in lande realmente desolate. E su 1000 seguaci del signor Marione che ieri ci hanno conosciuti magari 900 ci disprezzeranno, ma 100 forse capiranno l'essenza del nostro lavoro. Non è trascurabile.
Se dovessimo pensare male potremmo supporre che la presa di posizione contro Roma fa Schifo (che potete ascoltare nel contributo audio qui sotto) da parte di questo novello portavoce radiofonico del Partito dei Romanari sia dovuta al fatto che si toccano interessi cari alla sua base: l'ambulantato che muove un enorme giro milioni di euro senza restituire nulla alla città (curiosa poi è la sperticata difesa degli urtisti da parte di uno dei rappresentanti del PdR, quasi che si fosse toccato il sangue del suo sangue), la pedonalizzazione che toglie spazio alle maghine per lasciarlo ai cittadini, l'aver nominato qualche dirigente al di fuori delle scelte care a loro, la cartellonistica che ha trasfigurato il profilo di una città privandola di servizi sponsorizzarti come si fa in ogni luogo minimamente civile del mondo (ci sarebbero anche da ricordare gli incidenti stradali e i tanti morti causati dalla cartellonisitica illegale e abusiva - ma i morti da ricordare sono solo quelli che fanno comodo a te, vero Mariò? Già che ci sei, ridicolizza questi ragazzi come solo sai fare tu).
Ma, a pensare ancora ancora peggio, ci si potrebbe porre il dubbio che fare vivere i cittadini nella bruttura, nell'abbandono, nella ignoranza li rende più abbrutiti e se sono abbrutit ti ascoltano di più e se ti ascoltano di più vendi più pubblicità. Ma tutto questo implicherebbe una visione, una idea - seppur deprecabile - di città.