Ecco perche' il fallimento eavbus puo' travolgere anche le aziende ferroviarie

Creato il 20 novembre 2012 da Ciro_pastore
Le pagine dei giornali descrivono con dovizia di particolari come si sia arrivati alla dichiarazione di fallimento di EAVBUS. Quello che nessuno per ora spiega è come le conseguenze del fallimento dell'azienda che gestisce il trasporto su gomma potrebbe portare - nel giro di qualche giorno, al massimo qualche settimana -al blocco di qualunque attività del Gruppo EAV. Non vi tengo ulteriormente sulle spine  e vado ad illustrarvi la mia teoria (che poi tanto teoria non è, anzi è molto vicina alla realtà, vedrete).  Diciamo subito che tra i tanti piccoli e medi creditori di EAVBUS c'è una banca multinazionale con sede a Parigi (bassa) che avanza circa 10 milioni di euro, coperti da una fideiussione (lettre de patronage direbbe un forbito esperto finanziario) rilasciata dal vecchio Amministratore Unico di EAV holding, il fascinoso e brizzolato manager che fu equanime elargitore di prebende, in un passato nemmeno tanto lontano. Ora, i manager locali della importantissima banca transalpina hanno pensato di schivare le imponderabili forche caudine del passivo fallimentare e hanno tirato fuori quella impolverata "letterina" da un sonnacchioso cassetto e pretendono, ahinoi, che gli venga saldato il "debituccio", prima che diventi presto inesigibile. Onorare i debiti è comandamento ineludibile ma, in questo caso specifico, sembrerebbe che non esistano le condizioni per essere rispettosi della parola data. Ovviamente, i francesi si incazzerebbero per tale inaudito comportamento e, probabilmente, come prima reazione, starebbero pensando di chiudere i rubinetti dei fidi alle altre aziende del gruppo EAV che, senza quell'ossigeno vitale, in poco tempo precipiterebbero nel baratro finanziario. No contanti? Niente più stipendi, niente più servizio. Come vedete si tratta di un particolare "effetto domino", in quanto le aziende del gruppo verrebbero coinvolte nel crac EAVBUS per motivi che esulano dalle normali procedure concorsuali.
Ecco perchè, occorre che il pallino passi subito nelle mani del Governatore che deve prendere in mano la situazione e giocare la partita in primissima persona ed al massimo livello possibile (governo nazionale). Non gli è più possibile cincischiare proponendo soluzioni-tampone. Nel giro di qualche giorno, nonostante i 200 milioni che teoricamente sarebbero a disposizione per iniziare a risanare il debito pregresso, ci potremmo ritrovare con tutte le aziende invischiate in una palude melmosa, fatta di cavilli burocratici e vincoli giuridici, da cui sarebbe difficile uscire vivi.  Farebbero bene, peraltro, lavoratori e sindacati a fare quadrato (almeno momentaneamente) attorno alle proprie aziende, dando vita ad una tregua - sotterrando l'ascia di guerra - che provvisoriamente sostenga gli attuali vertici EAV per scongiurare la fine prematura ed inattesa di queste aziende, proprio ora che sembravano incamminarsi verso una timida ripresa.  Non è ora il tempo per le recriminazioni o per la individuazione dei colpevoli. Ci sarà tempo e modo per giungere alle inevitabili condanne e alle opportune "defenestrazioni". Ora, invece, è il tempo di serrare i ranghi, di tenere unito e compatto il fronte e di chiamare alle proprie responsabilità il vertice di questa Regione che deve impegnarsi in prima persona e porre il "caso trasporti" come un'emergenza nazionale a cui dare subito le risposte indispensabili. Il Governatore, lui e non altri, deve metterci la faccia e trovare la soluzione politica ad una situazione che, ora come ora, non può essere risolta mediante l'utilizzo dei normali strumenti finanziari e giuridici. Il Signore degli Agnelli