Eco-Biennale
Creato il 27 giugno 2011 da Aspassoconblue
@AspassoconBlue
E finalmente dopo due anni d’attesa è arrivato il momento della tanto amata Biennale di Venezia, l’evento più importante per le nuove tendenze dell’arte contemporanea. I tre giorni dedicati agli addetti ai lavori e alla stampa sono il sogno di ogni ragazza che pensi anche solo lontanamente di essere un po’ fashion, alla moda e naturalmente di capirne qualcosa in materia d’arte e affini. Io dal canto mio mi armo di taccuino e penna Bic, riempio la shopping tigrata di cambi per tutte le feste da paura e stilo il programma dei vernissage stando ben attenta a non dimenticare nessun invito, soprattutto quello dell’ingresso ai Giardini/Arsenale e quello dell’apertura di Round the Clock alla Thetis.
In quei giorni Venezia si trasforma in una culla colorata e innovativa in cui poter dar sfogo alle emozioni, Giornate lunghissime in si dà appuntamento il mondo, tra artisti di fama internazionale, amanti dell’arte e mercanti, mecenati, oltre a un nutrito drappello di ricchi e famosi, qui tra palazzi storici e canalisi susseguono mostre, vernissage, party chic, inviti esclusivi, lo champagne scorre a fiumi su tutta la laguna, le barche esclusive non mancano e tra i sempre presenti ammiriamo lo yacht Luna di Abramovich che ormeggia sulla riva Sette Martiri oscurando il paesaggio e talvolta riparando anche dal sole molto forte.
Parto da Bologna con mille speranze e aspettative, indosso per il viaggio un vestitino blu a pois bianchi molto leggero e un po’ trasparente, collana con teschio e anello annesso, cappellino a coppolina in jeans, solito style francese e una splendida scarpa a platò tacco 11 comodissima della Buffalo acquistata per l’occasione sul sito Zalando.
Quando arrivo è di rigore uno spritz alla goccia che mi mette addosso subito un bel brio e mi carica per la maratona visiva che mi aspetterà. Tabella di marcia molto intensa tra padiglione Israele strepitoso e Americano con festa al seguito da capogiro al cui ingresso risuona tipo marcia solenne una "We are the world" a tutto volume. Isole felici assolutamente da vedere, Francia e Giappone e poi altre cose che mi lasciano un po’ l’amaro in bocca. Come al ballo delle debuttanti infilo il mio abito più bello e scappo verso le aperture dei collateral, che spesso sono più interessanti e divertenti, Round the Clock a cura di Martina Cavallarin, (una delle 10 donne italiane più influenti sul panorama nazionale), vengo accolta con baci abbracci e bicchieri in mano. Eco-sostenibile e e leggerezza i fil-rouge che ha scelto la curatrice in questo suo nuovo progetto, “una piccola sfida, e un richiamo a rimettersi in gioco con l’impegno quotidiano, un invito agli artisti in mostra a attuare un ‘pensiero dolce’, con opere di denso livello concettuale ed intellettuale ma realizzate con materiali semplici e leggeri come carta, cartone, vetro, tessuti, acciaio, in una combinazione di naturalezza e sapienza del fare artistico unite ad un voluto gioco di rimandi tra le opere.”
Dopo essere stata sequestrata agli artisti presenti all’inaugurazione e dopo essermi fatta un trilione di foto con la Cavallarin e tutto il suo staff mi lancio su un vaporetto per passare un attimo all’isola di San Giorgio a vedere Anish Kapoor poi un’altra fermata e sono in Piazza san Marco al caffè Florian in compagnia di alcuni galleristi influenti e bere un altro drink, quindici minuti e si riparte verso museo Pascali, poi GlassStress e ancora Ca’ Foscari con i russi, Bacon e il suo tempo e altro altro altro. Nelle callettine veneziane dove pare succeda di tutto incontri caldi si sprecano in diverse lingue, Blanca Soto dell’omonima galleria madrilena in uno spagnolo appassionato, mi abbraccia e mi aggiorna sulla sua tabella di marcia intensa ancor più della mia. Nell’imbarcadero stipato mi fermo a chiacchierare con la più grande art dealer del SudAfrica, Martina Venturi, e ancora un caloroso abbraccio con il giovane e gigante artista romano Gianni Politi.Impossibile ricordare tutti i personaggi che si sono susseguiti in queste
giornate dedicate a ciò che io amo di più, Arte Arte e Arte.
Come sempre Biennale da vedere, discutibile ma da vedere, naturalemente tenendo alto il numero di Spritz presenti nel corpo. Io sono arrivata a 22 al giorno..!!!!!
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