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Economia globale /A Davos (World Economic Forum) l'Africa fa sentire la sua voce

Creato il 31 gennaio 2011 da Marianna06

Terminato il 41° Forum economico di Davos, cittadina svizzera nota oltre che per gli sport invernali anche e sopratutto per questo periodico summit , che vede riuniti il "Ghota" degli economisti e dei  politici di tutto il mondo, le risposte alle attese non sono state molto diverse da quel che si poteva prevedere in anticipo.

Ossia Cina e India, con le loro economie, avanzano senza ostacoli e con passo rapidissimo verso l'affermazione insidiando USA ed Europa.

Ovviamente non facciamo, in questa sede, però una valutazione di tutto ciò in termini di costi umani sia per la Cina che per l'India.Costi che ci sono comunque.

Anche perché, si sa, niente è dato gratis a questo mondo.

Sopratutto il benessere che si traduce  poi  per la gente comune immediatamente in qualità della vita (scolarizzazione, sanità, allungamento della vita media, lavoro garantito).

Facendo una comparazione tra le diverse economie su scala planetaria,  ne emerge un cauto ottimismo ma permangono ancora grandi divari tra le diverse aree del pianeta.

E un grosso disturbo tradotto in incertezza economico-finanziaria è dato anche attualmente dalla situazione politica di Egitto e Tunisia.

Benissimo invece la relazione del Brookings Institution che, parlando di povertà delle nazioni africane,su dati campionati nell'arco di cinque anni, ha parlato di un "lodevole" successo, ad oggi, di nazioni come la Tanzania,l'Etiopia, l'Uganda e il Mozambico.

Per l'Asia invece ha citato il Vietnam, il Bangladesh e l'Uzbekistan.

Per la Tanzania lo studio del Brookings Institution guarda in positivo e su lunga distanza alle ultime elezioni politiche, che hanno privilegiato la continuità del "sistema".

E ciò è fondamentale in un continente dove possono avere luogo rivolgimenti con grande facilità.

L'Etiopia trae invece vantaggio dal boom del caffé, esportato ormai in parecchie nazioni e fuori dall'Africa.

L'Uganda gioca a livello internazionale la carta del settore energetico.E non è poco.

E infine il Mozambico  è non solo apprezzabile per i risultati che ha ottenuto, dopo anni di guerra civile, ma sostanzialmente perché offre segnali di stabilità.

E il mondo degli affari vuole appunto stabilità e non turbolenze.

Anche sul versante Europa gli esperti presenti hanno tranquillizato gli animi  dei presenti quanto a debito e crisi dell'euro.

E questo anche perché Francia e Germania intendono sostenere la moneta unica anche a costo di grossi sacrifici da parte della popolazione.

E in un certo senso ,proprio a questo proposito, i lavoratori europei possono confermare.

Tornando all'Africa, secondo il famoso Rapporto del Brookings Institution, tra il 2005 e il 2010, mezzo miliardo di persone si sono sollevate dalla povertà assoluta.

Le speranze per il 2015, per gli studiosi e gli analisti, sono che anche le popolazioni dell'Africa subsahariana , le più povere, possano vedere ridotta  e di molto le loro povertà.

Globalmente nel mondo poi  ci saranno, sempre secondo queste ottimistiche previsioni, solo 600  milioni di poveri, nonostante l'aumento demografico crescente previsto.

 

 A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

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