Ecco che finalmente una goccia cade a riempire il vaso della sostenibilità ambientale.
L'Aula del Senato ha approvato il disegno di legge sui reati ambientali che adesso torna di competenza della Camera.
Ottime notizie per chi come me tiene almeno un po' all'ambiente, grazie all'introduzione del divieto di esplosioni in mare per attività di ricerca e ispezione dei fondali, divieto che arriva al momento giusto, considerando le trivelle che probabilmente (e purtroppo!) popoleranno tra un po' le nostre coste.
Ottime notizie anche riguardo all'abolizione della non punibilità legata al ravvedimento operoso, del quale vi avevo accennato nel post La tela di Penelope, fortuna che la luce ha illuminato i nostri senatori portandoli al superamento di un emendamento "regalo" per chi inquina.
Ora resta la speranza che la Camera dei Deputati approvi il decreto senza ulteriori sconvolgimenti, evitando di tornare indietro sui passi già fatti, come purtroppo è già accaduto nella discussione di questo disegno di legge.
Se la normativa verrà approvata cosi com'è al momento, verranno introdotti nel codice penale quattro nuovi reati: il delitto di inquinamento ambientale, di disastro ambientale, di traffico ed abbandono di materiale di alta radioattività e il delitto di impedimento del controllo.
Non solo, ma memori di quanto accaduto con il processo eternit, saranno raddoppiati i termini di prescrizione per i reati ambientali...anche se, a questo proposito io resto comunque dubbiosa: non ho mai capito il perché debba esistere la prescrizione, in qualsiasi tipo di reato. Un reato è un reato, non diventa meno grave con il passare degli anni e come tale non dovrebbe andare in prescrizione a prescindere da quanto tempo sia passato... ma queste mie considerazioni esulano l'argomento trattato.
Quello che importa in questo contesto è che il disegno di legge diventi presto normativa, e che alla fine chi inquina paghi davvero.