"Eddy il santo" di Jakob Arjouni

Creato il 01 giugno 2012 da Sulromanzo

Eddy Stein vive a Kreuzberg, ai tempi della Guerra Fredda uno dei quartieri più poveri di Berlino Ovest, oggi dimora di intellettuali e artisti, la "Little Istanbul" della città, per la presenza di una consistente comunità turca. É il posto perfetto per uno come Eddy, membro dei Lover's Rock (in omaggio alla canzone dei Clash) insieme all'amico Arkadi. Non riuscendo a vivere solo della loro arte, i due sono costretti ad affiancare alla militanza nel gruppo un'altra occupazione per arrivare a fine mese. Ma se Arkadi, marito e padre, opta per un lavoro onesto in modo da non mettere in pericolo la stabilità familiare, al contrario Eddy si trasforma in un abile truffatore, con una sola regola: nessun colpo a Kreuzberg, dove gode di stima e fiducia.

Dopo l'ennesimo imbroglio ai danni di un malcapitato di Bochum, appena giunto a Berlino per la fiera dell'informatica, Eddy torna a casa e incontra un uomo che bussa con insistenza alla porta di uno degli appartamenti del palazzo. Con grande sorpresa del nostro protagonista, si tratta di  Horst König, un ricco imprenditore tedesco, proprietario negli Stati Uniti di una catena di fast-food, responsabile di ottomila licenziamenti dopo lo smantellamento dell'azienda Deo-Werke di Tempelhof, in poche parole uno degli uomini più odiati della città. I due hanno un litigio, durante il quale Horst König cade, batte la testa e muore. Si è trattato di un incidente, ma Eddy è lo stesso molto spaventato, anche perché eventuali indagini sulla morte dell'imprenditore rischiano di portare a galla la sua attività di truffatore. Riesce a liberarsi del cadavere, che viene comunque ritrovato poco tempo dopo. Nessuno piange la morte dell'industriale, anzi, lo sconosciuto omicida è considerato un eroe, colui che ha agito in nome dei lavoratori contro i mali del capitalismo: si arriva addirittura a pensare che l'assassinio sia legato a motivi politici.

Ma cosa ci faceva Horst König a Kreuzberg, chi cercava nel palazzo? La figlia Romy, che Eddy conosce in occasione dei funerali del padre. I due si innamorano, ma il segreto di Eddy è troppo grande e pesante per poterlo nascondere. In più, ci si mette pure Fabian Braake, un giornalista senza scrupoli, deciso a fare carriera sugli scandali della famiglia König...

Un merito di Jakob Arjouni è sicuramente quello di rendere nel suo racconto Berlino viva, reale. Divisa per ventotto anni dal famoso muro, negli ultimi decenni la città ha conosciuto un rinnovamento strutturale e culturale, diventando uno dei centri più vitali e innovativi d'Europa: leggendo Eddy il santo non è difficile immaginarsi per le strade di Kreuzberg, al mercato del quartiere ad ascoltare i Lover's Rock, nella quiete dei giardini del castello di Charlottenburg, nel tratto di strada percorso da Eddy dalla fermata della metropolitana di Möckernbrücke alla Wartenburgstraße, osservando insieme a lui i cartelloni pubblicitari coi titoli del nuovo numero di "Boulevard Berlin" con Horst König in copertina, fino ad arrivare alla Jebenstraße nei pressi della Bahnof Zoo, dove sembra che Fabian Braake abbia venduto le sue grazie, resa tristemente celebre dal libro Christiane F. – Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino, pubblicato per la prima volta in Italia nel 1981 da Rizzoli. Pagina dopo pagina, ci immergiamo nel mondo di Eddy e i luoghi a lui di casa diventano familiari anche a noi lettori.

Eddy il santo è la storia di un riscatto, grazie all'amore che redime, che rende uomini migliori: è di Fabian Braake l'ironica battuta «Eddy il santo», riferita alla maturazione morale del protagonista in seguito all'incontro con Romy, dopo un passato non esattamente esemplare. Jakob Arjouni fonde una trama degna della migliore tradizione giallistica con uno stile di scrittura leggero, divertente, a tratti grottesco, presentando con ironia gli strani scherzi del destino di cui Eddy è vittima. All'amore fra i due protagonisti, lo scrittore affianca la denuncia alla moderna società consumistica e alle sue leggi spietate attraverso il ritratto di Horst König, descritto da Romy come un uomo attento alle apparenze e dimentico dei valori etici, dei sentimenti profondi, sprezzante verso le sue origini e incapace di instaurare un rapporto con la figlia, che sceglie addirittura di mutare il nome in Daphne Miller, nel tentativo di spezzare in modo definitivo ogni legame col genitore.


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