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Edgar Allan Poe: la discesa infernale negli abissi della mente umana

Creato il 29 ottobre 2011 da Alessandraz @RedazioneDiario
Edgar Allan Poe: la discesa infernale negli abissi della mente umanaCari lettori,
per lo speciale “Halloween” vi propongo la lettura del primo, grande re del brivido: Edgar Allan Poe. Sicuramente lo conoscete, anche se avete letto poco o niente della sua opera. E’ probabile che non facciate alcuna fatica ad associare il suo nome a capolavori come “Il Pozzo e il Pendolo”, o anche “Il Corvo”. Se vi venisse chiesto un aggettivo per definire la sua vita, molti di voi risponderebbero “disordinata”, oppure “irregolare”. In effetti Poe è “anche” tutto questo, ma non solo. La sua esistenza, la sua morte e i temi delle sue storie hanno dipinto il personaggio cupo e seducente che conosciamo, ma, nello stesso tempo, hanno quasi ingabbiato l’importanza, il valore e l’evoluzione del suo lavoro. Questa piccola descrizione della sua poetica e del suo stile attraverso alcuni dei suoi celebri racconti, vuole tentare di dimostrare che Poe non è solo un autore di cui ci si ricorda ad Halloween, ma una sorta di “indagatore dell’incubo” ante litteram, quando ancora Tiziano Sclavi e il suo Dylan Dog (che ha attinto ai racconti di Poe con grande sapienza e maestria) non esistevano ancora. Edgar Allan Poe è, dunque, un autore a cui dovrebbero rivolgersi tutti quelli che vogliono scavare nell’animo umano e non hanno paura di sporcarsi le mani con ciò che vi troveranno. Questo è ciò che faremo noi rileggendo “Il Pozzo e il Pendolo” (1842), “La Sepoltura Prematura”(1844), “La Verità sulla Vicenda del Signor Valdemar” (1845) e “Rivelazione Mesmerica” (1844). Vi auguro una spaventosa lettura…
Lo stile
“Dopotutto potrebbe essere vero che i miei racconti siano scritti per scherzare anche se è possibile che questo scopo sia rimasto ignoto in parte anche a me”. (Edgar Allan Poe) Edgar Allan Poe: la discesa infernale negli abissi della mente umanaPer prima cosa cerchiamo di inquadrare il periodo storico in cui questo autore visse e scrisse le sue opere: Poe nacque a Boston nel 1809 e morì a Baltimora nel 1849. Ancora oggi è considerato il rappresentante più illustre del genere gotico, che mescola romanticismo e orrore, anche se i suoi scritti sono posteriori al movimento nato nella metà del Settecento. A dire il vero Poe meriterebbe, a tal proposito, una trattazione a parte, in quanto nel suo lavoro difficilmente ritroviamo le tipiche ambientazioni gotiche. Quello che l’autore eredita dalla letteratura gotica è la passione per l’ignoto, l’inspiegabile e il mistero, accompagnati dai sentimenti di orrore e angoscia. Potremmo dire che l’intera produzione di Poe poggia su alcuni concetti chiave che possono essere distinti in base all’aspetto tecnico e tematico: nel primo caso parliamo di racconto breve, cura per ogni dettaglio della storia, brevità, suspence, ritmo variabile, Nel secondo caso, troviamo, invece, la morte, l’oscurità, il paranormale, la reincarnazione e la trasmigrazione, il vampirismo, il rifiuto del razionalismo di stampo illuminista, il mesmerismo, il male, l’angoscia, l’introspezione, l’ossessione. Tutti questi concetti hanno sempre come base la fervida immaginazione di Poe e il suo particolare gusto per il romanticismo. Una menzione a parte è per la scelta della forma di narrazione, ovvero il racconto breve. Poe lo scelse perché gli consentiva di racchiudere la storia in poche pagine, tenendo viva l’attenzione del lettore in un crescendo di suspence che raggiunge il climax nella parte finale. Scrisse un unico romanzo Le Avventure di Gordon Pym, ma fu anche un ottimo poeta capace di scandagliare anche con i suoi componimenti le più oscure e represse ossessioni dell’animo umano. Per entrare più in profondità nel mondo oscuro di questo scrittore non c’è niente di meglio che portare come esempi alcuni dei suoi racconti: in Metzengerstein (1832), per esempio, troviamo l’ambientazione tipicamente gotica caratterizzata dai castelli e il tema della trasmigrazione dell’anima, poiché il protagonista viene ucciso da un cavallo in cui è trasmigrata l’anima del suo nemico; quest’ultima tematica si ritrova, in chiave angosciosa, anche in Morella ( 1835) e in Ligeia (1838). La morte viene declinata nelle sue più inquietanti sfaccettature in racconti come La Maschera della Morte Rossa (1842) in cui la “Signora con la Falce” viene personificata e rappresenta il destino ineluttabile di ogni creatura che viva sulla Terra. Dalla morte è impossibile fuggire; addirittura si può rischiare di essere sepolti vivi, come accade in uno dei testi più terribili scritti da Poe: Berenice (1835). Questi sono solo alcuni esempi che racchiudono alcune delle tematiche citate in precedenza. Non dimentichiamo, però, che Edgar Allan Poe è anche considerato uno degli autori più importanti della letteratura americana, padre del racconto poliziesco, del genere horror moderno e del giallo poliziesco. Non tutti i critici sono d’accordo con queste ultime tre definizioni e il dibattito è ancora aperto. Possiamo comunque dire che Edgar Allan Poe ha dato un grande contributo a tutti questi generi; pensiamo solo a uno dei suoi personaggi più riusciti, Auguste Dupin, che troviamo nei racconti polizieschi I Delitti della Rue Morgue (1841), Il Mistero di Marie Roget (1842/43) e La Lettera Rubata (1845). Questo personaggio è considerato l’antenato diretto di grandi investigatori come Sherlock Holmes e Hercule Poirot. Oppure ai racconti ispirati al tema del doppio, William Wilson e Il Ritratto Ovale, che saranno d’ispirazione per celebri autori come Robert Louis Stevenson (Dr Jeckill e Mr Hyde) e Oscar Wilde (Il Ritratto di Dorian Grey). Edgar Allan Poe, insomma, è il padre artistico di tanti autori che oggi amiamo, da Agatha Christie a Stephen King. Il suo contributo straordinario alla letteratura moderna è un fatto che non può essere messo in discussione. Poe e gli americani Cosa pensano gli americani di Edgar Allan Poe? Lo leggono ancora con paura, oppure lo considerano una sorta di “interessante reperto archeologico” della letteratura? La risposta non è cosi semplice e nemmeno univoca. Di sicuro gli americani sono fieri del genio di Poe, ammettono la sua potente capacità di creare, di immaginare. Eppure quella vita disordinata, da vagabondo alcolizzato, è qualcosa che appare sconcertante ad alcuni americani moderni, qualcosa di non comprensibile fino in fondo. Gli Stati Uniti sono una nazione che ha fatto del tempo, del denaro, del progresso e della ricchezza materiale una sorta di virtù assoluta, una mania. Dunque alcuni americani non sentono “il bisogno” di perdersi nella ricerca, spesso pericolosa, di cose meno materiali; talvolta non ne hanno nemmeno il tempo. Lo stesso Poe sosteneva che il vero problema del suo Paese fosse quello di non avere un’ aristocrazia; senza di essa il culto del bello non poteva esistere. Di conseguenza l’autore denunciava il lusso, a volte pacchiano, dei suoi compatrioti, quella ricchezza e quella corsa sfrenata al progresso che non comprano né il mondo, né la felicità, né il buon gusto. Alla luce di questo non stupisce che Poe fosse un raffinato, elegante esteta solitario. Oggi è l’autore più popolare tra gli adolescenti americani e la Poe Society si occupa, dal 1923, di curare la sua memoria e il suo lavoro. La critica non è sempre stata buona con lui, ma il pubblico in tutto il mondo lo ha ricompensato, nel tempo, per le sue storie emozionanti. E’ uno di quegli autori che ha suscitato sentimenti contrastanti di amore e odio, ma anche di pura, semplice incomprensione. Edgar Allan Poe: la discesa infernale negli abissi della mente umanaPoe rimane lo scrittore maledetto, il personaggio sfortunato la cui vita e morte sono anch’esse un mistero non ancora del tutto svelato. Gli americani continuano a leggere le sue trame inquietanti, nonostante le perplessità di alcuni, non solo ad Halloween e a studiare a scuola questo autore: i fans dei Simpson potranno ricordare il primo memorabile episodio dello speciale di Halloween La Paura fa Novanta (seconda stagione): Bart e Lisa sono nella casa sull’albero a leggere storie paurose per la festa di Halloween. Bart è già piuttosto spaventato all’idea di dover ascoltare una storia tratta da un libro di scuola, ma quando Lisa inizia a leggere Il Corvo di Edgar Allan Poe, anche Homer ne rimane rapito e terrorizzato al punto da non riuscire nemmeno a prendere sonno durante la notte.
I racconti I racconti di Edgar Allan Poe selezionati per questo speciale hanno delle caratteristiche in comune: dal punto di vista stilistico sono tutti scritti in prima persona, espediente letterario molto caro all’autore, che gli consente di avere una sorta di contatto diretto con il lettore, come se volesse metterlo al corrente delle segrete ossessioni umane per aiutarlo a riconoscerle, comprenderle e liberarsene. Inoltre la narrazione in prima persona consente al lettore un processo di identificazione totale, assoluta. Lo stile è scorrevole, ma al tempo stesso ricercato. Poe non commette mai l’errore di essere superfluo, di scrivere troppo. Ogni frase di un suo racconto è costruita in modo da portare lentamente, ma inesorabilmente, il lettore verso l’oscurità; il ritmo della storia è dato proprio dall’esatta cadenza di ogni singolo passaggio. Di solito l’inizio di ogni racconto (e anche di quelli che analizzeremo) è piuttosto tranquillizzante. Poi, pian piano la marea della suspence si innalza, il lettore si lascia coinvolgere in una sorta di labirinto in cui realtà e inconscio si mescolano e non riesce a staccarsi dalla storia. La tensione continua a crescere fino al punto di rottura finale. Dal punto di vista tematico i primi due racconti di questo speciale, Il Pozzo e il Pendolo e La Sepoltura Prematura, declinano secondo due sfumature diverse gli argomenti della morte, del buio e dell’angoscia. Sullo sfondo, però, c’è anche un terzo tema, quello della tortura: nella prima storia, come vedremo, questa tortura è sia fisica che psicologica, “imposta” dall’alto, nel secondo caso è solo psicologica, una sofferenza autoinflitta. Negli altri due racconti “La Verità sulla Vicenda del Signor Valdemar e “Rivelazione Mesmerica” il tema della morte è sempre centrale, ma inteso come manipolazione della morte stessa, controllo di essa. In questo caso a fare da sfondo alla trama è, in entrambi i casi, il mesmerismo, in cui Poe credeva fermamente. Non possiamo, infine, dimenticare il sentimento che si cela in tutti questi racconti e non ha bisogno di spiegazioni: la paura. Il Pozzo e il Pendolo (The Pit and The Pendulum) Edgar Allan Poe: la discesa infernale negli abissi della mente umanaIl racconto narra le torture subite da un prigioniero della terribile inquisizione spagnola. Il protagonista è rinchiuso in una cella buia e profonda per dei crimini non specificati. Egli tenta di determinare le dimensioni della sua cella, di trovare un appiglio per la salvezza. Durante questi tentativi inciampa e cade, rendendosi conto di aver evitato per un soffio una morte orribile, dal momento che al centro della stanza è collocato un pozzo dalla capacità sconosciuta. Il narratore perde conoscenza e al suo risveglio si ritrova disteso e immobilizzato con una lama tagliente a forma di pendolo, sospesa proprio sopra di lui. Il movimento della lama si fa sempre più rapido e più vicino al suo petto. La fine sembra prossima, ma egli riesce a scamparla con uno stratagemma che non manca di inorridire il lettore. Ma le torture non sono finite: i muri della prigione iniziano a muoversi, a diventare incandescenti e a cambiare forma, per costringere il protagonista ad avvicinarsi al pozzo. Ormai la follia e la morte sembrano inevitabili… Lascio, ovviamente, al lettore la scoperta non solo del finale, ma dell’intera storia, il cui delirio e la cui angoscia di certo non possono essere rese in poche righe di trama. Il Pozzo e il Pendolo è uno dei racconti più famosi di Edgar Allan Poe. E’ stato citato in svariate opere letterarie, trasposto in molti film, il primo dei quali risale addirittura al 1909. La storia è ambientata tra la fine del XVIII secolo e l’inizio del XIX, visto il riferimento storico al generale Lasalle, vissuto tra il 1755 e il 1809. Non troviamo elementi soprannaturali, ma il terrore puro suscitato da una vicenda realistica. E’ un’opera di altissimo livello letterario, con una trama originale, una narrazione perfetta e dal ritmo sostenuto. L’immedesimazione con il protagonista è naturale e assoluta. Non c’è solo la paura per una morte violenta, ma anche la sofferenza psicologica dovuta alla reclusione in un luogo angusto, buio, alla conseguente, terribile sensazione di non avere nemmeno punti di riferimento fisici, di non sapere cosa accadrà e quando. “All’improvviso un’idea terrificante mi fece affluire tumultuosamente il sangue al cuore e ricaddi nuovamente per un breve periodo ricaddi nell’insensibilità. Quando tornai in me mi alzai in piedi tremando convulsamente in ogni mia fibra. Spinsi disordinatamente le braccia in alto e intorno, in tutte le direzioni. Non sentii nulla; ebbi paura ai muovere un passo, terrorizzato dalla possibilità di essere bloccato dalle pareti di una tomba. Il sudore uscì copioso da tutti i pori e mi si raccolse in grosse gocce fredde sulla fronte. L’agonia del dubbio divenne alla fine intollerabile, mi mossi cautamente in avanti, con le braccia tese e gli occhi sbarrati, fuori dalle orbite, nella speranza di catturare il più fioco raggio di luce”. L’impotenza e l’agonia sono accompagnate dalla certezza di essere spiati costantemente, alla completa mercé di carcerieri spietati e sadici che rimandano, senza ragione se non quella del loro personale piacere, una condanna a morte che potrebbe essere eseguita subito: la lentezza porta all’esasperazione del protagonista, al suo abbandono al delirio. “…forme angeliche divennero spettri insignificanti, dalla testa di fiamma, e compresi che non potevo da essi sperare soccorso alcuno. E allora nella mia mente penetrò, come una dolce musicale, l’idea del riposo delizioso che ci aspetta nella tomba”. Il particolare più inquietante del racconto è il buio profondo della cella. Questa oscurità rimanda immediatamente alla cecità superstiziosa e all’oscurantismo dell’inquisizione contrapposto alla ragione del secolo dei Lumi, periodo in cui Il Pozzo e il Pendolo è ambientato. E’ la stessa inquisizione che vuole soffocare nel buio e nella follia qualunque forma di pensiero contraria alla religione ed evitare, cosi, che gli uomini si liberino dalle catene del pregiudizio e godano della luce della razionalità. La Sepoltura Prematura (The premature burial) Edgar Allan Poe: la discesa infernale negli abissi della mente umanaQuesto racconto è uno dei più angosciosi di Edgar Allan Poe. Stavolta la morte viene associata ad una paura atavica dell’uomo: essere sepolti vivi. La narrazione inizia proprio con la descrizione, da parte del protagonista narratore, di alcune sepolture premature. Questo incipit serve a coinvolgere emotivamente il lettore, preparandolo alla claustrofobica vicenda che sta per leggere e a spiegare il destabilizzante terrore del protagonista per simili avvenimenti. Egli soffre di catalessi, stati di trance che possono durare anche per giorni e non sopporta il buio. Decide, cosi, di prendere misure precauzionali per evitare di essere scambiato per un morto e finire nella cripta prima del tempo. La vita, però, sembra beffarsi amaramente di lui, costringendolo a vivere il suo incubo peggiore e a trarre da esso la forza di liberarsi dalla sua ossessione. L’ansia è sicuramente la principale componente di questo racconto. La narrazione procede spedita in un crescendo di tensione claustrofobica che esplode nel climax finale. Poe svela una delle più grandi paure dell’uomo: essere sepolti vivi, ritrovarsi in un piccolo spazio buio, chiuso ermeticamente, con l’aria che a poco a poco diminuisce, mentre sale la consapevolezza e la conseguente disperazione di non poter uscire, di non poter respirare e, soprattutto, di non essere né visti né sentiti. A nulla serve battere, urlare, scalciare o consumarsi le unghie contro il coperchio della tomba. La sensazione di essere già morti per il mondo, di essere stati dimenticati in quanto vivi e ormai ricordati in quanto spiriti è devastante. "Ma se spaventoso è tale sospetto, quanto più spaventoso il destino! Si può asserire senza esitazione che nessuna cosa al mondo è più tremendamente atta a ispirare il culmine dell'ambascia sia fisica che mentale quanto un seppellimento prima della morte. L'intollerabile oppressione dei polmoni, le esalazioni soffocanti della terra umida, l'appiccicaticcio degli indumenti funebri, il rigido amplesso dell'angusta dimora, le tenebre della Notte totale, il silenzio simile a un dilagante mare, l'invisibile e pur tangibile presenza del Verme Conquistatore, tutto ciò col pensiero dell'aria e dell'erba sopra di noi, col ricordo degli amici cari che volerebbero a salvarci se sapessero del nostro destino, e la consapevolezza che di questo nostro destino mai essi saranno informati, che la nostra disperata sorte è quella dei veramente morti, tutte queste riflessioni, dico, riempiono il cuore che ancora palpita di un così spaventoso e intollerabile orrore che anche la più audace immaginazione ne arretra atterrita". Il nostro protagonista ha un terrore cosi forte di tutto ciò da non riuscire nemmeno a vivere la sua vita. La sua paura è patologica, asfissiante, castrante. Viverla sarà, per lui, esorcizzarla e ridurla al silenzio, negli oscuri recessi della mente umana. "La lugubre regione dei sepolcrali terrori non può essere ritenuta del tutto fantastica; ma al pari dei Demoni in compagnia dei quali Afrasiab compì il suo viaggio lungo l'Osso, essi debbono dormire, altrimenti ci divoreranno; bisogna costringerli al silenzio, o periremo".
Poe e il Mesmerismo Edgar Allan Poe: la discesa infernale negli abissi della mente umanaLe ultime due storie “La Verità sulla Vicenda del Signor Valdemar” (The Facts in the Case of M. Valdemar) e “Rivelazione Mesmerica” (Mesmeric Revelation) verranno trattate insieme perché accomunate dallo stesso argomento, il mesmerismo e da una trama più filosofica che di azione vera e propria. Edgar Allan Poe credeva in questa teorie e ne era molto affascinato. In questi due racconti si parla di un soggetto mesmerizzato in punto di morte, che parla dal “regno delle ombre”. Per capire meglio il tema del mesmerismo, occorre sapere, in linea molto generale, cosa esso sia: Franz Anton Mesmer, medico tedesco del Settecento, mise a punto una cura per le malattie e le disfunzioni che prese, appunto, il nome di mesmerismo. Le sue dottrine, controverse e mai accettate dalla scienza medica, si basavano su un fluido o forza magnetica che attraverserebbe tutto l’organismo e il cui flusso, in armonia con un altro fluido, stavolta universale, garantirebbe la salute fisica. Dunque ogni malattia sarebbe dovuta a blocchi di questo flusso. L’unica possibilità di guarire sarebbe quella di applicare delle calamite sulle parti del corpo dove è avvenuto il blocco. Le teorie di Mesmer erano completamente sbagliate, egli stesso se ne rese conto e, se qualche miglioramento c’era, era dovuto unicamente alla suggestione. Edgar Allan Poe: la discesa infernale negli abissi della mente umanaPoe narra di casi di mesmerismo come se fossero veri. Riporta i dialoghi con il mesmerizzato quasi fossero una vera e propria cronaca di fatti realmente accaduti. Non è strano, quindi, che all’epoca della loro pubblicazione le storie vennero ritenute vere e suscitarono scalpore tra il pubblico. “Mentre eseguivo rapidamente i passaggi mesmerici tra esclamazioni di "morto! morto!" che letteralmente prorompevano dalla lingua anziché dalle labbra del paziente, tutto il corpo di questi, immediatamente, nello spazio di un solo minuto, forse anche meno, si rattrappí, si sbriciolò, in una parola si corruppe e si dissolse sotto le mie mani. Sul letto, di fronte a tutti i presenti, non rimase che una massa quasi liquida di putridume ributtante, spaventoso.” In realtà queste storie sono impossibili sia per l’argomento trattato, sia per il finale. Non sono annoverate tra le storie di ossessioni o di paure come quelle viste precedentemente, proprio per la loro irrealtà. L’azione è sostituita dal succedersi dei dialoghi e dall’osservazione di cambiamenti nel paziente. Di certo la trama è affascinante, perché tratta di un contatto con l’aldilà e di una manipolazione della vita e della morte, quasi si potessero, in una certa misura, controllare. Il tema del mesmerismo è stato sapientemente ripreso e rielaborato nei fumetti di Dylan Dog La Zona del Crepuscolo (numero 7) e nel suo seguito, Gli Eredi del Crepuscolo (numero 238): l’indagatore dell’incubo viene assunto per scoprire il segreto che si cela dietro il tranquillo paese chiamato Inverary, in cui gli abitanti vivono, sospesi tra la vita e la morte, giorni tutti uguali uno all’altro. Edgar Allan Poe, un grande maestro del brivido di cui consiglio la lettura a tutti quelli che ancora non lo conoscono Vedrete che la vostra percezione della letteratura, della paura, ma anche di alcuni grandi temi dell’umanità, cambierà radicalmente.

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