Dorcas Gustine
I WAS not beloved of the villagers,
But all because I spoke my mind,
And met those who transgressed against me
With plain remonstrance, hiding nor nurturing
Nor secret griefs nor grudges.
That act of the Spartan boy is greatly praised,
Who hid the wolf under his cloak,
Letting it devour him, uncomplainingly.
It is braver, I think, to snatch the wolf forth
And fight him openly, even in the street,
Amid dust and howls of pain.
The tongue may be an unruly member–
But silence poisons the soul.
Berate me who will–I am content.
(NON ERO amato dai paesani, / Ma tutto perché esprimevo i miei pensieri, / E ribattevo a quelli che peccavano contro di me / Con semplici rimostranze, senza celare o covare Segrete pene né rancori. / È molto lodata quell’impresa del ragazzo spartano, / Che nascose il lupo sotto il suo mantello, / Lasciando che lo divorasse, senza lamenti. / È più coraggioso, penso, portar fuori il lupo / E combatterlo a viso aperto, anche in strada, / Tra la polvere e le grida di dolore. / La lingua può essere un socio sfrenato – / Ma il silenzio avvelena l’anima. / Mi condanni chi vuole — Io sono contento.) Traduzione di Marco Vignolo Gargini