EDGE | Ultimo Ritr-Atto Dall’ultima poesia di Sylvia Plath una performance scritta ed interpretata da Giovanna Lacedra

Creato il 05 ottobre 2015 da Roberto Milani
L'amica Giovanna Lacedra, alla MAG di Como... da non perdere!

La Galleria MAG presenta:
 

ARTE PERFORMATIVA
PER LA GIORNATA DEL CONTEMPORANEO
Dopo il successo delle passate edizioni, anche quest’anno la Galleria MAG partecipa alla Giornata del Contemporaneo, organizzata da AMACI, evento finalizzato a promuovere la diffusione dell’arte contemporanea in Italia.
Insieme a 26 musei AMACI e 1000 realtà in tutta Italia, la Galleria MAG propone quest’anno un evento di arte performativa:
EDGE | Ultimo Ritr-Atto
Dall’ultima poesia di Sylvia Plath
una performance scritta ed interpretata da
Giovanna Lacedra

Sylvia Plath, celebre poetessa del filone Confessional americano, si tolse la vita all’alba dell'11 febbraio 1963, nel suo appartamento di Londra. Preparò la colazione per i suoi due bambini, Frieda e Nicholas, ancora addormentati. Depose per loro, sul comodino, un vassoio con del pane e del latte. Spalancò la finestra della loro stanza. Poi si recò in cucina, sigillò la porta, infilò la testa nel forno, aprì il gas e si ammazzò. Aveva solo 31 anni e non poteva immaginare che, dopo la sua morte, sarebbe stata considerata una delle voci poetiche più potenti del Novecento.
Il suicidio della Plath fu un disperato tentativo di regressione ad una condizione di quiete ancestrale. Un illusorio ritorno al grembo materno.
Sylvia era molto legata a sua madre, ed era ossessionata dalla morte del padre, scomparso prematuramente quando lei aveva otto anni. Nel grembo di lei, donna forte, colta, aperta, Sylvia sentiva di dover depositare il meglio di sé, qualcosa che somigliasse alla perfezione: successi scolastici, successi letterari, una vita perfetta da figlia americana perfetta.
Ma, come scrisse in una sua celebre lirica titolata “I manichini di Monaco”, quattordici giorni prima di morire…

“La perfezione è terribile, non può aver figli.
Fredda come respiro di neve, occlude il grembo
Dove arbusti di tasso spuntano come idre"

La poesia titolata EDGE, invece, fu scritta sei giorni prima del suicidio, e non fu altro che un annuncio di quanto sarebbe accaduto. Fu il suo "addio".
Per questa ragione la definisco il suo "Ultimo Atto". E il suo "Ultimo Autoritratto". EDGE è in effetti l'ultimo ritratto che Sylvia ha lasciato di sé, al mondo. L'ultimo atto poetico e parimenti l'ultimo "Auto-Ritratto" lirico. L'ultima traccia densamente autobiografica e oltretutto conclusiva. Sono versi che dipingono il percorso dal dolore alla fine.
Per questa ragione EDGE non può considerarsi soltanto una poesia. È molto di più: è un ritratto totale, è l'ultimo lembo al quale Sylvia si è aggrappata per annunciare la propria caduta, è quell'orlo che si affaccia sul precipizio, quando il precipizio appare accogliente; è l'oltre-limite che, con meticolosa descrizione, preannuncia il suicidio. Ma il lascito di lei, della sua vita, della sua luce, della sua memoria dopo la morte, è tutto nelle sue poesie.
Ogni verso, una traccia del suo volto.
Ogni verso un ritratto.

In “EDGE | Ultimo Ritr-Atto” Sylvia se ne andrà spogliandosi dei suoi infiniti volti come un fiore che perda i propri petali o come un albero che lasci cadere le sue foglie quando l'autunno è ormai giunto. Offrendo quel che resta del suo latte ad un figlio assente. E riavvolgendosii poi, come bianco serpente, nel suo stesso grembo.
"Il pensiero che potrei suicidarmi si forma freddamente nella mia mente
come un albero o un fiore."
(S.Plath)
Giovanna Lacedra in
EDGE | Ultimo Ritr-Atto
performance-drawing-poetry
sabato 10 ottobre 2015 – h.18.00
Galleria MAG di Salvatore Marsiglione
Via Vitani, 31 – COMO.
info-press: +39 328 7521463
info@marsiglioneartsgallery.com
Durante tutto il giorno la galleria manterrà i normali orari di apertura: dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 15:00 alle 19:30.