"Oh, andate ad Edimburgo!! Che bello! Che fortuna! Siete così fortunate!!"
Io e Tabby Cat stiamo facendo check in alla reception della nostra guest house a Pitlochry, un paesino fatto di fiori e cottage di pietra nell'Argyle, contea delle terre basse scozzesi. La guest house è una grande dimora georgiana che sembra uscita da qualche film di Ivory, fuori la pioggia scroscia e la ragazzina alla reception avrà sì e no 16 anni.
E' la nipotina della proprietaria e quando siamo arrivate si stava facendo le unghie sospirando con aria annoiata mentre sbirciava una rivista di gossip.
"Andrete a vedere il festival? No? Mia nonna forse mi porta domenica, abbiamo i biglietti per il Tattoo! Ma voglio assolutamente vedere anche qualche spettacolo del Fringe!"
Ci dice in tono entusiasta e canterino, sgranando gli occhioni celesti.
"Sono così emozionata!" aggiunge, prima di darci le chiavi della nostra stanza.
Io e Tabby sorridiamo.
E' la prima scozzese che incontriamo durante il nostro viaggio che si mostra più entusiasta riguardo alla nostra tappa successiva, che non al fatto che veniamo dall'Italia. E per questo mi ispira simpatia.
E mi interisce questa sua gioiosa valanga di parole, questo suo genuino batticuore. Chissà se in Italia ci sono adolescenti che sarebbero altrettanto emozionati all'idea di assistere con la nonna ad una serata di Sanremo.
Il Festival di Edimburgo però non è musicale.
Anzi, i festival - perché sono due, in contemporanea.
Ad agosto Edimburgo si trasforma: abbandona il suo cipiglio introverso e si lascia andare - alla folla, alla follia, all'improvvisazione, a 30 notti di festa.
Ad agosto Edimburgo è il suo festival - che si divide in due, due anime, due diramazioni, due vocazioni: istituzionale, con la parata militare del Military Tattoo, ed espressiva, con il Fringe per gli artisti di strada.
Il Tattoo, a cui la nostra giovane receptionist ha assistito, si svolge nella spianata del Castello: i biglietti vanno a ruba mesi prima, la BBC lo trasmette in gran parte in diretta, e ovviamente anche la Regina non se lo perde.
Il nome "tattoo" non ha nulla a che vedere con i tatuaggi, ma si riferisce all'azione dei tamburini quando venivano inviati nelle città olandesi in cui l'esercito britannico era dislocato durante il XVIII secolo per richiamare all'ordine i soldati in libera uscita. Dopo che sentivano quel rullo di tamburi gli osti non potevano più servire da bere a nessun militare: "chiudere il rubinetto" in olandese si dice "Doe den tap toe", e "tap toe" è stato poi contratto in "tattoo". Un richiamo all'ordine ed alla disciplina che adesso è stato trasformato in un momento di spettacolo.
Il Tattoo è un evento grandioso, uno spettacolo che va in scena per tutto il mese di agosto e che non si è mai fermato nemmeno in caso di maltempo.
E' un tripudio di cornamuse e tamburi, ma negli anni ha sempre ospitato bande militari provenienti da tutto il mondo, compreso il nostro corpo dei bersaglieri.
Si conclude con gli scoppi colorati dei fuochi di artificio, e il suo ricavo viene interamente devoluto in beneficienza alle associazioni dei veterani di guerra.
Il Fringe, invece, è arte - arte in ogni sua forma.
Il Royal Mile si riempie di giocolieri, attori, musicisti, ballerini - come una scatola piena di fantasia che riversa il suo contenuto di colori, suoni, espressività.
Le cabine rosse ed i lampioni si riempiono di locandine promozionali, e ad ogni angolo c'è un numero da vedere.
Il cuore della vecchia Edimburgo, quello un po' magico ed un po' stregato, si trasforma in un palcoscenico di vicoli e di pietre scure - e, diciamocelo, è una gran bella scenografia.
Il Fringe nasce nel 1947 come costola spontanea e ribelle del Festival Internazionale delle Belle Arti di Edimburgo, che continua ad esistere tutt'oggi e prevede un programma molto più classico ed elitario: 8 compagnie teatrali che non passarono le selezioni per partecipare a quest'ultimo decisero di mettere in piedi il "loro" festival, che negli anni finì per diventare più famoso e seguito di quello ufficiale - un po' come quando non si viene invitati ad una festa, ma, con la giusta compagnia, si finisce per divertirsi ancora di più.
Il Fringe non ha sbarramenti di selezione, pertanto chiunque vi faccia domanda può partecipare - e questa formula di totale libertà si è rivelata vincente, se si pensa che ha visto esordire personaggi che si chiamano Emma Thompson, Hugh Laurie, Stephen Fry o Rowan Atkinson. Il costo del biglietto di uno spettacolo teatrale va dalle 10 alle 20 £, ma aggirandosi per il Royal Mile è possibile assistere a performance completamente gratuite (o quantomeno a libera offerta).
A ben ripensarci, sono sempre stata ad Edimburgo in periodo di Festival - quindi per me i ricordi della città sono indissolubilmente legati all'aspetto festoso e creativo che assume durante questo evento.
Mi sono sempre addormentata con i fuochi del Tattoo come colonna sonora ed ho sempre passeggiato lungo il Royal Mile raccogliendo locandine fra trucchi di scena e trampolieri.
E' un po' come se fosse una tradizione anche per me, e sorrido ancora, ripensando alla ragazzina di Pitlochry.
Adesso è passato un anno, e ad Edimburgo è di nuovo ora di Festival.
Chissà se la nonna l'avrà di nuovo a vedere il Tattoo.
E chissà se avrà ancora lo stesso entusiasmo dell'anno scorso.
In fondo spero di sì...