Immanuel Velikovsky venne alla luce a Vicebsk (Bielorussia) il 10 giugno 1895 e cessò di vivere a Princeton (USA) il 17 novembre 1979. Studiò Scienze Naturali all’Università di Edinburgo, Storia e Medicina all’Università di Mosca, Biologia all’Università di Berlino, il Meccanismo del Cervello Umano all’Università di Zurigo e Psicoanalisi all’Università di Vienna. Successivamente raccolse e catalogò in Germania un buon numero di opere scientifiche e filosofiche. Tale collezione prese il nome di Scripta Universitatis. In seguito, per molti anni, si è interessato in modo continuativo dei metodi terapeutici per il trattamento delle nevrosi e dei disturbi del comportamento umano, in un primo momento in Palestina e dopo in America, ottenendo in questo settore numerosi giudizi favorevoli, anche da Sigmund Freud.
Akhenaton
Di particolare importanza per una piena comprensione del libro Edipo e Akhenaton (pubblicato in lingua italiana nell’anno 2014) è la premessa dell’autore. Nella stessa spiega brevemente che: «una ventina d’anni fa (1938-1939), … studiai l’ultimo lavoro di Freud, Mosè e il monoteismo, e in breve lessi altri testi su Akhenaton, il vero eroe di quel libro. Fui subito colpito da alcune strette analogie fra questo re egizio e il leggendario Edipo. Pochi mesi dopo mi trovavo in una libreria del Nuovo Mondo, in mezzo a parecchi tomi riguardanti la documentazione sugli scavi effettuati a Tebe e a el-Amarna. … Il mio lavoro su Edipo e Akhenaton, sotto forma di un buon numero di appunti e brevi bozze, riposò per molto tempo; il consiglio di Orazio di trattenere un manoscritto per nove anni prima di pubblicarlo è stato infatti da me doppiamente seguito. Più di diciotto anni sono trascorsi dal concepimento del lavoro e dalla sua prima bozza fino alla ristesura e alla preparazione per la stampa. Il ritardo gli ha giovato molto. Negli anni a seguire sono stati pubblicati diversi importanti scritti sul faraone Akhenaton e la sua casata, mentre ulteriori scoperte archeologiche mi hanno permesso di aggiungere nuove prove alla mia teoria. La storia ha fatto luce sulla vecchia leggenda; ma anche la vecchia leggenda ha fatto luce sulla storia».Velikovsky, riportando le valutazioni su gli anni di governo del faraone Akhenaton, che ebbe lo studioso Arthur Weigall (egittologo inglese), mette in evidenza come pure coloro che non sono esperti in egittologia hanno sentito parlare della riforma religiosa del faraone eretico, della sua discendenza e del nuovo centro urbano (Akhetaton) che fece costruire. Gli autori di trattati storici, aggiunge lo psicologo bielorusso, purtroppo non sanno con certezza quale sia stata la sorte del faraone eretico, né cosa avvenne nella fase di caos che vi fu prima o dopo la scomparsa della sua illustre stirpe. Continua dichiarando che: «la fine di Akhenaton, il destino dei suoi due giovani successori, Smenkhkare e Tutankhamen, il decadimento del regno e la sorte di Tebe … tutti questi fatti si sanno comunque grazie a un ciclo di leggende che persistettero sul Mediterraneo orientale e sul territorio greco. Le relazioni misteriose, gli incomprensibili ritrovamenti nei sepolcri, le enigmatiche sequenze di eventi, una volta illuminati dalla leggenda non risultano più oscuri e segreti. Una volta spenta la luce della leggenda, i fatti e i ritrovamenti storici rilucono di luce propria, e i legami interni vengono compresi per via della forza stessa di tali fatti e di tali scoperte».
Lo scrittore Immanuel Velikovsky
Il sociologo bielorusso sottolinea come in questo volume abbia esaminato con accuratezza la vita del faraone Akhenaton e gli accadimenti drammatici avvenuti al crollo della Diciottesima Dinastia. Nota come lo psicanalista austriaco abbia studiato ed analizzato attentamente le figure di Edipo e del faraone eretico, non percependo però le loro affinità, pure di identità. Freud ha intravisto nel primo un individuo che pecca abitualmente, angosciato per le pulsioni peccaminose alle quali non sa resistere, mentre nel secondo una persona pia, buona, giusta ed onesta, il primo monoteista, oltre ad aver anticipato idee, teorie e concezioni di Mosè. Velikovsky termina la prefazione asserendo che: «il fatto che i faraoni successivi abbiano denominato Akhenaton, il criminale, non si deve tanto ai suoi tentativi di riformare la religione quanto a qualcos’altro, di cui il resoconto rappresenta il contenuto di queste pagine».Il mito di Edipo
In questa opera l’autore afferma che tutti hanno sentito parlare delle vicende tragiche di Edipo, che uccise il padre e prese la madre come moglie. Inoltre interessante è il significato che di questi eventi ha dato il neurologo austriaco. Ma, si interroga lo psicologo bielorusso, sono accadimenti di un passato lontano frutto dell’invenzione di alcuni tragediografi greci o faccende familiari cruente realmente accadute? Nel libro in questione Immanuel Velikovsky, uno degli studiosi contemporanei più controcorrente nelle interpretazioni della Storia Antica, supportato da nuovi reperti archeologici e testi storici finora non presi in considerazione ma incontrovertibili, sostiene con convinzione la provenienza egiziana molto lontana nel tempo (e non greca) di questo complicato episodio di passione e di avversione, essendo in grado di provarne l’autenticità e di accertare perfino quali furono gli effettivi protagonisti: i componenti della casata del faraone eretico, ricordato come il primo monarca che confessò l'idea di un unico dio e genitore del celebre Tutankhamen.Utile risulta l’apparato fotografico posto all’inizio e alla fine del volume. Nota stonata la mancanza di un’accurata bibliografia. Un’opera meritevole di attenzione che si consiglia di leggere e regalare a coloro che sono interessati alle figure del faraone Akhenaton e di Edipo e alla storia e civiltà dell’Antico Egitto.
Giampiero Lovelli
Autore: Immanuel Velikovsky
Editore: Profondo Rosso
Pagine: 192
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