Editoria americana in crisi

Da Eilanmoon @EilanMoon

Il mese scorso ho accennato al grave calo delle vendite del mondo editoriale italiano raccontandovi con dispiacere che alcune librerie famose di Milano hanno chiuso le serrande, stasera purtroppo vi parlerò di una crisi ancora più grave che da due anni ha investito l'America e sembra destinata a peggiorare.Le librerie americane stanno affrontando un baratro nero a causa dell’imponente successo degli E-book. Pensavo si trattasse solamente di  Barnes&Noble che nei prossimi anni chiuderà un terzo delle sue quasi 700 librerie e il mercato del libro di carta si contrae del cinque percento a causa dell'aumento delle vendite degli E-book ma nella realtà Americana in verità non è solo questo il problema. Victoria Barnsley ha dichiarato che si vocifera tra gli addetti ai lavori delle case editrici d’oltre atlantico che nel prossimo futuro il mercato dei libri sarà equamente diviso tra formato digitale e cartaceo. Un duro colpo per le librerie americane che non potrebbero sopravvivere. Il problema è più profondo e tetro di così perché in realtà non sono soltanto i libri a risentire dalla crisi -non perché l'E-book è più bello ma soltanto perché costa meno- ma anche i quotidiani e le riviste che vivono grazie alle pubblicità e alle inserzioni presenti sulle loro petrolifere pagine.Il New York Times sta vivendo un momento nero e sono in vista licenziamenti.Meno undici percento tra pubblicità e inserzioni, una fetta importantissima delle entrate che difficilmente si riuscirà a colmare. Perché le inserzioni sono diminuite? Semplice, la crisi globale porta il consumatore ultimo a spendere meno e alle aziende a investire meno nella pubblicità cartacea che gli costerebbe molto di più e con probabilità non avrebbero un giusto ritorno della spesa come invece prima del 2008 quando in effetti è iniziata la crisi. Ecco perché per la prima volta, dopo aver introdotto un sistema a pagamento per l’accesso online e su tablet, il New York Times sta seriamente considerando un aumento dei prezzi. 
Se il più importante quotidiano d’America soffre, non gioisce nemmeno il resto della realtà editoriale statunitense. Anche la grande agenzia d’informazione finanziaria globale, nata alcuni anni fa dalla fusione Thomson-Reuters, ha  annunciato circa 3000 esuberi su cinquanta mila dipendenti.Tutte queste notizie che ho appreso mi lasciano interdetta. Quando finirà questo stato di cose? Ma sopratutto troverà conclusione oppure andrà peggiorando? 

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