Un esempio è quello dell'abitudine di ruttare a tavola: mentre in Occidente è considerato ampiamente disdicevole e segno di pessime maniere, in Giappone, al contrario, è segno di aver gradito il pasto e chi non lo fa è considerato estremamente sgarbato nei confronti dell'ospite che lo ha invitato. L'educazione inoltre è quella che si riceve a scuola. Al bambino viene insegnato a leggere, scrivere e fare di conto, gli vengono impartite negli anni lezioni di tutte le materie che nella nostra società vengono considerate importanti per muoversi nel mondo, selezionate in base all'importanza che ogni cultura darà a questa o a quella materia. Un esempio: ho vissuto in Brasile diversi anni e in quel Paese la geografia viene insegnata tenendo conto quasi esclusivamente del continente americano. Parlando con un bambino di 12 o 13 anni questi mi chiese come ero arrivata lì dall'Italia. Io ovviamente risposi in aereo. Lui ne fu molto stupito e mi chiese per quale motivo non fossi arrivata in auto. Gli dissi che non era possibile arrivare in auto, c'era di mezzo un Oceano. Allora lui mi rispose che era convinto che ci fosse un ponte autostradale che collegava i due Continenti. Questo è solo un esempio (ovviamente non intendo sminuire la cultura impartita in nessun Paese) che fa capire quanto le lezioni selezionate in diverse zone del mondo possano falsare o mutare o distorcere il concetto di "realtà". Vi è però un tipo di educazione universale, che trascende i punti di vista, le culture e i costumi dei diversi Paesi. Si tratta della Cultura Spirituale. Questo tipo particolare di "cultura" è completamente sconosciuta all'essere umano medio nella maggior parte delle civiltà moderne. Ma...cosa intendo per Cultura Spirituale? Con questo termine intendo che un bambino dovrebbe essere in primo luogo, e prima di tutto il resto, edotto del fatto che è un essere spirituale incarnato in una dimensione materiale, il quale possiede le sue regole ma, essendo solo regole, appunto, esse possono essere trascese se solo ne si conoscesse il meccanismo. Dovrebbe sapere che ha scelto, secondo criteri misteriosi ma che potrà un giorno indagare, di nascere esattamente in quella famiglia, con una logica evolutiva ben precisa. Si dovrebbe insegnargli che tutto quello che accade ha un senso più ampio, anche se a prima vista ciò può apparire insensato o sgradevole, che tutto quello che la sua vita sarà dipenderà dal grado di consapevolezza che ha acquisito e che ogni scelta e decisione prenderà sarà sempre sua esclusiva responsabilità. Educarlo alla sperimentazione e alla verifica (la fiamma brucia: mettici il dito sopra, vedrai che nulla che io ti dirò ti insegnerà meglio il pericolo del fuoco che sperimentarne l'effetto sulla carne). Condurlo per mano in un territorio fatto di allegria, di gioia di vivere, di rispetto per tutte le cose, per tutte le forme di vita, per qualsiasi cultura, colore della pelle, attitudine. Insegnargli che è un essere unico, dotato di intelligenza, estro, creatività. Che nulla più dell'amore per se stesso e per gli altri può aprire gli orizzonti e creare un mondo bello dove abitare. Che un bambino è una risorsa preziosissima in questo mondo e che ciascuno apporta il suo insostituibile contributo nell'economia energetica di questo piano di esistenza. Che le sue inclinazioni devono essere rispettate e apprezzate, affinché sia una creatura felice e realizzata e non un clone dei genitori e tappi i buchi delle sconfitte presunte di chi l'ha preceduto. Che è un essere libero, dotato di libero arbitrio e che può, in ogni momento, cambiare il suo stato per renderlo più aderente alla propria attitudine interiore. Che il mondo non è una valle di lacrime ma un Paradiso, se solo si conoscono i meccanismi che lo regolano e ci si allinea con la straordinaria Intelligenza universale. Che la mente e il corpo sono strumenti eccezionali in questa dimensione ma non sono che strumenti, perché la vera essenza è senza tempo, senza spazio e senza giudizio. Per ora non esistono scuole che insegnino tutto questo ai bambini. La responsabilità è tutta dei genitori, che dovrebbero essere consapevoli che hanno scelto di mettere al mondo proprio quella creatura che a sua volta ha scelto loro, e che sono quelli che dovranno educarlo alla sua vera essenza, affinché sia un individuo felice e realizzato, libero e autodeterminante, sano e senza paura della vita e della "morte", essendo questa solo un passaggio vibrazionale verso un'altra dimensione. A questo punto, però, c'è da chiedersi come facciano adulti che a loro volta non hanno ricevuto una educazione del genere a trasmetterla a loro volta ai piccoli. La mia risposta è: avere coraggio, cuore e determinazione per uscire da una condizione energetica limitante e sminuente dell'essere umano e entrare in un luogo di pace, amore e coscienza desta. Per se stessi, in primo luogo, e poi per i propri figli e per un pianeta migliore in cui vivere. Bussate e vi sarà aperto, disse Gesù. E allora, bussate! Di Silvia Raffaella Formìa Fonte: www.altrogiornale.org
Un esempio è quello dell'abitudine di ruttare a tavola: mentre in Occidente è considerato ampiamente disdicevole e segno di pessime maniere, in Giappone, al contrario, è segno di aver gradito il pasto e chi non lo fa è considerato estremamente sgarbato nei confronti dell'ospite che lo ha invitato. L'educazione inoltre è quella che si riceve a scuola. Al bambino viene insegnato a leggere, scrivere e fare di conto, gli vengono impartite negli anni lezioni di tutte le materie che nella nostra società vengono considerate importanti per muoversi nel mondo, selezionate in base all'importanza che ogni cultura darà a questa o a quella materia. Un esempio: ho vissuto in Brasile diversi anni e in quel Paese la geografia viene insegnata tenendo conto quasi esclusivamente del continente americano. Parlando con un bambino di 12 o 13 anni questi mi chiese come ero arrivata lì dall'Italia. Io ovviamente risposi in aereo. Lui ne fu molto stupito e mi chiese per quale motivo non fossi arrivata in auto. Gli dissi che non era possibile arrivare in auto, c'era di mezzo un Oceano. Allora lui mi rispose che era convinto che ci fosse un ponte autostradale che collegava i due Continenti. Questo è solo un esempio (ovviamente non intendo sminuire la cultura impartita in nessun Paese) che fa capire quanto le lezioni selezionate in diverse zone del mondo possano falsare o mutare o distorcere il concetto di "realtà". Vi è però un tipo di educazione universale, che trascende i punti di vista, le culture e i costumi dei diversi Paesi. Si tratta della Cultura Spirituale. Questo tipo particolare di "cultura" è completamente sconosciuta all'essere umano medio nella maggior parte delle civiltà moderne. Ma...cosa intendo per Cultura Spirituale? Con questo termine intendo che un bambino dovrebbe essere in primo luogo, e prima di tutto il resto, edotto del fatto che è un essere spirituale incarnato in una dimensione materiale, il quale possiede le sue regole ma, essendo solo regole, appunto, esse possono essere trascese se solo ne si conoscesse il meccanismo. Dovrebbe sapere che ha scelto, secondo criteri misteriosi ma che potrà un giorno indagare, di nascere esattamente in quella famiglia, con una logica evolutiva ben precisa. Si dovrebbe insegnargli che tutto quello che accade ha un senso più ampio, anche se a prima vista ciò può apparire insensato o sgradevole, che tutto quello che la sua vita sarà dipenderà dal grado di consapevolezza che ha acquisito e che ogni scelta e decisione prenderà sarà sempre sua esclusiva responsabilità. Educarlo alla sperimentazione e alla verifica (la fiamma brucia: mettici il dito sopra, vedrai che nulla che io ti dirò ti insegnerà meglio il pericolo del fuoco che sperimentarne l'effetto sulla carne). Condurlo per mano in un territorio fatto di allegria, di gioia di vivere, di rispetto per tutte le cose, per tutte le forme di vita, per qualsiasi cultura, colore della pelle, attitudine. Insegnargli che è un essere unico, dotato di intelligenza, estro, creatività. Che nulla più dell'amore per se stesso e per gli altri può aprire gli orizzonti e creare un mondo bello dove abitare. Che un bambino è una risorsa preziosissima in questo mondo e che ciascuno apporta il suo insostituibile contributo nell'economia energetica di questo piano di esistenza. Che le sue inclinazioni devono essere rispettate e apprezzate, affinché sia una creatura felice e realizzata e non un clone dei genitori e tappi i buchi delle sconfitte presunte di chi l'ha preceduto. Che è un essere libero, dotato di libero arbitrio e che può, in ogni momento, cambiare il suo stato per renderlo più aderente alla propria attitudine interiore. Che il mondo non è una valle di lacrime ma un Paradiso, se solo si conoscono i meccanismi che lo regolano e ci si allinea con la straordinaria Intelligenza universale. Che la mente e il corpo sono strumenti eccezionali in questa dimensione ma non sono che strumenti, perché la vera essenza è senza tempo, senza spazio e senza giudizio. Per ora non esistono scuole che insegnino tutto questo ai bambini. La responsabilità è tutta dei genitori, che dovrebbero essere consapevoli che hanno scelto di mettere al mondo proprio quella creatura che a sua volta ha scelto loro, e che sono quelli che dovranno educarlo alla sua vera essenza, affinché sia un individuo felice e realizzato, libero e autodeterminante, sano e senza paura della vita e della "morte", essendo questa solo un passaggio vibrazionale verso un'altra dimensione. A questo punto, però, c'è da chiedersi come facciano adulti che a loro volta non hanno ricevuto una educazione del genere a trasmetterla a loro volta ai piccoli. La mia risposta è: avere coraggio, cuore e determinazione per uscire da una condizione energetica limitante e sminuente dell'essere umano e entrare in un luogo di pace, amore e coscienza desta. Per se stessi, in primo luogo, e poi per i propri figli e per un pianeta migliore in cui vivere. Bussate e vi sarà aperto, disse Gesù. E allora, bussate! Di Silvia Raffaella Formìa Fonte: www.altrogiornale.org
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