Effemme 4

Creato il 31 luglio 2012 da Martinaframmartino

Effemme 4 è uscito nell’autunno del 2011, in concomitanza con Lucca Comics & Games. Ovvio, quindi, l’aggancio al tema dell’anno, la celebrazione di Emilio Salgari, e un articolo dedicato all’ospite d’onore Herbie Brennan

Questa la quarta di copertina:

È il fascino dell’avventura a fare da filo conduttore a questo numero. la ghiotta occasione delle celebrazioni del centenario della morte di Emilio Salgari, ci mette nelle condizioni di proporvi quindi un ricco speciale sull’autore veronese, dalla vita alle opere, senza dimenticare le sue influenze sulla cultura popolare e su altri media come tv e fumetto e perché no, videogiochi.molto diversi tra loro gli articoli monografici, che variano dagli Strigoi, i vampiri rumeni della tradizione, Jack Vance, il fantastico di produzione asiatica e una riflessione sul concetto di verosimiglianza nella letteratura fantastica e non solo a una scheda dedicata all’ospite di Lucca Comics & Games 2011, James Herbert Brennan.La sezione narrativa propone un racconto del mistero e del brivido scritto dall’autrice pluripremiata Nancy Kress; il vincitore della selezione per racconti, l’esordiente marco Scaldini, vincitore della prima edizione del premio Effemme, che ci porta in un ospedale molto particolare; un racconto apocalittico di Simona B. Lenic; un fanta-western di Francesca Angelinelli.

Questo invece è il sommario:

Speciale Emilio Salgàri

Capitan Emilio Salgari, lo scrittore del mare fantastico

Il Corsaro Nero, tra mito e realtà

Sandokan in tv: un imprinting nell’immaginario di due generazioni

Sandopaper e la Perla di Labuan

Salgari: le serie animate

Jolanda e le sue figlie: eroine in cerca d’avventura

Racconti

Scene di lotta di classe all’obitorio, Marco Scaldini

La forma del male, Francesca Angelinelli

Antico Ordine, Simona B. Lenic

Immagini di Anna, Nancy Kress

Altri servizi

I cento volti di James Herbert Brennan

Monkey Island: i pirati della LucasArts che hanno ispirato Jack Sparrow

Il tema del Fantastico in Asia meridionale e sudorientale

Non solo vampiri: Strigoii

I fantastici affreschi di Jack Vance

Vero e verosimile, una riflessione

Un’anteprima contenente l’editoriale e la prima pagina di ciascun articolo: http://www.fantasymagazine.it/anteprime/15545/effemme-4/

Passiamo agli articoli.

Capitan Emilio Salgari, lo scrittore del mare fantastico. Alzi la mano chi nella sua vita ha letto almeno un libro di Salgari. A occhio e croce è un plebiscito, la mano l’abbiamo alzata tutti o quasi. Ora l’abbassi chi conosce la vita di questo incredibile scrittore. Perfetto, l’abbiamo tirata giù praticamente tutti. Già, perché se leggere avventure è divertente – e con Salgari è anche abbastanza semplice, non solo perché i suoi libri scorrono così in fretta che li si divora in pochissimo tempo ma perché a tutti, prima o poi, capita d’incontrare qualcuno che gli consiglia di leggere un libro di Salgari – documentarsi su uno scrittore è un po’ più impegnativo, e spesso ci si lascia vincere dalla pigrizia. L’articolo di Maria Cristina Calabrese in una manciata di pagine traccia una breve biografia del creatore di Sandokan e infine elenca i suoi numerosissimi romanzi suddivisi nei vari cicli narrativi, perché i problemi di cronologia interna di una saga non li hanno creati i moderni scrittori di fantasy.

Il Corsaro Nero, tra mito e realtà si concentra sul solo ciclo dei Corsari delle Antille, ed è altrettanto interessante. Io credo di aver letto solo il terzo romanzo, quello dedicato a Jolanda, ma la ricostruzione di quel mondo, vedere come sono concatenati fra loro i romanzi, mi ha affascinata parecchio.

Sandokan in tv: un imprinting nell’immaginario di due generazioni mi ha fatto rimpiangere di non aver visto il famoso sceneggiato. L’età è quella giusta, avrei potuto tranquillamente seguire le eroiche gesta di Kabir Bedi e compagni, ma non l’ho fatto, chissà perché. Fino a ora non ne avevo neppure sentito la mancanza, ma l’articolo di Marina Lenti, il migliore della rivista, mi ha catturata dalla prima all’ultima parola.

Sandopaper e la Perla di Labuan mi è piaciuto meno, probabilmente anche per via di una certa diffidenza che provo nei confronti dei prodotti Disney. Da bambina mi piacevano, ero un’avida lettrice di Topolino, e diverse parodie mi avevano incantata. Poi ho iniziato a trovare banali e ripetitive certe storie, inutilmente esasperate certe situazioni, ho letto Il mondo incantato di Bruno Bettelheim e… io e i prodotti Disney ci guardiamo con una certa diffidenza reciproca. Sì, le mie bimbe sono affascinate dalle principesse e quindi glie le faccio guardare, hanno anche un bel po’ di pupazzetti, bambole, gadget e abitini, tutti rigorosamente… comprati da qualcun altro. Non ho certo bisogno di distruggere i loro sogni di bambine, ma non posso negare un certo mio disinteresse, se non addirittura fastidio, e quindi ho letto l’articolo di Pia Ferrara ma non ne sono stata colpita, non lo ricordo e non intendo rileggerlo.

Salgari: le serie animate è un po’ più interessante, ma non avendo mai guardato le serie in questione l’articolo non mi tocca personalmente ed è un altro testo di cui avrei potuto fare a meno. Non è una critica a Pia, che sa scrivere bene, è solo un giudizio di gradimento mio. Giudizio che magari può non far piacere a chi vede il proprio articolo bollato sotto l’etichetta “non mi dice nulla”, ma che mi sembra più significativo dello scrivere che sono tutti bellissimi e che la rivista va assolutamente comprata. Se la comprate mi fa piacere, ma non tutti gli articoli mi piacciono, non tutti gli articoli che apprezzo mi piacciono allo stesso modo e non è detto che il mio giudizio coincida con il vostro. Complessivamente la rivista mi piace, poi ci sono accanto ai temi che adoro e a quelli che semplicemente m’incuriosiscono ci sono i temi che non mi interessano, e stili degli articolisti che mi piacciono di più o di meno.

Jolanda e le sue figlie: eroine in cerca d’avventura è il mio articolo e quindi non lo giudico: non sarei obiettiva. La cosa più difficile è sempre valutare i propri testi, non avete idea di quante volte, quando scrivo qualcosa di particolare, io mandi una mail a Emanuele Manco per chiedergli se secondo lui quel che ho scritto ha un senso. Mi sa che devo iniziare a mandare mail anche a Letizia, lei probabilmente è più spietata ed è capace di farmi vedere meglio i difetti. Comunque se avete letto la rivista commentate e criticate pure, capire il valore di quel che si è scritto è sempre utile.

Questo articolo ha una genesi un po’ particolare: io non volevo che lo speciale venisse dedicato a Salgari. Mi sembrava troppo poco fantasy, anche se per dire che i suoi sono romanzi storici ci vuole una bella fantasia, visto quante cose inventava. Siccome però non sono io la direttrice quando il direttore ha detto chiaramente che certe cose non erano in discussione, io ho reagito come Giuseppe Garibaldi e ho scritto “obbedisco”. Va bene, ho un po’ romanzato l’episodio ma detto così è più divertente. E alla fine un vero e proprio articolo su Salgari l’ho scritto comunque, questo: http://www.fantasymagazine.it/approfondimenti/15638/emilio-salgari-o-dell-avventura/.

Di fatto però mi sono ritrovata con l’incombenza di dover scrivere un articolo tematico su un tema che non volevo trattare, e quindi ho fatto del mio meglio per sguisciare fuori dai limiti che mi erano stati imposti, che in pratica si riducevano a una sola cosa: parlare di Salgari. Bene, da ragazzina mi era piaciuto molto Jolanda, la figlia del Corsaro Nero, quindi quello era un ottimo punto di partenza. Ricordavo ben poco, se non che Jolanda non stava certo a casa a filare la calza mentre gli altri avevano le loro avventure, quindi è stato su quest’aspetto che mi sono concentrata: donne e avventura. Per scrivere l’articolo ho riletto il libro, e ho fatto bene, perché non ricordavo praticamente nulla della mia lettura di oltre trent’anni prima. E, mentre ancora rimuginavo sull’articolo, ai DelosDays di giugno 2011 mi è cascato l’occhio su Jirel di Joiry di C.L. Moore. Avevo letto il primo racconto da un’antologia e mi era piaciuto, ed era da un bel po’ che avevo deciso di leggere l’intero volume, peccato che fosse fuori catalogo. Segno del destino? Il romanzo – o meglio l’antologia di racconti – era lì e io non dovevo fare altro che comprarlo. Detto, fatto. Un tassello in più per l’articolo, ma non bastava ancora.

Qualcuno di voi conosce Elara libri? Probabilmente siamo in molti a conoscerla se non altro di nome, visto che chi viene su questo blog – al di là di qualche visitatore occasionale incappato qui per sbaglio – è un amante del fantastico. Ma, a parte questo, quanti di voi hanno comprato libri pubblicati da Elara? Visto che l’editore non ha una distribuzione libraria io tendo a dimenticarmi della sua esistenza, salvo ritrovare i libri in vendita in occasioni particolari come quella dei DelosDays. Chi si ricordava che nel loro catalogo c’era anche Dark Agnes. Donna di spada di Robert E. Howard? Io no, ma appena l’ho visto ho capito che avrei dovuto comprare anche quel libro. Come ho scritto più in su, detto, fatto. E, con mia grande gioia e sorpresa, non si sono rivelati interessanti solo i racconti. Il volume contiene anche un’ottima nota introduttiva firmata da Armando Corridore che mi ha fornito notizie interessantissime.

Il resto dell’articolo è stato una passeggiata. Voglio dire, parlo di autori come J.R.R. Tolkien, Marion Zimmer Bradley, Katharine Kerr e Robert Jordan, in questo caso non avevo bisogno di fare alcuna ricerca specifica per poter scrivere delle loro opere. Avevo bisogno solo di concentrarmi un po’ per capire dove avrei potuto trovare i passi più interessanti da citare per il discorso che volevo portare avanti.

Chi mi legge da un pezzo aveva già letto una piccola parte di queste vicende, almeno quelle relative ai DelosDays, ma visto che io sono sempre curiosa sui retroscena delle storie che mi piacciono forse anche per qualcuno di voi è così. L’ultimo elemento fondamentale che mi ha aiutata a costruire questo articolo è il bellissimo saggio di Elena Gianini Belotti Dalla parte delle bambine, testo che io consiglio di leggere a tutti e in particolare alle mamme dei maschietti. Forse così sarà possibile fare qualcosa per il futuro. E giusto qualche giorno fa ho trovato un interessante articolo in inglese sulle principesse Disney che per certi aspetti di riscossa da un’accettazione persino gioiosa di un’esistenza passiva, all’ombra del principe azzurro, può essere assimilato al mio discorso: http://www.tor.com/blogs/2012/07/brave-and-the-legacy-of-the-anti-princess. Per quanto riguarda invece donne reali che hanno assunto ruoli tradizionalmente ritenuti maschili vi rimando a un vecchio articoli di Bruno Bacelli della cui esistenza mi ero completamente rimenticata e che ho appena ritrovato cercando altre cose: http://www.fantasymagazine.it/approfondimenti/8096/1/alla-ricerca-delle-eroine-fantastiche/.

Il mio articolo è lungo e secondo me anche interessante, ma l’ultima parola spetta a voi.

Con Scene di lotta di classe all’obitorio inizia la sezione dedicata alla narrativa. Questo è il racconto che ha vinto la selezione Effemme, e anche se non è il mio genere mi è sembrato comunque così solido da avermi spinta a votare per lui. Sì, ho fatto parte della giuria e, come tutti coloro che ne hanno fatto parte, ho ricevuto i racconti in forma anonima. Erano numerati, perciò io non sapevo chi erano gli autori e il mio commento si riferiva solo al racconto numero X. Direi che è il sistema migliore per avere una valutazione del testo e non dell’amico. Comunque se l’ho votato pur non amando il genere evidentemente qualcosa di buono in questo testo l’ho trovato, e quelle stesse caratteristiche le devono aver trovate le altre persone che, come me, hanno contribuito a farlo vincere.

La forma del male mi è piaciuto molto. Dire che mi ha resa curiosa sui romanzi scritti dalla Angelinelli penso che sia un’indicazione sufficiente del mio apprezzamento. Segnalo solo che l’ambientazione è insolita, western pur mantenendo una trama assolutamente fantastica, e che io sono un’amante del western da molti anni. Non so per quanto tempo ho comprato Tex Willer, ho smesso solo quando ho firmato il mutuo della casa…

Antico Ordine. E chi se lo ricorda? Mi era piaciuto, credo, perché l’impressione che mi è rimasta è che questo numero di Effemme fosse quello con la parte narrativa più solida. Però non chiedetemi altro.

Immagini di Anna è il primo testo di Nancy Kress che io abbia mai letto. Che mi sia piaciuto è evidente dal fatto che poco tempo dopo io abbia letto tanto Atto primo quanto Mendicanti in Spagna. E in futuro conto di leggere anche Il trattamento «D» e La connessione Erdmann, anche se non so quando troverò il tempo per farlo.

Siccome io ho la testa dura quando qualcosa mi piace o per me è importante continuo a martellare su quel tasto. Così, poco dopo la pubblicazione di Effemme, ho scritto una breve biografia della Kress incentrata sulle sue storie fantasy e ho recensito Atto primo. Trovate entrambi i testi qui http://librolandia.wordpress.com/2011/11/16/nancy-kress-atto-primo/, insieme a diverse considerazioni personali. Qualche mese dopo, come detto, ho letto Mendicanti in Spagna, e qui http://librolandia.wordpress.com/2012/03/10/nancy-kress-mendicanti-in-spagna/ ci sono le mie considerazioni.

I cento volti di James Hebert Brennan mi ha stupita. Ma quanto diavolo ha scritto quell’uomo? Prima o poi dovrò leggere almeno La guerra degli elfi, romanzo firmato Herbie Brennan, per capire se mi può piacere, ma la sua produzione (come i suoi nomi) è sterminata. Bello.

Monkey Island: i pirati della LucasArts che hanno ispirato Jack Sparrow è un altro dei buchi neri della mia memoria. Sarà lo scarso interesse per i videogiochi? Se io sono rimasta ferma a Packman e Space Invaders, con al massimo qualche partitella di Tetris, ci sarà una ragione.

Il tema del fantastico in Asia meridionale e sudorientale mi ha delusa. Non so cosa mi aspettassi, ma ho arrancato molto nella lettura. Forse sono semplicemente io che sono troppo Occidentale.

Non solo vampiri: Strigoii invece è più vicino a noi, e infatti l’ho apprezzato di più. Per tipologia di articolo è accostabile a un altro già pubblicato anni prima da Cristina e incentrato sulle fate rumene, che potete leggere a questo link: http://www.fantasymagazine.it/rubriche/9920/non-solo-vampiri-le-fate-rumene/. Comunque dopo aver letto le opere di Andrzej Sapkowski incentrate sullo strigo Geralt di Rivia, non so perché, gli strighi mi stanno molto simpatici.

I fantastici affreschi di Jack Vance è un altro articolo che non ricordo. Vance è un autore che desta in me sentimenti contrastanti. Anni fa avevo provato a leggere il suo Lyonesse prendendolo in prestito in biblioteca, ma qualcuno lo aveva rotto e mancavano una trentina di pagine. L’ho restituito senza finirlo, e non ho mai riprovato la lettura perché le circa 200 pagine che avevo letto non mi avevano colpita più di tanto. Però George R.R. Martin lo adora, quindi quando io leggo i suoi commenti su di lui mi sento in colpa, un po’ come quando leggo l’ammirazione espressa da Guy Gavriel Kay nei confronti di Dorothy Dunnett, della quale ho comunque letto due romanzi. E ho comprato i primi due volumi dell’antologia tributo a Vance curati da Martin e pubblicati da Urania, anche se non li ho ancora letti. Insomma, lo guardo con diffidenza ma non posso fare a meno di tenerlo d’occhio. Persa nelle mie personali paturnie non ricordo l’articolo.

Vero e verosimile, una riflessione è molto interessante. L’argomento è talmente interessante che avrebbe meritato una trattazione più ampia ma, come mi ha confidato Emanuele, l’articolo gli stava esplodendo fra le mani. Ha impiegato parecchio tempo per scriverlo proprio perché aveva molte cose da dire, e io ho infierito ancora di più portando alla sua attenzione il testo di Kay Home and Away: http://www.brightweavings.com/ggkswords/globe.htm. Se conoscete bene l’inglese e non lo avete ancora letto fatelo, è interessantissimo. Ci sarebbe ancora molto da dire su quest’argomento ma, come mi dice spesso Emanuele, lui è affetto da troppite: fa troppe cose e quindi è sempre di corsa, e ogni tanto bisogna tirare il fiato altrimenti si esplode. Chissà che in futuro non si possa ancora parlare di queste cose, comunque gli spunti per una bella riflessione ci sono. In futuro si vedrà.

Con questo è tutto, perciò come di consueto vi lascio con il link per acquistare la rivista: http://www.delosstore.it/delosbooks/scheda.php?id=39459. E se la leggete sappiate che mi piacerebbe conoscere la vostra opinione.



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