Da una stima fatta emerge che degli oltre tre milioni di famiglie che hanno contratto un mutuo, almeno i 2/3 lo hanno fatto scegliendo il tasso variabile, allettati dal minimo storico a cui esso era rimasto ancorato fino a poco tempo fa.
Oggi queste stesse famiglie si ritrovano a dover fare i conti con un aumento annuo che oscilla dai 198 euro ai 200 euro circa, a seconda della tipologia e della zona in cui sono stati accesi; il Centro Sud appare quello con il maggior numero di operazioni a tasso variabile e che, di conseguenza, sta maggiormente risentendo di tale rialzo.
A cio` si aggiunge anche la non remota possibilita` di ulteriori rincari del costo del denaro applicati anche localmente ed in particolar modo in quelle zone in cui il rischio di insolvenza e` maggiore.
L’ aumento voluto dalla BCE tocchera` anche i prestiti contratti per acquistare altri tipi di beni ed i titoli pubblici, il cui rinnovo sara` certamente piu` oneroso per lo Stato rispetto a prima.