EFFETTO DOMINO: Dentro – Sandro Bonvissuto

Creato il 19 marzo 2013 da Viadeiserpenti @viadeiserpenti

EFFETTO DOMINO - Rubrica di approfondimento tematico

Foto di Uliano Lucas

Periferie
Perciò veniamo bene nelle fotografie di Francesco Targhetta (Isbn, 2012)

L’estraneo di Tommaso Giagni (Einaudi Stile Libero, 2012)
Cose da pazzi di Evelina Santangelo (Einaudi, 2012)
Dentro di Sandro Bonvissuto (Einaudi, 2012)

Recensione di Manuela Di Vito

Il libro d’esordio di Sandro Bonvissuto, Dentro, è diviso in tre, o meglio: l’autore racchiude la vita in tre racconti che compongono il suo libro.
Non narra storie ma emozioni, sensazioni e pensieri sbriciolati nel largo intreccio del tessuto quotidiano. A volte queste emozioni sono condensate in un’immagine, un breve periodo: «Mentre camminavamo, in loro c’era un diffuso imbarazzo, e in me la consapevolezza che non potevo più vivere del saper andare in bici degli altri».
I racconti partono dall’età adulta procedendo a ritroso fino all’infanzia e nel libro ogni età, ogni tempo, ha un luogo in particolare col quale rimane invischiato fin quasi a identificarvisi: «Dicono che la coscienza del tempo sia qualcosa che appartiene all’anima. Oppure piuttosto ciò che ci resta quando assistiamo al movimento dei corpi. Io tendo a pensare invece che non sia né l’una né l’altra cosa; e che il tempo sia qualcosa che appartiene ai luoghi. Profondamente. Come un’emanazione di questi».
Quindi l’età adulta appartiene al carcere, o forse a una certa dimensione interiore di cui il carcere è solo metafora, l’adolescenza alla scuola, di cui il compagno di banco rappresenta l’essenza concentrata e, infine, l’infanzia appartiene alla strada: «Perché l’infanzia non ha case, l’infanzia ha strade. Gli amministratori comunali dovrebbero ricordarselo che, anche se fanno costruire dei parchi per i bambini, il posto dove loro preferiscono stare è la strada. Nei parchi, alla fine, ci vanno a cacare i cani». 
Ma le tre età corrispondono anche alle tre dimensioni dell’umano. L’infanzia è la celebrazione dei sensi: il tempo è un eterno presente fatto di cose luminose che penetrano sotto la pelle in forma di emozioni immediate. L’adolescenza corrisponde invece alla tirannia della mente, il pensiero morboso che basta a sé stesso e che nella narrazione si trasforma in lunghi giri che non portano da nessuna parte. L’età adulta è la misura tra i due, perché in carcere l’uso dei sensi è limitato e quello del pensiero inutile e forse pericoloso.
Il racconto più lungo e narrativo è proprio quello del carcere, Il giardino delle arance amare, dove la scrittura è asciutta e misurata. Qui  manca la sovrabbondanza di sensazioni presente in  Il giorno in cui mio padre mi insegnò ad andare in bicicletta, o quella del pensiero che ritroviamo in Il  mio compagno di banco.
Dentro è, infine, una riflessione filosofica sul tempo, che non è solo una bisettrice dell’esistenza, ma il riflesso del rapporto dell’uomo con il divino: «L’orologio è insieme sacerdote e tempio della più grande delle religioni dell’umanità, i cui fedeli adorano solo un determinato metodo nella ripetizione. E tutti lo osservano per non restare esclusi da quella liturgia. Una liturgia che è come una procedura per misurare quello che è più grande di noi. È il culto del tempo ripetuto uguale per sempre a farci partecipi del sovraumano. Perché la ripetizione ostinata, collettiva e convenzionale è in grado di far diventare comprensibile e familiare anche qualcosa che altrimenti non lo sarebbe, o non lo è affatto. Come il tempo».

Nota sull’autore
Sandro Bonvissuto è nato nel 1970 aRoma, dove vive e lavora come cameriere. È laureato in filosofia, ha due figli. Dentro è la sua opera di esordio. Il suo sito è
www.sandrobonvissuto.it/.

Per approfondire
Leggi la recensione su Affari Italiani
Leggi l’intervista a Sandro Bonvissuto su minima&moralia
Leggi la recensione di Michela Murgia su la Repubblica

Sandro Bonvissuto
Dentro
Einaudi, 2012

pp.184, 17,50 euro


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