Sui nostri "media" dopo l'evento catastrofico del Giappone, il rincorrersi affannoso di notizie e/o smentite circa l'operato dell'esercito dei lealisti di Gheddafi in Libia, delle "cose" ultime d'Egitto ormai si sa poco o niente.
Arriva qualche notizia marginale sulla eventuale data di prossime-future elezioni e sulla scelta controversa degli uomini da candidare alla presidenza della nuova Repubblica.
Moussa (ex-Lega Araba)sembrerebbe essere il favorito mentre El Baradei,l'uomo venuto da Vienna, il Nobel per la pace, è una stella attualmente un tantino offuscata.
La verità è che la nostra conoscenza del mondo arabo-mediterraneo,anche da persone acculturate, è piuttosto modesta se non, eccezione fatta , almeno fino ad alcuni giorni fa, per le località alla moda e le vacanze di lusso sulle belle spiagge da sogno , a prezzi contenuti,che quei paesi potevano offrire e ora forse neanche più.
Pertanto, solo grazie alla cosiddetta contro-informazione, veniamo a sapere che la cricca dei militari, che ha aiutato il popolo a scacciare Mubarak, pare sia a tutti gli effetti una vera e propria potenza economica con le mani in pasto ai più disparati e grossi affari economico-finanziari d'Egitto.
Il volume d'affari dell'industria militare egiziana, che è colossale, è coperto intanto da segreto di Stato.
Gli affari lucrosissimi, a partire già dagli anni in cui erano rispettivamente presidenti Nasser e Sadat e poi Mubarak, vanno dalla logistica alla produzione di beni di largo consumo (acqua, fertilizzanti, elettrodomestici) fino al settore immobiliare e ovviamente turistico.
Insomma di tutto un po'.
Questo ha significato che i "militari", specie quelli in pensione o sollevati dall'incarico per un qualsiasi motivo, ad un certo momento della loro storia sono divenuti economicamente e finanziariamente autosufficienti dal badget dello Stato.
E quindi padroni della situazione.
Se ora in Egitto si parla, a proposito di assetto futuro, di liberalizzazione economica, è importante capire il "come" ed il "per chi".
Insomma bisogna vedere quale democrazia per la gente comune, per il popolo della piazza, verrà fuori nelle prossime decisive settimane.
Proprio, oserei dire, quasi come sul palcoscenico di un varietà di un paesino di provincia, il coniglio dal cilindro del prestigiatore.
Perciò, amici, occhio alle "cose" egiziane!
La posta in gioco è piuttosto elevata.
A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)