di Pierluigi Montalbano
La Sfinge di Giza sorge a poca distanza dalle piramidi. Fu scolpita in uno sperone di roccia, con testa umana e corpo leonino a cui furono aggiunte la zampe anteriori. Il volto è forse un ritratto di Chefren, deturpato dalle cannonate dei Mamelucchi, che l'avevano usato come tiro a segno.
Il motivo della fusione dei due elementi, zoomorfo e umano, in una scultura monumentalizzata, è ancora oscuro e non esiste neppure un documento sul suo significato religioso. Forse, nel suo aspetto di leone accucciato, doveva vegliare sul complesso funerario delle piramidi, ma non sono mancate altre interpretazioni riguardanti la sua funzione e vi sono ancora alcuni dubbi sulla datazione esatta. Non si sa neppure se la testa e il corpo furono realizzati in tempi assai diversi.
Basandosi sul deterioramento del corpo, alcuni studiosi hanno attribuito alla Sfinge ben 8000 anni in più di quelli accettati ufficialmente: l'erosione della statua non sarebbe stata causata dal vento o dalle tempeste di sabbia, ma dall'acqua piovana che avrebbe investito il millenario colosso durante il periodo postglaciale, dal 10500 a.C. Chefren sarebbe allora solo il restauratore del monumento al quale, con l'occasione, avrebbe dato la sua faccia.
Questa data 10500 a.C., che fa spostare decisamente indietro le lancette della storia, e presupporre l'esistenza di una civiltà evoluta molti millenni prima di quella egiziana, piace ad altri ricercatori che fin dal 1979 hanno aperto un'interminabile querelle.
La Sfinge ha la stessa forma della costellazione del Leone: basta guardare un qualsiasi manuale di astrologia per accorgersene. Ora, nel 10500 a.C. il Sole sorgeva proprio nella costellazione del Leone e la Sfinge, costruita con lo sguardo rivolto verso est, nel giorno dell'equinozio di primavera di quell'anno vedeva sorgere, dietro il Sole, la costellazione del Leone, cioè se stessa.
Tutto ciò, naturalmente, non dimostra scientificamente che la Sfinge sia stata costruita 8000 anni prima di quanto stabilito dalla tradizione, ma per alcuni è un'ipotesi valida quanto quella che attribuisce l'opera a Chefren. Per quale ragione egli l'avrebbe posizionata a oriente, dandole inoltre la forma di una costellazione che la Sfinge non vedeva da molti secoli?
Vista con gli occhi delle stelle, la Sfinge appare quindi come un orologio millenario le cui lancette indicano quel 10500 a.C. che ritorna ossessivamente negli studi sulle piramidi.
Tuttavia, la questione che voglio portare alla vostra attenzione è: cosa fecero i lavoratori nel 1925 sulla testa della Sfinge? Cosa trovarono?
Attualmente non presenta tracce di questo foro. Questa immagine è stata scattata il 15 dicembre 1925, e mostra il restauro di E. Baraize. La prospettiva è interessante perché l'archeologo impegnato nello scavo sta lavorando nel buco prodotto da una corona realizzata sulla testa del monumento.
Nella rara foto del 1925 si nota il foro sulla testa.
Fonte: http://www.griffith.ox.ac.uk/gri/4gi_accessions.htm