Monologhi di Sana – Rubrica
Succede che negli ultimi tempi si sta sconvolgendo tutto, e intendo soprattutto dentro di me, ma non solo…cose che erano rimaste immutate negli anni di colpo stanno cambiando, scivolando via dalla loro condizione di immutabili certezze.
E io mi ritrovo a riflettere su storie e parole nuove, ma soprattutto su persone e condizioni vecchie…
Il mondo finisce di spaccarsi in due meta`, opposte e inconciliabili.
Egobrain….e`un termine che abbiamo coniato per descrivere la tipologia di persona che piu`spesso capita di incontrare ultimamente; quella tipologia di piccoli geni improntati alla costruzione di un mondo meglio, ma senza essere affatto persone meglio, anzi, perdendo di vista quelle ideologie basilari che dovrebbero sostenere un percorso del genere.
Una realta`in cui ogni azione e ideologia e` autoriferita e autorefernziale, in cui il macro non e` applicabile al micro. Un dato da un po`di tempo mi lascia perplessa, devo ammetterlo, sempre piu`perplessa…gli Egobrain sono campioni di ideologia sociale, combattono per cause ammirevoli, propugnano idee fichissime…ma sono totalmente mancanti di ogni rispetto ed empatia verso gli esseri umani a loro vicini; la cosa mi sorprende..mi fa domandare come puoi comprendere certe cose, e combattere per ottenerle, senza agirle nella tua vita quotidiana. Come puoi intestardirti per il diritto di parola in Cina, ma non lasciare diritto di replica a chi ti sta accanto? Egobrain, autoreferzialita` e` la parola d`ordine. E`capitata sulla mia strada una persona, una molto particolare, con una storia che farebbe impallidire la maggior parte di noi che ci consideriamo ¨quell* tost*¨, qualcuno che ai miei occhi sarebbe giustificato nell´essere incazzato come una iena per cio`che gli e`toccato in sorte, che avrebbe avuto tutte le ¨giustificazioni¨ per essere un teppistello alcolizzato di periferia, violento, ignorante ed ottuso….e invece no. Invece scopro che da tutta questa faccenda ha scelto di ricavarne qualcosa meglio, di essere una persona meglio. Che riesce a concepire pensieri come ¨come e`possibile fare questo a un altro essere umano?” e anche ¨chiunque ha i suoi problemi, e ogni essere umano merita rispetto e comprensione e accoglienza¨. Allora mi ripeto (cosa che gia`pensavo da parecchio ma che mi ripresenta prepotente) che il fulcro non sta davvero nelle possibilta` che ci vengono date, ma nell`uso che decidiamo di fare di noi stessi e delle nostre coscienze, che se svestiamo le belle parole delle loro maschere, anzi, se togliamo proprio le parole, che poi alla fine so i fatti che contano, cosa resta di questa gente? Specchietti per le allodole, incapacita`di vedere oltre il proprio piccolo orticello di sicurezze, e tutto il resto e` fuffa. Che la parte difficile sta nel dividere con gli altri, non quell* con cui vuoi fare il fico, tutt*, quello che hai, soprattutto se e`poco. E tu, che non ci rieci nemmeno avendo tutto, chi sei? Un poveretto. Nel senso piu`pietistico del termine. Tu che ti metti sta maschera da illuminat* ¨che sa¨ e sei sempre troppo impegnat* per ascoltare quello che (magari) altr* avrebbero da dire, che non concepisci la rivoluzione delle piccole cose quotidiane, perche` ecco, io sempre piu` credo che se vogliamo cambiare davvero davvero qualcosa in questo mondo, non bisogna parla` della Rivoluzione, bisogna imparare a fare la rivoluzione, con la r minuscola, e farla tutti i giorni. Non si tratta di imparare inni e fare infinite assemblee, si tratta di dare rispetto a chi ci sta accanto, ogni giorno, a non discriminare sul serio, e non solo per finta, si tratta di aiutare altre e altri a costruire e affilare i propri strumenti di critica e apprendimento, perche` un domani loro possano farlo per altri e altre ancora. Bisogna imparare a rispettare la sfera emotiva del prossimo, anzi, bisognerebbe imparare prima di tutto che quelle attorno a noi non sono marionette ne` pupazzi, sono persone, esseri umani, e non sono li` per compiacere nessun*, meno che mai l` ego altrui. In sostanza, per fare corta una storia lunga, come dicono gli inglesi, mi ritrovo a scendere da un presunto olimpo di grandi personalita` impegnaterrime, respiro di nuovo l`aria della strada, e sa di terra, di sale e di cose semplici. Sa di sorrisi, di birre bevute su un marciapiede, di piccoli gesti che esprimono solidarieta` e affetto, sa di accoglienza e liberta`. Sa di un posto e di un tempo in cui io sono io e tu sei tu, con le dovute differenze ma senza grandi tragedie, di tempo speso bene e soddisfazioni. Riacciuffare il senso delle cose per le orecchie, ecco… qualcosa che alla fine abbia un perche`e un per come…meno ego, piu`presa a bene, e sempre, sempre, sempre….keep it simple, stupid! ;)