Mi abbandono in me stessa. E’ un capriccio necessario oggi, che ho qualcosa di irrequieto dentro e che non me lo so spiegare. Qualcuno potrà ravvisare in me una certa qual forma di egoismo, se mi chiudo in me; ma c’è un fiume dentro che con le recenti piogge sta assumendo carattere torrenziale; forse prima o poi ci sarà un’alluvione; e allora è meglio che io mi fermi per pensare, cercando di placare le onde ed espandere il mio alveo perché l’acqua fluisca più liscia e tranquilla e dolce.
Ma forse non si può fermare ciò che corre, e mi illudo di poterlo fare.
Ma non importa il risultato; oggi voglio abbandonarmi in me stessa, e se è un capriccio definitemi pure viziata; io ne ho bisogno, come in certi giorni della cioccolata o del caffè, per continuare a sentirsi vivi, e con qualche energia in più.